Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 3 - Occhiate

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...sperato; era carina, dolce, e misteriosa, scintillava in lei una lama di ambiguità: fatta di titanio sottile e trasparente, per farti accorgere che ti aveva tagliato a fette con una settimana di ritardo, di modo che capissi, dopo quella settimana, che t’illudevi di vivere, perché eri un morto ambulante già mezzo decomposto. Assistere all’ingresso al Jazz Club del vincitore predestinato (nella vita, nell’impresa, nella politica), col braccio sul girovita della mia fiamma estiva, aveva segnato la misura: era colma. Una goccia, ed il mio spirito di sopportazione sarebbe traboccato. Quando è troppo è troppo; il figlioletto prometteva di ripercorrere felicemente le orme di papino, abbondantemente ingrassato sulle provvidenze pubbliche, spingendosi ancora più lontano: da semplice assistito, per quanto (molto) privilegiato, dell’Ente Pubblico, il virgulto prometteva di addentrarsi nelle stanze dei bottoni. E di restarci. Garantiva di inoltrarsi nelle stanze dove si trovano le leve del comando, mettersi comodo, e muoverle -ovvio- a proprio interesse. La promessa, in parte, era stata già mantenuta; il rampollo ce l’aveva fatta, e, nelle ultime elezioni comunali (tenute ad avvio di estate), era stato eletto. Entrato in carica come amministratore, restava da verificare quanto tempo ci avrebbe impiegato, ad eseguire per intero il piano, suo ... [segue »]

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