P. I.
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...forse cominciato a scalfire quella solida atarassia su cui da tempo mi sostenevo.
Il 19 del mese scorso, era un lunedì, ricevetti con mia grande sorpresa, accompagnata dalla più genuina delle gioie, un'e-mail. Il mittente era un grasso manager d'una influente casa editrice, mi proponeva un appuntamento; a me! Io ero il destinatario della lettera, il mio nome poteva apparire su una collana di libri in copertina rigida, i miei pensieri letti da un pubblico che superasse una decina di persone, una traccia di me impressa in qualcosa che avrebbe potuto, o almeno così m'illudevo, sopravvivere alla mia Libitina. Certo, può apparire un pensiero tanto poco profondo quanto venale, ma ci terrei a puntualizzare quanto gran parte di me fosse in realtà già proiettata verso i grossi introiti che ne sarebbero derivati.
Senza pensarci m'accordai per fissare un appuntamento e prima che potessi contare i giorni ero già nel pomposo ufficio del signor Napoleon. Sorrisi varcando la soglia e vedendone il viso pingue e paonazzo spuntare oltre il colletto d'un elegante vestito che spuntava a sua volta oltre un'imponente scrivania in radica di noce. Sorseggiava, o fingeva di sorseggiare, alla ricerca d'una non so quale aurea nobilitante, un bicchiere colmo ... [segue »]
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