Mauro Lanari

Nella pagina del Film Fallen di Scott Hicks
Non c'è nulla di male in sé nei racconti di formazione femminile YA. Il male sta nell'approccio da res'incondizionata alla teologia negativa, all'etica della finitudine, alla "Flatlandia" postmoderna e al suo abnorme tasso di superficialità. Jane Austen ed Emily Brontë dietro a Bella Swan, Katniss, 'Tris' Prior, Lucinda "Luce" Price, col distopico spacciato per utopico e la deformazione per formazione. Lo sdoganamento del "chick flick" coll'aggravante della serialità, un "Twilight biblico". La saga in 5 film "The Prophecy" (1995-2005) sembrav'una scemenza al di sotto del b-movie, m'al confronto va iper-rivalutato non fosse che per la presenza nei primi due capitoli d'uno come Walken. Idem per il pomposo Handke sceneggiatore del wendersiano "Il cielo sopra Berlino" (1987). "Coraggio, il meglio è passato" (Flaiano).
7 anni e 9 mesi fa
Nella pagina del Film L'ora legale di Ficarra e Picone (Zelig)
Non appartengon'alla generazione dei Gaber o dei Paolo Rossi, del '68 o del '77, dei nati usando cabaret e comicità com'arma impropria, strumento di lotta di class'e denuncia sociopolitica. Sono della mia generazione, la successiva cresciut'a Dandini, "Cuore" di Serra, "Zelig off", Gialappa's, dal respiro più ampio e profondo, meno local e più global. Erano quelli dei "casi umani" studiati e ri(rap)presentati con superlativa bravura. Poi, a uno a uno, hanno fatto dietrofront downgradandosi e nella loro retroguardia son diventati sussiegosamente impegnati, sono sces'in campo, si son schierati nell'agone della (in)civiltà nazionale, dai Guzzanti agl'Albanese e adesso pure loro, Ficarra & Picone. Non si ride, non ci si diverte, non si scherza, non c'è ironia, satira o sarcasmo, son scivolati per direttissima nella cup'amarezza, nel disperato disfattismo, nella drammaticità irrimediabile. Lo slancio ideale è crollato sotto le macerie della triste realtà. Nessun guizzo residuo: campane a lutto, rigor mortis, cinica cattiveria, per loro la commedia sagace e salace è un lusso ch'il nostro Paese non ha più il diritto di permettersi. Mi defilo.
7 anni e 10 mesi fa
Nella pagina del Film In Dubious Battle - Il coraggio degli ultimi di James Franco
Un film che lascia indifferenti: spreco d'attori talentuosi, Franco glaciale come regista, interprete e ruolo, ma prima di tutto un discorso politico steril'e miope, ancor più nell'odierna globalizzazione.
5 anni e 6 mesi fa
Nella pagina del Film The Teacher di Jan Hrebejk
Wow: il ritorno della dark lady, quanto di più politicamente scorretto nel tempo del #metoo. La risposta oltre cortina a "Rivelazioni" di Crichton & Levinson. Forse una denuncia così netta sull'abuso di potere da parte femminile (con la connivenza dei famigerati genitori benestanti) mancav'al cinema da quel 1994.
5 anni e 5 mesi fa
Nella pagina del Film Fuga da Reuma Park di Morgan Bertacca
“Fanta-autobiopic” (Alò). Film coraggiosissimo per gli standard italioti: esce com’un cinepanettone qualsiasi e invece è un Hellzapoppin’ fra il Bergman de “Il settimo sigillo” e il Fellini di “Amarcord”. Imperdibile.
5 anni e 1 mese fa
Nella pagina del Film Nome di donna di Marco Tullio Giordana
Dalle stragi di mafia e dalla strategia della tensione al #metoo. Fors'il peggior Giordana.
6 anni e 4 mesi fa
Nella pagina del Film Un posto tranquillo di John Krasinski
Nel febbraio 2014 e nel giugno 2016 i coniugi Krasinski diventano genitori d'Hazel e Violet: John cade nel panico e si chiede tardivamente s'egli poss'essere un padre abbastanza buono lottando giusto per mantener'in vita le figlie in un mondo da incubo. La risposta è positiva, tant'è che nel 2018 questa coppia modello di genitorialità gir'un survival horror post-apocalittico che dovrebbe metaforizzare quanto sopra. Tra rimandi a Romero, Shyamalan e Carpenter, "A Quiet Place" impon'un messaggio piuttosto pro-life e una sovrumana sospensione dell'incredulità, l'elemento più fantascientifico del film (insonorizzazione con materiale fonoassorbente: concetto sconosciuto agl'esseri umani del 21° secolo, e molt'altre scemenze).
