Giuseppe Freda

Nella frase "La razionalità è la tomba della vita: proietta..." di Francesco Iannì
Due cose possiamo dare però per certe:
1) se mai ve n'è una, non è la razionalità la chiave di comprensione dell'Universo. Ne abbiamo due prove.
   a) La prima è il sostanziale abbandono, da parte della filosofia, del problema ontologico. Dopo le illusioni della filosofia greca, culminate negli assiomi di Aristotele; dopo le illusioni della filosofia medioevale, che tentava di costruire sulla "rivelazione" un'architettura razionale della "conoscenza" di Dio, la scienza ha preso il totale sopravvento su ogni speranza della ragione di penetrare il segreto della realtà.
    b) Ma questo "sopravvento" della scienza è di natura meramente pratica: la "razionalità" della scienza reca con sé gli stessi limiti della nostra natura umana; con essa noi proiettiamo noi stessi sull'Universo, non penetriamo, nel modo più assoluto, i suoi segreti. Le "scoperte" scientifiche altro non sono che un'approssimazione all'infinito al mistero che ci circonda, che ci sfugge completamente sia a livello percettivo, che a livello conoscitivo.
2) se mai ve n'è una, non è la razionalità la chiave di comprensione di noi stessi. I meccanismi interiori ed esteriori che guidano le nostre azioni e la nostra esistenza sono infinitamente più complessi, e chi credesse di poter razionalizzare se stesso e la propria vita commetterebbe il più frustrante degli errori.
    E' mia opinione che il problema sia di natura percettiva. Dobbiamo attendere che la natura ci munisca di nuovi strumenti, coi quali forse potremo percepire qualcosa di più del mistero che ci circonda: percepire in primo luogo l'amore che regge e governa tutte le cose. Questo amore di tutto per tutto, e innanzitutto nostro per il nostro prossimo, animali compresi, dovrà penetrare sempre più profondamente nella nostra natura, fino a renderci un tutt'uno con ciò che ci circonda. Fino ad allora, tentiamo di illuderci di vivere ancora nel Paradiso terrestre, abbandonandoci alla corrente della vita, ed affidiamoci con fiducia al mistero che ci ha generati, ci circonda e ci attende a braccia aperte. 
12 anni e 8 mesi fa
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Nella news Verbale del "VIIº concorso letterario internazionale di PensieriParole"
Flavia, non lasciarti incantare dalle etichette.
     Il vero problema non sono i 10 aforismi "pane e peperoni", ma come si è arrivati, negli ultimi 40 anni, alle cattedre universitarie all' "acqua di rose"...
Io di prof universitari ne conosco tanti... anche di italiano. Ma ce ne sono solo 2 o 3 che meritino la mia stima. E, in verità, non esattamente per esserlo diventati, ché quello è stato per essi il passare attraverso forche caudine che avrebbero preferito evitare...
     E ti racconto un episodio. Un giovane laureando sostiene con 30 e lode l'esame di diritto penale. Si laurea con 110 e lode, e in commissione c'è il titolare della cattedra, che ricordandolo (evidentemente ne era stato colpito in sede di esame) gli fa: "Vorrebbe divenire mio assistente?" Il giovane, lusingato, si reca l'indomani presso lo studio del prof, e viene ricevuto dal suo primo assistente, all'epoca giò libero docente, che a sua volta gli fa: "Oh, meno male che sei arrivato. Parla col prof, poi, quando esci, ti dò le chiavi della macchina. D'ora in poi sarà tuo il compito di portarla a lavare".
    Il giovane laureando ero io. Il prof è mo*rto da tempo. Non so... come andò a finire, perché letteralmente uscii da quello studio legale sbattendo la porta. Il libero docente continuò :) a lavare la macchina del prof, ma dopo una decina d'anni divenne professore ordinario. Non senza aver prima copiato pari pari, e pubblicato come propria, la tesi di laurea di mio fratello, che frattanto aveva vinto a Napoli il premio Giannuzzi Savelli per la migliore tesi di laurea degli ultimi 10 anni (era 10 anni che non si assegnava) in diritto penale.
     Spero solo che l'interessato si faccia vivo. Poi faccio nomi e cognomi, prima di andarmene anch'io all'altro mondo.
     Perciò, cara Flavia, i' so' pazz: me ne strafoffevo allora dei prof universitari, figurati ora... ; ))
     Per carità, questo prof che tu dici è possibile, e forse anche probabile che sia l'eccezione che conferma la regola. Può ben essere possibile che egli, diversamente da QUASI TUTTI, non sia passato per la trafila di concorsi a cattedra di cui già in precedenza si conoscevano gli esiti, perché sostenuti da persone (giustamente) "portate" dai titolari di cattedra.
    Però... avrei un piccolo appunto da fargli. Se io ho in mano una bilancia da fruttivendolo, e devo pesare un'arancia da 50 grammi, non posso voltare la stadera, come si dice a Napoli, " 'a via 'o gruosso", cioè dalla parte dove si pesano i chili. Devo voltarla dalla parte dove si pesa il piccolo. In buona sostanza: il giudizio da esprimersi era RELATIVO, non ASSOLUTO. E' chiaro che se metti qualsiasi cosa scritta da scrittori naìf come noi a paragone con Giacomo Leopardi, cioè con l'assoluto, prendiamo tutto il minimo (1 è già troppo)...  Ma ciò che gli si chiedeva era scendere nel mondo dei pigmei, anzi che dico: delle formiche. Ci si deve scendere con la lente d'ingrandimento, non col telescopio di Monte Palomar, proprio allo scopo di poter vedere se per caso c'è una formichina "alta" appena un millesimo di millimetro più di un'altra.. : ))
    E allora, senza tema di smentita, io ritengo quella serie di 1 una stucchevole esibizione di gratuita cattedraticità, che ben poteva esserci risparmiata.
    Anche perché, se vai poi a vedere le poesie, spicca in una serie di 1 e 2, un 5 che non si capisce se sia sceso da un altro pianeta o se fosse un 1 cui è venuto un baffo orizzontale perché il prof si era scottato la lingua col caffè... 
    : )))))))))
   Flavia, si dice a Napoli: " fosse nu rancetiello, e fosse 'e scoglio!! " E tu sai che io sono un cultore dell'antica sapienza dei padri fondatori della mia millenaria cultura.
12 anni e 8 mesi fa
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Nella frase "La frase è stata rimossa per volere dell'autore."
Racconta pure il tuo romanzo: molti lo leggeranno con attenzione e con empatia.
E non vi saranno più né solitudine, né abbandono.
12 anni e 8 mesi fa
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