Caro Maruca, sinceramente mi dai l'impressione di sfuggire alle mie argomentazioni.
Io mi sono semplicemente riferito alla tua asserzione, di cui al commento n. 13: "mi fido soltanto di me e, se fossero in vita, mi fiderei dei miei genitori, dei nonni e di pochissimi altri per non vivere quelle delusioni che cito nella frase. "
Orbene, le tue precisazioni ed i tuoi distinguo, che ora giungono addirittura a ritenere il cristianesimo una sorta di "così è se vi pare", deviano di continuo dal punto in questione, per cui ti chiedo cortesemente di rispondermi sullo stretto punto di cui è discorso: ritieni la tua asserzione di cui sopra, cioè (in poche parole) il concetto "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio", rispondente alla dottrina cristiana?
E se sì, per quale motivo?
A questa semplice domanda io vorrei che gentilmente mi dessi una risposta inequivoca.
Vedi, se il cristianesimo e la parola di Gesù Cristo fossero, DAL PUNTO DI VISTA MORALE E NON TEOLOGICO (giacché la teologia, materia di appannaggio squisitamente pretesco, è fatta di infinite diatrìbe e scismi), suscettibilI di diverse interpretazioni, staremmo davvero freschi. Sarebbe meglio sostituirlI con Topolino. : ))
Ma io ti ho detto anche un'altra cosa, su cui tu hai sorvolato. E dunque te la ripeto più chiaramente.
Immagina di trovarti in una situazione in cui tu abbia un DISPERATO bisogno della fiducia altrui. Non sto scherzando: tutto può accadere, nella vita. Ed immagina ora di trovarti di fronte una persona che si fida solo di se stessa e dei suoi ascendenti, e tira dritto senza darti quella fiducia, perché non vuole CORRERE IL RISCHIO di una delusione.
Come ti sentiresti?
Matteo, 7,12: "le cose che volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro". Credo che questo sia uno scacco matto. Le uniche vie d'uscita mi sembrano infatti:
1) asserire che gli uomini desiderano NON riscuotere la fiducia altrui, il che è assurdo;
2) ostinarsi nel ritenere che anche questa frase sia stata pronunziata in un CONTESTO PARTICOLARE; ma anche questpo sarebbe assurdo, giacché si tratta di un principio generale non solo del cristianesimo, e mi pare davvero improponibile attribuirle un senso diverso da quello nel quale per 2 millenni è stata interpretata;
3) ripetere che "è arduo parlare del Vangelo", " grande foresta nella quale si dipartono infinite viuzze che porterebbero tutte allo stesso posto se si seguissero senza alcuno sviamento. Un solo passo errato e ti smarrisci." Parole tue. Ma qui c'è be poco da smarrirsi...
E dunque: il pensiero da te espresso dal commento 13 è contrario alla dottrina cristiana, come volevasi dimostrare.
Ripeto: queste cose io DEVO dirle, perché quando ci sono dubbi ci sono dubbi; ma quando dubbi non ce ne sono, bisogna parlare forte e chiaro, in modo che tutti possano intendere e formarsi una giusta convinzione.
Un'ultima cosa: tu non vuoi vivere delusioni??
Ma se sei discepolo di Gesù Cristo, dovresti sapere che la delusione (su questa Terra) è il tuo destino. La via è stretta, Maruca, molto stretta. Quando la vediamo larga, vuol dire che... stiamo sbagliando strada.
Di fronte dunque al problema della delusione, io ritengo che miglior consiglio sia, anziché il procurare di non essere delusi dagli altri, il tentare con tutte le proprie forze di non deludere coloro che la Provvidenza divina dovesse porre sulla nostra strada in cerca di fiducia. Perché le occasioni di fare del bene, anche solo con un sorriso e un gesto di fiducia, sono cose preziose, sono doni di Dio.
Giuda ti tradirà? Ebbene, anche Jean Valejan rubò i candelieri del vescovo, e questi asserì dinanzi ai gendarmi di averglieli regalati. Se noi cristiani vogliamo fare breccia nei cuori altrui, dobbiamo essere "diversi". "Voi siete il sale della Terra; ma se il sale diventa insipido, con che cosa lo si salerà? A null'altro serve più che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini".
