Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 3 - Occhiate

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...un capo della sciarpa premendoselo con la mano destra sulla gola, e si gettava l’altro capo dietro le spalle, con la mano sinistra. Quindi, sempre con la sinistra, se lo lanciava attorno al collo, caricando il movimento di lancio a partire da dietro la spalla: il paio di secondi necessario a completare due giri, e la sciarpa era perfettamente avvitata, sotto la testa. Fino a nuova operazione per rinsaldare l’avvitamento, la cui tenuta era messa a dura prova dagli starnuti che la Tinatarner sparava a raffiche anche di otto o nove: raffiche, gagliarde come le sue corde vocali, che diffondevano con generosità tutt’intorno -nel raggio dell’ampiezza del JC- bacilli, germi, e microbi. Pur di liberare la Tinatarner da quelle bestiacce, ero disposto a cuccarmele io al suo posto; che me le spalmasse -con la lingua- fin dentro il gargarozzo, baciandomi con smodata passione. Possibilmente, prima d’ingollare il cappuccino; se al virus dell’influenza trasmessomi per direttissima potevo sopravvivere -con qualche fortuna-, ciò non era possibile per l’alito di cappuccio con crema che stà all’impiedi: non era possibile neanche se l’alito proveniva dalla Bella. Non era possibile neanche approvvigionandomi con fortune dalle dimensioni elefantiache. M’ero preparato il discorsetto, ed abbozzai un avvicinamento ... [segue »]

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