Ciao, nei tuoi scritti c'è un'ape (anzi un moscone) che sta volando di fiore in fiore, posandosi ora qua, ora là. Questo fiore è, nella sua semplice struttura, molto bello. Le molte parole spesso impediscono il fluire immediato del sentire, che è fatto di piccoli lampi di luce. Riuscire ad esprimerli è il succo della poesia, e illumina la vita.
13 anni e 7 mesi fa
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Interessante, questa idea della reazione a catena per cui l'anima produce favole di cui al tempo stesso si nutre.
Per quanto io possa riesaminare la questione, non posso esimermi dal ritenere, a livello meramente razionale, che il generante (l'anima) non abbia bisogno del generato (la favola), ma lo produca spontaneamente; e che invece il generato (la favola) abbia bisogno, per la sua stessa esistenza, del generante (l'anima).
Tuttavia, non posso negare che I FATTI (i quali, notoriamente, spesso non tengono in alcun conto la mera razionalità) dimostrino l'effettivo sussistere NELLA REALTA' di una situazione per cui l'anima, che genera favole, al tempo stesso se ne nutre. E si nutre non solo delle favole proprie, ma anche di quelle altrui; e chi si nutre di qualcosa, nei fatti ne ha bisogno, anche se astrattamente, da un punto di vista strettamente causale, ciò non appare.
Una corrispondenza biunivoca tra anima e favola: cioè una relazione di equivalenza, cioè una relazione binaria riflessiva, simmetrica e transitiva. Parrebbe dunque esatto che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, come disse Shakespeare...
A questo punto però resta ancora una sola cosa da capire: è proprio vero che è l'anima a produrre le favole? E se fosse vero anche l'inverso? Se cioè fossero anche le favole a generare l'anima? In una relazione di corrispondenza biunivoca riscontrata tale per via di fatti, non ci sarebbe da stupirsene. Se così fosse, si verrebbe a capo di tante cose: la prima potrebbe essere l'esistere di una Favola cui sia necessaria la generazione e l'esistenza di anime, alla stessa maniera in cui alle anime è necessaria la generazione e l'esistenza di favole.
In barba alle serie di processi chimici che avvengono in uno specifico ammasso di atomi... ; )
10 anni e 8 mesi fa
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Per quanto io possa riesaminare la questione, non posso esimermi dal ritenere, a livello meramente razionale, che il generante (l'anima) non abbia bisogno del generato (la favola), ma lo produca spontaneamente; e che invece il generato (la favola) abbia bisogno, per la sua stessa esistenza, del generante (l'anima).
Tuttavia, non posso negare che I FATTI (i quali, notoriamente, spesso non tengono in alcun conto la mera razionalità) dimostrino l'effettivo sussistere NELLA REALTA' di una situazione per cui l'anima, che genera favole, al tempo stesso se ne nutre. E si nutre non solo delle favole proprie, ma anche di quelle altrui; e chi si nutre di qualcosa, nei fatti ne ha bisogno, anche se astrattamente, da un punto di vista strettamente causale, ciò non appare.
Una corrispondenza biunivoca tra anima e favola: cioè una relazione di equivalenza, cioè una relazione binaria riflessiva, simmetrica e transitiva. Parrebbe dunque esatto che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, come disse Shakespeare...
A questo punto però resta ancora una sola cosa da capire: è proprio vero che è l'anima a produrre le favole? E se fosse vero anche l'inverso? Se cioè fossero anche le favole a generare l'anima? In una relazione di corrispondenza biunivoca riscontrata tale per via di fatti, non ci sarebbe da stupirsene. Se così fosse, si verrebbe a capo di tante cose: la prima potrebbe essere l'esistere di una Favola cui sia necessaria la generazione e l'esistenza di anime, alla stessa maniera in cui alle anime è necessaria la generazione e l'esistenza di favole.
In barba alle serie di processi chimici che avvengono in uno specifico ammasso di atomi... ; )