La lettera di Lucia
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...chilometri all'arrivo, quando un tuono più forte degli altri, spaventò i cavalli al punto che nemmeno la mano ferma del cocchiere riuscì a trattenerli. Si diedero ad un galoppo sfrenato ed abbordarono una curva ad una velocità tale che la carrozza si rovesciò su di un fianco; a quel punto come per incanto, si fermarono evitando che precipitassimo nel burrone sottostante.
La carrozza aveva subito dei danni e Giovanni si offrì di andare alla villa a chiamare soccorsi, ma fui irremovibile, avrei proseguito anch'io a piedi, non sarebbe certo stato il temporale a fermarmi.
Giunsi alla villa fradicia di pioggia, Giovanni arrancava parecchi metri dietro di me, trascinando a fatica i miei bagagli.
E i cavalli? Ti chiederai. Per colmo di sventura, appena Giovanni li ebbe liberati dai finimenti, nuovamente spaventai dal temporale, si erano dati alla fuga.
La nostra disavventura sembrava conclusa, ma era solo l'inizio dell'incubo.
Quella sera stessa riunii la servitù e dissi loro che mi sarei fermata più del solito, forse per sempre, ma dovevano lasciare chiusi i saloni perché non avrei ricevuto nessuno. Impartii loro tutte le istruzioni e mi ritirai.
Appena entrata nel mio salottino mi trovai di fronte Emilia, tua madre, che mi ... [segue »]
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