Mauro Lanari

Nella pagina del Film Gemini Man di Ang Lee
Un film che ripropon'il tema del doppio tramite sci-fi, action, dislocazione cronologica non può non ricorrere alla tecnologia digitale. Che sia "Face/Off" (Woo 1997), "Terminator", "S1mOne" (Niccol 2002), "Gattaca" (Niccol 1997), "Southland Tales" (Kelly 2006), è un evergeen intramontabile che Lee ci presenta con alcune facilonerie di scrittura, ma non tante quant'in un sequel a caso della saga "Mission: Impossible".
5 anni e 2 mesi fa
Nella pagina del Film Tutti pazzi a Tel Aviv di Sameh Zoabi
Coraggioso o sconsiderato nel suo divertente e divertito approccio a un conflitto di portata biblica? Coraggioso, quant'un 1° Woody Allen m'anche quant'un nostrano Covatta. Il disinnesco umoristico è efficace.
5 anni e 2 mesi fa
Nella pagina del Film C’era una volta… a Hollywood di Quentin Tarantino
Nel 1990 Gore Vidal, presidente della giuria veneziana*, sì comportò come molti oggi con questo lavoro pseudoregistico, e fece scàndalo con un'"opinione fragilissima, ai limiti del ridìcolo" (Beniamino Placido: https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/09/22/venezia-scatenata-la-vendetta.html). Tarantino miglior storyteller e grande letterato? Allora pubblicasse direttamente le sue sceneggiature, se non sa (più) trasformarle in cinema col suo codice diverso, quello audiovisivo ch'esige "instant cult", inquadrature e sequenze che dovrebbero scalfire il c.d. immaginario collettivo, mentr'in questo caso dopo metà film, visto (ascoltato?) il monologo di DiCaprio, mi son'addormentato. La smettesse di citare e ricordare soprattutto "The Big Sleep".

*Questa notizia non è presente nelle voci di Wikipedia a lui dedicate.
5 anni e 2 mesi fa
Nella pagina del Film C'era una volta a... Hollywood di Quentin Tarantino
Nel 1990 Gore Vidal, presidente della giuria veneziana*, sì comportò come molti oggi con questo lavoro pseudoregistico, e fece scandalo con un'"opinione fragilissima, ai limiti del ridìcolo" (Beniamino Placido: https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/09/22/venezia-scatenata-la-vendetta.html). Tarantino miglior storyteller e grande letterato? Allora pubblicasse direttamente le sue sceneggiature, se non sa (più) trasformarle in cinema col suo codice diverso, quello audiovisivo ch'esige "instant cult", inquadrature e sequenze che dovrebbero scalfire il c.d. immaginario collettivo, mentr'in questo caso dopo metà film, visto (ascoltato?) il monologo di DiCaprio, mi son'addormentato. La smettesse di citare e ricordare soprattutto "The Big Sleep".

*Questa notizia non è presente nelle voci di Wikipedia a lui dedicate.
5 anni e 2 mesi fa
Nella pagina del Film Rambo: Last Blood di Adrian Grunberg
L'incipit è quello del Coppola che quarant'anni fa sintetizzò Vietnam, i Doors e sintomi da DSPT. La domanda del marketing è: quanto può interessare la riproposta d'una denuncia contr'il nichilismo, quando la cultura umana è essenzialmente intrisa di strategie di sopravvivenza, meccanismi di difesa, tentativi d'escapistico rimedio da tale consapevolezza? Tarantino ha reindicato la via della mitopoiesi induistica, omerica, ebraica, norrena: un'affabulazione che non va da nessuna part'e in più tant'ultraviolenza grindhouse da sparatutto per colmare questo vuoto cosmico. Apprezzato, osannato, celebrato, Stallone e il suo nuovo Rambo s'adeguano. E anche David Morrell dovrebbe cercare di capire cosa sia cambiato in quasi mezzo secolo invece di twittare anatemi (https://twitter.com/_DavidMorrell/status/1175060258399481857).
C'è pur'inserita una polarizzazione della geopolitica d'Hollywood nei confronti del Messico, dagl'Oscar ai "three amigos" e Coco al nuov'impero del male ("Breaking Bad", il Villeneuve di "Sicario"), ma con la 7a arte non c'entra nulla.
5 anni e 2 mesi fa
Nella pagina del Film Yesterday di Danny Boyle
L'idea della seconda chance grazie a un mondo alternativo/parallelo buono per la cosmologia dell'MCU*, un protagonista amorosamente impacciato per ragioni inspiegate, le canzoni dei Fab Four e dei lor'epigoni considerate imprescindibili per un mondo migliore senz'alcun controfattuale. Boyle e Curtis sfornan'un prodotto dalla superficie dorata e inconsistente. Attenti a grattar via la patina.