Questo è il mio pensiero su questi argomenti, e sfido chiunque a rinvenire un solo brano del Nuovo Testamento che sia con esso in contraddizione.
12 anni e 4 mesi fa
Risposte successive (al momento 3) di altri utenti.
Noi possiamo ammirare le buone azioni e condannare quelle cattive, ma giudicare (in bene o in male) gli uomini è una pretesa assurda, in primo luogo perché nessun uomo è totalmente buono o totalmente cattivo, in secondo luogo perché gli uomini cambiano sia in peggio che in meglio. Ciò non esclude che io sia concorde con la circostanza che i crimini peggiori vengano commessi da ipocriti ritenuti dai più persone dabbene; e con il fatto che la nostra società guardi all'abito e non all'uomo, all'apparenza e non alla sostanza. Ma ritengo doveroso invitare tutti ad evitare di valutare gli altri: meglio valutarne le azioni... Secondo me chi pretende di valutare (in bene o in male) altre persone commette in re ipsa un errore madornale, sia quanto all'esattezza del giudizio, sia quanto alla pretesa di potere emettere una valutazione.
Mi spiego ancora, a beneficio di Vincenzo Cataldo (commento 17): non possiamo e non dobbiamo nè giudicare, nè misurare, nè pesare l'animo degli uomini: possiamo invece valutarne le azioni, ed anche lodare o punire la gente per le azioni che compie; ma valutare gli uomini è sciocco, perché domani l'assassino può mutarsi in eroe e il giudice (al di sopra di ogni sospetto) in assassino.
In sintesi: le azioni possono avere il bollino rosso o blu, gli uomini NO. Ma questa società è purtroppo abituata a giudicare gli uomini (e, ancor prima che a giudicare, a farsi i fatti altrui a preferenza che i propri, caratteristica su cui si fondano gossip, talk shows, grandi fratelli ed ogni deteriore spettacolo per sottosviluppati); abituata, addirittura, su istigazione di mass media pettegoli ed interessati allo share, ad emettere giudizi a vanvera prima ancora che i fatti siano accertati, rischiando, con avventati giudizi collettivi, addirittura di influenzare gli organi incaricati degli accertamenti e dei processi. Una cosa davvero ridicola e indegna. La colpa è degli organi di informazione; ma una informazione di questo tipo, sinceramente, può allignare solo sul pianeta delle scimmie.
Meditate, gente, meditate.
12 anni e 4 mesi fa
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Io mi sono semplicemente riferito alla tua asserzione, di cui al commento n. 13: "mi fido soltanto di me e, se fossero in vita, mi fiderei dei miei genitori, dei nonni e di pochissimi altri per non vivere quelle delusioni che cito nella frase. "
Orbene, le tue precisazioni ed i tuoi distinguo, che ora giungono addirittura a ritenere il cristianesimo una sorta di "così è se vi pare", deviano di continuo dal punto in questione, per cui ti chiedo cortesemente di rispondermi sullo stretto punto di cui è discorso: ritieni la tua asserzione di cui sopra, cioè (in poche parole) il concetto "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio", rispondente alla dottrina cristiana?
E se sì, per quale motivo?
A questa semplice domanda io vorrei che gentilmente mi dessi una risposta inequivoca.
Vedi, se il cristianesimo e la parola di Gesù Cristo fossero, DAL PUNTO DI VISTA MORALE E NON TEOLOGICO (giacché la teologia, materia di appannaggio squisitamente pretesco, è fatta di infinite diatrìbe e scismi), suscettibilI di diverse interpretazioni, staremmo davvero freschi. Sarebbe meglio sostituirlI con Topolino. : ))
Ma io ti ho detto anche un'altra cosa, su cui tu hai sorvolato. E dunque te la ripeto più chiaramente.
