La lettera di Lucia
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...fino a quando, parecchi giorni dopo, entrando nel mio salottino mi sentii morire e mi fermai raggelata
davanti alla porta.
Emilia non era più nel quadro, mi guardai intorno, non vidi nessuno, ma aspettai qualche secondo prima di sollevare lo sguardo di nuovo verso il dipinto, nella speranza di vederlo ancora, così come doveva essere. Ma quando alzai gli occhi Emilia non c'era, un brivido mi attraversò la schiena e, in quel preciso istante, sentii la porta chiudersi alle mie spalle.
Mi girai lentamente, Emilia era di fronte a me, indietreggiai fino al divano e mi sedetti. Lucia - mi disse – Voglio che Alberto venga con me, devi farlo venire alla villa e al resto penseremo noi –
Non capii a chi si riferisse dicendo noi, glielo chiesi, ma non ottenni risposta. Aggiunse che mi avrebbe tormentata fino alla fine dei miei giorni se non lo avessi fatto. Le chiesi come poteva pensare di fare questo a te, suo figlio. Lei mi guardò, una luce maligna brillava nei suoi occhi, e sorridendo mi disse che io non potevo neanche immaginare ciò che lei era capace di fare. Mi intimò di agire in fretta e, ancora una volta, mi minacciò che non ... [segue »]
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