Ricordi di Renzo Ferrari
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Passando dal viale dei tigli, a Minerbe, vedemmo un bellissimo specchio rotondo con cornice celeste, nel deposito dei vetri rotti. La nostra macchina era lontana e non lo prendemmo. Alla sera andammo a vedere e lo specchio era ancora là. Io e Renzo lo caricammo in macchine e arrivati a casa lo regalai al contadino Mario.
Notte di Maggio, calda e profumata. Io e Renzo in bici, seguendo il tracciato della superstrada in costruzione, siamo arrivati a Morubio. Il paese era immerso nel silenzio e nella magia della notte estiva. Abbiamo percorso le vie deserte, con le case chiuse e oscure. Solo qualche finestra era fiocamente illuminata. Questo mi ha ispirato la poesia: arabeschi. Renzo aveva paura perché era tardi, voleva tornare e non conosceva la strada. Poi sulla via del ritorno ha riconosciuto Villa Bottura e si è tranquillizzato.
Un'altra sera siamo andati in bici a Roverchiara. Mentre entravamo in paese il campanile batteva undici rintocchi. Il paese era deserto, oscuro e silenzioso. Sulla piazza, al primo piano di una casa a sinistra della chiesa, si vedeva un'unica finestra illuminata. Una donna seminuda si muoveva all'interno di una stanza da letto. Questa visione è durata poco, ma mi ... [segue »]
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