P. I.

...una certa linea di pensiero. Ed io? Che appartengo all'epoca dei non-valori, del relativismo più assoluto, come potrei trovare una mia via in un mondo in confronto al quale l'Atene di Protagora sembrerebbe una rigida Berlino nazista?
La mia mano si ferma, riacquista controllo e vigore, ma non è un vigore legato all'infondersi d'una qualche forza bensì un'angosciosa tensione che irrigidisce ogni singolo muscolo. Il ché mi riporta al motivo per cui sono settimane che non riesco a prendere sonno senza un qualche incoraggiamento, piuttosto generoso, a Morfeo, da parte di Bacco.
Ma Bacco, si sa, è un Dio alquanto volubile e i suoi effetti non lo son meno. E le mattine precedono l'alba accompagnate dall'unica costanza dionisiaca: un martellante mal di testa, affievolito dall'hashish, rievocato da una sveglia che temo di spegnere per l'irrazionale terrore (e segreto desiderio) di non svegliarmi se non dopo giorni.
Ma vi è qualcosa che mi turba, sono sempre stato, ammetto, di indole non esattamente serena: mi è sempre piaciuto crogiolarmi davanti al freddo fuoco della malinconia. E non sono nemmeno i problemi economici, per nulla estranei alla mia professione, che scuotono il mio animo. Anzi, è stata proprio l'illusione di potermene liberare ad aver ... [segue »]