Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 3 - Occhiate

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...perdersi in ciance, sodo con i connotati del giovane amministratore cui s’accompagnava; un giovane rampante destinato -com’era, o come sembrava che fosse- ad abbronzarsi al sole del pubblico consenso, e dell’autorità che ne deriva, per anni ed anni a venire. Il buon babbo, esausto per le fatiche sopportate nel corso della lunga serata, decise di farsi venire a prendere, chiamò al telefono e comunicò all’altro capo del filo (per dire, in epoca di telefonini) la sua intenzione di farsi accompagnare a casa; quindi, salutò il compare, e si mise ad attendere che arrivasse a prenderlo l’interlocutore cui aveva telefonato. Ossia la figlia. Che botta, quando vidi che era lei, la mia fiamma estiva, la persona chiamata al cellulare! Premurosa, la figliola salutò il babbino con il bacio sulla guancia, e gli diede la mano per aiutarlo ad alzarsi dal tavolo, e per sostenere la sua camminata incerta. Lei non s’accorse di me, ma io non mi persi un fotogramma di quella scena da libro Cuore; un cuore che non alimentava circolazione di sangue, bensì di trame, potere, e denaro. Ne ero sempre più convinto. Fu la seconda botta nei denti, rifilatami dalla ex morosa nel giro di una settimana, la ... [segue »]

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