Dalla realtà... alla poesia
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...essere, nella sua stoffa di uomo. Vivere per l'uomo è (anche, per lo meno) esplorare. Fino al punto che se l'uomo non si muove, non va, sta nel suo guscio, non ha solo delle soddisfazioni di meno, ma è meno uomo.
Quando, andando in giro, tutto mi sembra insignificante, piatto, povero, senza gusto, mi preoccupo. Perché molto probabilmente io sono insignificante, povero, squallido, senza interesse, senza gusto, senza valore. Io, non il mondo, non la vita, non la realtà.
Il niente è dentro di me, non fuori. E così, mi do da fare per trovare quelle gramigne che mi impediscono di vedere, di gustare la bellezza che brilla un po' da ogni parte.
Ecco: attenzione bene, perché forse siamo al nocciolo centrale del problema: la questione della poesia si risolve prima delle cose belle che ci sono attorno a noi.
È un po' come per l'amore. Non sono certo i meriti delle persone che stanno fuori a farci amare. È l'essere fatti dentro in un certo modo, il trovarsi dentro in una certa situazione, bisogna non essere egoisti per amare, bisogna essere amanti per amare... così per la bellezza: bisogna che diventiamo contemplativi se vogliamo essere capaci di contemplare. Bisogna ... [segue »]
Composto mercoledì 28 gennaio 2015
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