Le lacrime del lupo
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...riusciva a vedere era solo quel "secchio gigantesco" dove Zena nuotava dolcemente.
Esausto alla fine, tirò fuori dalla sacca una striscia di stoffa, la avvolse nella zampa gonfia come una pagnotta e, mentre sentiva il sapore salino di due lacrime più lente delle prime si addormentò.
"Chi sei?... Chi sei?... Cosa hai fatto alla zampa? " Quella voce tanto dolce quanto penetrante come uno squillo svegliò Hunt in modo "traumatico". Dinanzi a lui una lupacchiotta dallo sguardo fiero, indomito, proprio di chi non teme nulla, lo squadrava con curiosa attenzione; a ridosso lei un'altra lo scrutava allo stesso modo della prima soffermandosi a lungo sulla cicatrice ben visibile sulla zampa: ma questa, a differenza della sorella, era più cauta e diffidente... Si: Hunt usò il sostantivo "sorella" perché non vi era alcun dubbio che si trovava davanti le sue figlie; la prima calcava in modo impressionante ogni tratto del suo viso compresa anche la colorazione del pelo; la seconda aveva gli occhi, quegli occhi che aveva visto solo in Zena: chi altri avrebbe potuto averli così?
Come avrebbe voluto prenderle insieme e stringerle a sé così forte e portarsele via, ma nell'angoscia soffocata nella maniera di colui che ingoia qualcosa, egli ... [segue »]
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