Come i maiali
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...La famiglia Foster si era trasferita di fronte a casa sua nel marzo dello scorso anno, tre mesi dopo la morte di sua moglie Tracy. L'amava tanto e il distacco era stato molto doloroso. A sessant'anni suonati si può ancora amare come a venti, questo è sicuro.
Da quando Tracy non c'era più, le sue giornate erano vuote e stramaledettamente lunghe e noiose. Si alzava dal letto e si dirigeva in cucina, metteva il caffè sul fuoco e poi si sedeva al tavolo da pranzo a fissare l'orologio appeso di fronte a lui. Il caffè si bruciava sempre.
Leggeva il giornale, andava a fare la spesa, ogni tanto passava al circolo di scacchi della città, ma ormai non riusciva più a rimanere concentrato per molto tempo. Riempiva le sue giornate mettendosi in veranda e stando lì, in un apatia densa come petrolio. Stava seduto e guardava. Guardava tutto e notava tutto e si annotava mentalmente tutto. La signora Kerry che spiava la sua vicina; il cane del dottor Wilson che si svegliava dal suo ozio ogni volta che il sole colpiva il suo muso e si trascinava nella calura inseguendo l'ombra dell'albero; il dottor Wilson che tradiva la moglie (l'aveva ... [segue »]
Composto venerdì 19 novembre 2010
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