La lettera di Lucia
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...essere in grado di uscire da sola dall'incubo e quasi rassegnata attesi che Emilia si decidesse a porvi fine.
Mi appoggiai al tronco e lo sentii pulsare, rabbrividendo tentai di alzarmi, ma i rami si chiusero su di me impedendomi di muovermi e mi strinsero fino a graffiarmi.
Non ricordo altro di quell'incubo, all'alba mi svegliai nel mio letto, le braccia mi dolevano e mi accorsi con sgomento che erano piene di graffi.
La chiamai ad alta voce, in nome della nostra amicizia, la implorai di lasciarmi in pace.
Avvertii un movimento ai piedi del letto. Rimasi immobile trattenendo il respiro, un filo di luce filtrava dalle finestre chiuse, riuscii a distinguere un'ombra. Era Emilia, indossava lo stesso abito bianco che aveva quando, solo poche settimane prima, l'avevamo deposta nella bara.
Lucia – mi disse – non sono io a tormentarti, si stanno servendo della mia immagine per far del male a te e ad Alberto. Ciò che mi angoscia di più e non poter far nulla per aiutarvi – Aggiunse che la mia e la tua sorte erano nelle mie mani e mi esortò più volte ad essere forte, poi cominciò lentamente a svanire.
Sarei stata forte e avrei ... [segue »]
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