Scritto da: Sergio Bissoli

La ragazza del paese stregato


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...dalle forme più bizzarre, nei posti più impensati, tanti da intralciare i movimenti e confondere con l'arcobaleno dei riflessi moltiplicati dal pavimento lucido e nero.
Steli, coppe, botti esagonali, prismi, curve e spigoli. Un paradiso, un inferno di cristalli. Molti sono spezzati, presentano incrinature o segni. È l'amore che prova per loro, è questo sentirli vivi, spiega, che provoca lo strano fenomeno. Vetri e specchi si infrangono intorno a lui, senza subire urti, a poco a poco insensibilmente. Frequentandolo un paio di volte ho avuto modo di assistere io stesso alla rottura di un vaso che si incrinava, tintinnando sotto i miei occhi.
Restiamo a parlare di arte, di magia. Nella lunga stanza fredda in penombra, risuonano le note di un carillon.
Alla mia richiesta per scoprire l'imbocco della galleria, estrae da un cassetto un pendolino di bachelite nero e lo tiene sospeso per il filo su una carta topografica. Difficili anni di esercizi, digiuni, privazioni sono serviti ad ottenere questo; poi tace.
L'attesa mi procura sonnolenza. La volpe impagliata e le pellicce diventano partecipi della mia noia. Sprofondato nella poltrona, egli percorre con la concentrazione assoluta le vie che portano alla conoscenza.
Finalmente come destandosi e in una pace ... [segue »]

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