Mauro Lanari

Nella pagina del Film Alita - Angelo della battaglia di Robert Rodriguez
Una parata di remake affastellati assieme con la banale linearità dello storytelling dell'ultimo Cameron non è garanzia d'un buon risultato, ancor meno s'il riferimento di base è Pinocchio al femminile, più uno dei tanti teen romance con una giovane eroina contro (quasi) tutti in un campo di combattimento preso da "Rollerball" (Jewison, 1975) e in una società distopica divisa in due macrocategorie ("Racconto di due città", Dickens 1859; "La macchina del tempo", Wells 1895; ..."Elysium", Blomkamp 2013), più l'ultraviolenza del tarantiniano Rodriguez evocativa di Takashi Miike ("Ichi the Killer", 2001) o dei cyborg di Verhoeven ("RoboCop", 1987).
5 anni e 6 mesi fa
Nella pagina del Film Momenti di Trascurabile Felicità di Daniele Luchetti
Un medioman gialappasiano in un contesto molto più alla Warren Beatty ("Il paradiso può attendere", 1978) che alla James Stewart di Capra (1946). L'argomento serio forse per eccellenza è trattato coi toni della commedia semplice e spensierata, i quali stridono con l'ambizioni d'un film ch'invece non vorrebb'affatto esser'inconsistente, annacquato e, appunto, trascurabile. In questo lavoro di Lucchetti la banalità del quotidiano non viene disinnescata ma si riverbera e dilaga con tanto di messaggio finale sull'accettazione assolutoria e incondizionata della vita, a prescindere da pregi e difetti.
5 anni e 6 mesi fa
Nella pagina del Film Gloria Bell di Sebastián Lelio
Una singola scena riassum'il film: una marionett'a forma di scheletro balla mentre la protagonista assist'allo spettacolo e s'identifica con essa. Ménage quotidiano d'una over cinquantenne fin troppo normale per interessare chi non esperisce il suo stesso tipo di problemi, ma incanta chi si ritrova in lei (a esempio Julianne Moore, onnipresente com'attrice e produttrice esecutiva). Una donna ch'affronta quel che le resta da campare con una strategia di sopravvivenza priva di scopi significativi. Abbastanza squallido.
5 anni e 6 mesi fa
Nella pagina del Film The Teacher di Jan Hrebejk
Wow: il ritorno della dark lady, quanto di più politicamente scorretto nel tempo del #metoo. La risposta oltre cortina a "Rivelazioni" di Crichton & Levinson. Forse una denuncia così netta sull'abuso di potere da parte femminile (con la connivenza dei famigerati genitori benestanti) mancav'al cinema da quel 1994.
5 anni e 6 mesi fa
Nella pagina del Film Red Joan di Trevor Nunn
Trevor Nunn non dirige un biopic su Melita Norwood, a malapena citata sui titoli di coda come fonte d'ispirazione, poiché lei era una comunista agente del KGB. Semmai, a lui interessa un discorso sulla lungimiranza geopolitica da parte di un'esponente delle minoranze sociali dell'epoca, in questo caso le donne. Niente di male se non fosse per il malriuscito connubio fra spy story e romanticismo. Ritmo lento ma non noioso. E comunque, molto meglio di "Allied" (Zemeckis, 2016).
5 anni e 6 mesi fa
Nella pagina del Film Modalità aereo di Fausto Brizzi
Con una carola natalizia Brizzi si vendica dei social che l'hanno messo alla gogna, scùlaccia i nativi digitali e fa il buonista reazionario diluendo nell'arco del lungometraggio le scarseggianti battute divertenti.
5 anni e 6 mesi fa
Nella pagina del Film Attacco a Mumbai - Una vera storia di coraggio di Anthony Maras
Una decina di giovani jihadisti massacra i facoltosi ospiti del prestigioso Taj Mahal Palace Hotel, tra i sopravvissuti una madre che si ricongiunge al bimbo affidato alla badante. L'esordiente Maras riesce nell'improba impresa di renderci più antipatici le vittime e gli ostaggi che i carnefici.
5 anni e 6 mesi fa
Nella pagina del Film Copperman di Eros Puglielli
Un Forrest Gump nostrano nei panni alla moda del supereroe convince molto poco.
5 anni e 7 mesi fa
Nella frase "La filosofia della storia novecentesca ha..." di Mauro Lanari
La pensava così pure Eco.
5 anni e 7 mesi fa
Nella pagina del Film A un metro da te di Justin Baldoni
Anche gl'adolescenti (odierni e benestanti) piangono. È un bene che pure loro si liberino da oltreomistici deliri d'onnipotenza e riconoscano la propria costitutiva fragilità, vulnerabilità, infermità. È un male ch'il regista confini ciò nell'ambito d'una specifica patologia medica invece di farne un (per ora) ineluttabile discorso universale. Superflui gl'ammiccamenti alla psicologia d'Harlow e al dramedy shakespeariano; fastidioso il superficiale approccio ideologico ("la vita è breve, goditela").
5 anni e 7 mesi fa