Un uomo d'altri tempi
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...esseri umani venissero uccisi per ambizioni di potere, aveva le lacrime agli occhi pensando che forse non avrebbe più fatto ritorno a casa, lasciando la sua famiglia nella disperazione.
Sua madre, rimasta da sola a tirare avanti la baracca, presa dallo sconforto e dalla stanchezza piangeva giorno e notte, anche se le figlie in qualche modo cercavano di darle una mano, lavorando come aiutanti nel negozio di una pettinatrice che ormai conoscevano da anni.
Scriveva a Leonetto una lettera alla settimana anche se non era certa che arrivassero a destinazione e ogni tanto riceveva una cartolina anche da lui.
Mentre aspettava che la nave salpasse, Leonetto avrebbe voluto saltare giù, scappare via e nascondersi, ma ormai, la sirena della nave annunciava che stava lasciando il porto.
Il piroscafo procedeva lentamente verso il porto di Durazzo, di pari passo con altri otto e protetti da aerei militari.
Il cielo d'Aprile era sereno, il mare calmo, l'aria fin troppo calda e i soldati stavano seduti sul ponte a cantare, accompagnati dal suono di una chitarra che aveva portato con sé un ragazzo di Firenze.
Sembrava che facessero una scampagnata, ma negli occhi di Leonetto c'era solo malinconia, voglia di non andare avanti,... [segue »]
Composto domenica 12 dicembre 2010
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