Un giorno all'improvviso... e intanto il fiume scorre
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...al mondo?" Tutto questo mi chiedeva mentre io mi disperavo e illogicamente tentavo una recita pietosa. La vita è una beffa. Ti inganna, ti stordisce illudendoti con sprazzi di felicità e poi ti pugnala con l'inesorabile sentenza. Chi avrebbe potuto riconoscere in quell'uomo prostrato, attraversato da tubicini con flebo sospese come doni su un albero della cuccagna, devastato da edemi ed ematomi, il mio papà, il mio grande e generoso papà, solido come una quercia, limpido come una sorgente di montagna, prodigo come un campo di grano. Supplicavano i suoi occhi risposte vane. Quante volte si era affidato alle mie cure, durante il percorso della sua malattia, e riponeva grande fiducia in me, rassicurato, a volte, quando aveva malesseri inusitati e preoccupanti. Allo stesso modo, in quel momento, dopo aver "ripreso" a vivere cercava parole confortanti con uno sguardo che scolpiva sempre più il mio dispiacere.
A tutto ciò ripensavo mentre salivo le scale dell'ospedale e mi sentivo il cuore pulsare in gola. Ad ogni rampa sostavo per permettere al battito di rallentare e anche per un bisogno ulteriore di prepararmi a rivedere papà. Avevo un'oscura percezione che probabilmente scaturiva dall'angoscia provata giorni prima. L'odore nauseabondo del disinfettante si mescolava ... [segue »]
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