Ecco, è proprio qui il punto: secondo te è cristiano chi "crede"?
Te lo dico io cosa ci vuole per essere cristiani, e per CREDERE sul serio:
1) Essere CERTI dell'imperfezione propria (e anche di quella altrui), sia quanto al conoscere,sia quanto all'agire;
2) Fare tutto il possibile per agire nei confronti degli altri come si vorrebbe che gli altri agissero nei confronti di se stessi, sia quanto al fare, sia quanto al non fare.
Se poi arriva la fede, bene; ma se non arriva, i due punti di cui sopra sono sufficienti, perché ne sono TESTIMONIANZA VIVENTE. Ché se poi, viceversa, la fede dovesse arrivare in assenza dei due punti di cui sopra, ritieni pure per certo che non sarebbe fede, ma pura illusione, vanagloria o follia.
Io ti riconosco dunque come cristiano a tutti gli effetti, checché tu possa dirne o pensarne. : )))
Questo pensiero, estremamente superficiale e semplicistico, è a mio avviso un tipico esempio di laconica e stucchevole pseudosapienza aforistica.
L'importante, amici miei, non è COSA si fa, ma i MOTIVI RAZIONALI per cui lo si fa, e il COME lo si fa.
Spesso, infatti, la mancanza dei risultati sperati non dipende dal fare e rifare una cosa, ma dal FARLA MALE.
In questi casi, facendo e rifacendo sempre le stesse cose, prima o poi si impara a farle, e i risultati arrivano.
Un esempio?
C'è stata un'epoca in cui non vi era razzo lanciato da Von Braun che non cadesse poco dopo il lancio. E gli stolti ridevano, fomentati da certa stampa incompetente e superficiale, che addirittura ridicolizzava lo scienziato chiedendone la “testa”.
Ma da un certo momento in poi, con grande sorpresa dei trogloditi, i razzi non sono più caduti.
E l'uomo è arrivato sulla Luna, e oggi esplora l'intero sistema solare.
Tutto per merito di quel p*a*z*z*o di Von Braun.
L'unico reale possedimento che possiamo acquisire è quello di noi stessi. Tutto il resto, lo dovremo lasciare, e quanto più avremo, più sarà difficile lasciarlo, perché ci saremo attaccati alla materia e alle cose. Ciò che avremo invece costruito in noi stessi, rimarrà con noi, finché avremo vita. Cioè per sempre.
Te lo dico io cosa ci vuole per essere cristiani, e per CREDERE sul serio:
1) Essere CERTI dell'imperfezione propria (e anche di quella altrui), sia quanto al conoscere,sia quanto all'agire;
2) Fare tutto il possibile per agire nei confronti degli altri come si vorrebbe che gli altri agissero nei confronti di se stessi, sia quanto al fare, sia quanto al non fare.
Se poi arriva la fede, bene; ma se non arriva, i due punti di cui sopra sono sufficienti, perché ne sono TESTIMONIANZA VIVENTE. Ché se poi, viceversa, la fede dovesse arrivare in assenza dei due punti di cui sopra, ritieni pure per certo che non sarebbe fede, ma pura illusione, vanagloria o follia.
Io ti riconosco dunque come cristiano a tutti gli effetti, checché tu possa dirne o pensarne. : )))
L'importante, amici miei, non è COSA si fa, ma i MOTIVI RAZIONALI per cui lo si fa, e il COME lo si fa.
Spesso, infatti, la mancanza dei risultati sperati non dipende dal fare e rifare una cosa, ma dal FARLA MALE.
In questi casi, facendo e rifacendo sempre le stesse cose, prima o poi si impara a farle, e i risultati arrivano.
Un esempio?
C'è stata un'epoca in cui non vi era razzo lanciato da Von Braun che non cadesse poco dopo il lancio. E gli stolti ridevano, fomentati da certa stampa incompetente e superficiale, che addirittura ridicolizzava lo scienziato chiedendone la “testa”.
Ma da un certo momento in poi, con grande sorpresa dei trogloditi, i razzi non sono più caduti.
E l'uomo è arrivato sulla Luna, e oggi esplora l'intero sistema solare.
Tutto per merito di quel p*a*z*z*o di Von Braun.