Immagina di trovarti in una situazione in cui tu abbia un DISPERATO bisogno della fiducia altrui. Non sto scherzando: tutto può accadere, nella vita. Ed immagina ora di trovarti di fronte una persona che si fida solo di se stessa e dei suoi ascendenti, e tira dritto senza darti quella fiducia, perché non vuole CORRERE IL RISCHIO di una delusione.
Come ti sentiresti?
Matteo, 7,12: "le cose che volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro".
Credo che questo sia uno scacco matto. Le uniche vie d'uscita mi sembrano infatti:
1) asserire che gli uomini desiderano NON riscuotere la fiducia altrui, il che è assurdo;
2) ostinarsi nel ritenere che anche questa frase sia stata pronunziata in un CONTESTO PARTICOLARE; ma anche questpo sarebbe assurdo, giacché si tratta di un principio generale non solo del cristianesimo, e mi pare davvero improponibile attribuirle un senso diverso da quello nel quale per 2 millenni è stata interpretata;
3) ripetere che "è arduo parlare del Vangelo", " grande foresta nella quale si dipartono infinite viuzze che porterebbero tutte allo stesso posto se si seguissero senza alcuno sviamento. Un solo passo errato e ti smarrisci." Parole tue. Ma qui c'è be poco da smarrirsi...
E dunque: il pensiero da te espresso dal commento 13 è contrario alla dottrina cristiana, come volevasi dimostrare.
Ripeto: queste cose io DEVO dirle, perché quando ci sono dubbi ci sono dubbi; ma quando dubbi non ce ne sono, bisogna parlare forte e chiaro, in modo che tutti possano intendere e formarsi una giusta convinzione.
Un'ultima cosa: tu non vuoi vivere delusioni??
Ma se sei discepolo di Gesù Cristo, dovresti sapere che la delusione (su questa Terra) è il tuo destino. La via è stretta, Maruca, molto stretta. Quando la vediamo larga, vuol dire che... stiamo sbagliando strada.
Di fronte dunque al problema della delusione, io ritengo che miglior consiglio sia, anziché il procurare di non essere delusi dagli altri, il tentare con tutte le proprie forze di non deludere coloro che la Provvidenza divina dovesse porre sulla nostra strada in cerca di fiducia. Perché le occasioni di fare del bene, anche solo con un sorriso e un gesto di fiducia, sono cose preziose, sono doni di Dio.
Giuda ti tradirà? Ebbene, anche Jean Valejan rubò i candelieri del vescovo, e questi asserì dinanzi ai gendarmi di averglieli regalati. Se noi cristiani vogliamo fare breccia nei cuori altrui, dobbiamo essere "diversi". "Voi siete il sale della Terra; ma se il sale diventa insipido, con che cosa lo si salerà? A null'altro serve più che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini".
Questo è il mio pensiero su questi argomenti, e sfido chiunque a rinvenire un solo brano del Nuovo Testamento che sia con esso in contraddizione.
Mi spiego ancora, a beneficio di Vincenzo Cataldo (commento 17): non possiamo e non dobbiamo nè giudicare, nè misurare, nè pesare l'animo degli uomini: possiamo invece valutarne le azioni, ed anche lodare o punire la gente per le azioni che compie; ma valutare gli uomini è sciocco, perché domani l'assassino può mutarsi in eroe e il giudice (al di sopra di ogni sospetto) in assassino.
In sintesi: le azioni possono avere il bollino rosso o blu, gli uomini NO. Ma questa società è purtroppo abituata a giudicare gli uomini (e, ancor prima che a giudicare, a farsi i fatti altrui a preferenza che i propri, caratteristica su cui si fondano gossip, talk shows, grandi fratelli ed ogni deteriore spettacolo per sottosviluppati); abituata, addirittura, su istigazione di mass media pettegoli ed interessati allo share, ad emettere giudizi a vanvera prima ancora che i fatti siano accertati, rischiando, con avventati giudizi collettivi, addirittura di influenzare gli organi incaricati degli accertamenti e dei processi. Una cosa davvero ridicola e indegna. La colpa è degli organi di informazione; ma una informazione di questo tipo, sinceramente, può allignare solo sul pianeta delle scimmie.
Meditate, gente, meditate.