Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 3 - Occhiate

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...sostituiva le fragole con panna, la tipa m’aveva confidato che, tra i due galletti, aveva preferito me; “ed ora te lo dimostro”, concludeva. L’illustrazione prescindeva da dotte disquisizioni politico-amministratrive, che pure non mi sarebbero dispiaciute; se quel buffone si candidava ad amministrare la città, io -fatte le debite proporzioni- mi sarei dovuto candidare a governare l’universo. Ma la bimba (lo era rimasta, a dispetto dell’età) preferiva altri argomenti, più persuasivi -argomenti senza parole-. Che, difatti, mi convincevano appieno. Era poi scoppiata l’estate, con i suoi ritmi frenetici scanditi dal progressivo assottigliarsi delle ore di sonno; raggiunto il livello “zero siesta”, così lo definivo quando non si domiva più neppure a pagare, ci eravamo persi di vista. Probabile che mi fosse sfilata sotto il naso e che non mi fossi accorto di lei, nel mio stato permanente di catalessi.

Probabile che, in un sussulto di vitalità, avessi provato a spiegarmi. Molto probabile che lei mi abbia mandato a quel paese, non un’unica volta. La catatonìa m’aveva travolto, per avviare il riordino doveva concludersi l’ultimo “closing party” dell’ultima discoteca all’aperto: calcoli alla mano, con penna, carta, e calendario, occorreva un tempo infinito. Proseguimmo ciascuno per i fatti propri, un po’ ci avevo ... [segue »]

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