*Questo spunto è identico allo sketch di Troisi in "Non ci resta che piangere" del 1984.
5 anni e 2 mesi fa
Nella pagina del Film Tolkien di Dome Karukoski
È un biopic più didascalico che didattico, come leggere un articolo di Wikipedia sull'autore? È stato giusto raccontare la storia del fondatore del fantasy moderno usando e abusando del suo stile che rimpiazza molte verità biografiche? Indipendentemente da ciò, il film sembr'essere stato girato più per la fama di Tolkien che per l'oggettivo interesse della vita del giovane scrittore, di fatto abbastanza convenzionalmente dickensiana. Maltrattato da critica e pubblico per questa condivisibile ragione.
5 anni e 2 mesi fa
Nella pagina del Film Widows - Eredità criminale di Steve McQueen II
McQueen è abile nel compiacere le giurie del festival coi suoi formalismi autoriali e i suoi temi di pseudodenuncia sociopolitica. Con "Widows" è il turno del #metoo, e scemo chi ci casca.
5 anni e 2 mesi fa
Nella pagina del Film Atto di fede di Roxann Dawson
L'esordio della Dawson propone il ritorn'all'ovile del teismo cristiano come panacea al nichilismo, e non quello nietzscheano bensì quello che nella cultura occidentale inizia dalla fatalistica epica d'Omero. Il clamoroso successo dei film di Kendrick le garantisce che non avrà bisogno di molta fede per essere sicura degl'incassi al botteghino. Ed elude l'annoso problema che la taumaturgia è taboriticamente effimera e sporadicamente diffusa poiché, evangelicamente e fattualmente, è solo una "primizia dello Spirito" (Romani 8, 23) a finalità proselitistica (Marco 16, 15-18).
5 anni e 2 mesi fa
Nella pagina del Film Dolor y gloria di Pedro Almodovar
Nella categoria dell'arte autoreferenziale, autoanalitica e autobiografica, reputo più interessante il confronto con altri autori rispett'a quelli che ho trovato citati nelle recensioni a "Dolor y gloria". Non l'ho percepito un film riuscito, non ho ricevuto l'impressione ch'Almodóvar abbia saputo o voluto trasfigurare il suo personalissimo materiale. L'inizio coi capitoli "geografia" e soprattutto "anatomia", elenco animato dei vari acciacchi di salute, prometteva una forma di rielaborazione trieriana, potentemente ingegnosa, sarcastica al limite dell'autoparodia, ma non sono tonalità ch'appartengono alla tavolozza di Pedro. Altro regista notorio per la tormentata ricerca d'estendere il proprio ombelico alla condizione umana è Moretti, e il suo film migliore è quel "Caro diario" (1993) in cui s'è vincolato a una struttura classica come quella wolffiana (la stessa presente anch'in "Antichrist", 2009). Qui invece siamo vicini a un flusso di coscienza liberatorio e catartico più per chi lo esprime che per chi ne fruisce. Dett'altrimenti, ho qualche difficoltà a identificarmi con questo tipo di resoconto d'una vita eccentricamente banale, troppo soggettivo e troppo poco oggettivo.
Non capisco poi come si faccia a equivocare tra "8½" e "Amarcord", tra un bilancio esistenziale provvisorio ed uno testamentario di fine carriera. "Caro diario", Trier, "Youth" di Sorrentino rientrano nella 1a specie, questo d'Almodóvar nella seconda per ovvie ragioni anagrafiche.
5 anni e 2 mesi fa