Scritto da: Maria Rosaria Teni

Un giorno all'improvviso... e intanto il fiume scorre


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...risveglio impietoso. L'infermiere che assisteva papà durante la notte mi aveva telefonato all'alba per dirmi che, proprio durante quella nottata, mio padre aveva avuto un'emorragia interna abbastanza grave. Mi faceva male ricordare quegli interminabili momenti di attesa fuori dalla sua stanza, mentre il suo corpo sfibrato era tra le mani dei medici. Sentivo ancora nelle orecchie le loro voci concitate: "Bisogna fare una trasfusione...". L'infermiera su e giù dalla stanza ed io che, ad ogni movimento, tentavo di penetrare con lo sguardo attraverso lo spiraglio che si creava tra la porta ed il muro ma vedevo solo il letto attorniato dai sanitari e dalle macchine. "Il battito sta calando... Proviamo con il defibrillatore" – e giù scariche... su mio padre. Una vertigine improvvisa... Nella sala d'attesa ho guardato mio fratello che tentava di nascondere le lacrime ma i suoi occhi arrossati non mentivano. Un silenzio forte, presente, cupo. Uno sguardo, tra di noi, carico di frasi non dette, di speranze disperate, di temute conferme. Un camice bianco e l'invito silenzioso ad entrare uno per volta e per brevi attimi nella stanza dove ancora una volta si era combattuta una battaglia. "Può entrare in camera... solo per un momento, non ... [segue »]

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