Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 3 - Occhiate

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...benché non avessi nient’altro da fare -aveva ragione sul mio conto, sullo spiantato nullafacente-, non era per ciò che mi trovavo al “party”, ma per l’inseguimento di interessi (rotondi al punto giusto) degni di farmi scoppiare i polmoni. Rischio che tu non corri, precisai, non sei buono a correre e neppure a camminare; tu, da queste rotondità, ti fai servire a domicilio. Pagando anche il trasporto, un extra rispetto all’opera. Questa non gli scese; in compenso, gli salì il sangue al cervello tutto insieme, e diventò rosso paonazzo per l’incavolamento. Il cavallo selvaggio che gli scalpitava dentro perse le staffe, e cominciò a correre a briglie sciolte per il rinfresco. Minacciò sfracelli, per poi accontentarsi delle querele; per darsi una calmata provò a bere un bicchiere d’acqua, invano, poiché si rovesciò la brocca addosso, tentando di riempire il bicchiere con le mani che tremavano furiosamente. L’improvvisata doccia sortì l’effetto, raffreddargli i bollenti spiriti, con la camicia fradicia guadagnò l’uscita e s’allontanò sgommando. Le ragioni puramente strategiche per cui m’ero recato al rinfresco trovarono soddisfazione: la tipa che stavo tampinando, e che era tra gli invitati, s’era divertita, a godersi lo spettacolino che avevamo allestito, io il nullafacente e lui il ... [segue »]

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