La ragazza del paese stregato
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...La minuscola chiesetta sempre aperta ci accoglie. Odore di cera sfatta nell'aria fredda dell'interno. Il pavimento di mattoni è bagnato per la pioggia entrata dalla porta e dai vetri rotti dei finestroni. Il soffitto è celeste.
Mirta si sofferma davanti all'altare dove sta una madonna di legno attorniata da quadretti romboidali e stampelle che testimoniano le grazie ricevute. È uno spettacolo d'altri tempi, lo sento, pure rimango impressionato da quei pezzi di legno consunti e dal loro muto messaggio di sofferenza.
Tornati all'aperto ci dividiamo per un breve tratto di strada per evitare di passare insieme davanti a certe case, poi più avanti la ritrovo ancora accanto a me.
Quando la piazza appare all'improvviso, sento di aver imparato qualcosa lasciandomi alle spalle quei vicoli tetri perché ora mi sembra di conoscere quel sudiciume e di esserne immune, ma forse è la presenza di Mirta a infondermi questa sicurezza.
*****
Si può mentire dicendo la verità, si può dire il vero mentendo.
Nei giorni trascorsi insieme a Mirta, le parole si allineavano in discorsi dietro ai quali la nostra sensibilità acuita di amanti percepiva il dialogo meraviglioso dei sentimenti. Da anima ad anima. Senza intermediari.
Senza o quasi, perché gesti, sospiri, sorrisi,... [segue »]
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