3 anni e 4 mesi fa
Nella pagina del Film Silence di Martin Scorsese
Kurosawa diresse sia in b/n ch'a colori e tematizzò sia la marginalità quotidiana che l'epicità shakespeariana. Nel suo terz'ultimo film, "Sogni" del 1990, la parte di Van Gogh venn'interpretata da Scorsese. "Silence" è un insistito tributo a entrambi quest'aspetti del cineasta nipponico, con l'aggiunta sul versante contenutistico dell'ossessioni da ex-seminarista che hanno dilaniato l'esistenza del 74enne collega italoamericano, ossessioni espresse fin dal suo 2° lungometraggio "Boxcar Bertha" del '72 (cf. la crocifissione di Carradine: https://3.bp.blogspot.com/-SqKsT_TMa_Y/WJceCI450II/AAAAAAAAA2I/kzms8-5Xmnwv6oOaVoG3q7Lym2q7-TxmACLcB/s1600/CARRADINE.jpg). Stavolta Scorsese ha scelto come protagonista Andrew Garfield facendolo passare dal supereroismo di Spider-Man all'imitatio dell'uomo-Dio per affermare che l'abiura/apostasia è sol'apparente, poiché nell'intimo è rimasto, lui e il suo alter-ego onscreen, cristiano: il giudizio divino si fonderebbe non sugl'atti esteriori ma sulla fede(ltà) interiore, non sul corp'e il comportamento ma sullo spirito. Inoltr'affront'in un unico filotto 3 problemi religiosi nettamente distinti e separati: il "silenzio di Dio" nella "teologia della croce" dell'"evangelizzazione missionaria". Un caos (="Ran"?), mentre nel frattempo l'Occidente s'è secolarizzato e dal Vaticano II in poi lo stesso cattolicesimo s'è sempre più apert'al dialogo interreligioso e coi non credenti, la parte atea dell'umanità. Perciò il film risulta datato a prescindere dai quasi 30 ann'impiegati per la sua realizzazione. Dreyeriano nel kierkegaardizzante paradosso teologico ("Ordet - La Parola") e nell'efferatezza del martirio ("La passione di Giovanna d'Arco"), Conrad e Coppola hann'attinto dal medesimo bacino ma con molto men'impeto didascalico se non catechetico. Ed è la pochezza concettuale del film a renderlo incapace d'emozionare. Talment'anacronistico ch'oggi l'oltranzismo/fanatismo/integralismo religioso di "Silence" è riscontrabile solo nell'ISIS (o in Mel Gibson). Almeno spero.
7 anni e 9 mesi fa
Nella pagina del Film Billy Lynn: Un giorno da eroe di Ang Lee
Non condivido "l'immersione nella computer grafica digitale in un cinema ch'è meravigliosa finzion'esposta. Come se l’unico modo per raccontare una presa di coscienza, la maturazion'e la comprensione di sé, passasse per rompere ogni realismo." Qui l'HD sperimental'e metacinematografico è un controsenso per un Ang Lee modesto ma mesto e viceversa, in un compito sufficiente poiché trattato non con sufficienza. Emozionante soprattutto l'epilogo in cui il protagonista dovrà scegliere fra il bellicismo dei connazionali e il ritorn'in Iraq assiem'ai commilitoni. Con un imprevisto, amaro sussulto di disillusione opterà per chi ha più bisogno di lui quale compagno e amico, mentre la sorella Kristen Stewart è di fatto più matura e quindi autonoma. Null'a che spartire con la "war addiction" di Renner in "The Hurt Locker" (2008) della Bigelow.
7 anni e 9 mesi fa
Nella pagina del Film John Wick 2 di Chad Stahelski
Due stunt di "Matrix" come regista e produttor'esecutivo, lo stesso protagonista Reeves, lo stesso coprotagonista Fishburne, però della trilogia wachowskiana 1999-2003 non è rimasto manco il "bullet time". Rece dei professionisti: "Divertiment'assicurato se a cervello spento." Cervello che? Oltre l'action, western, noir, wuxia, splatter, revenge, exploitation, così inverosimilment'estremo da sfociare nel caricaturale. Highlander reboot e ributtante, migliora il suo score dall'80ina di vittime del 1° capitolo a 141. Forse disponibile un multiplayer per sfidarlo dalla console di casa. L'inseguimento sotterraneo come quello nelle fogne viennesi de "Il terzo uomo" (Reed, 1949) e iI prefinale sul calco della scena nella sala degli specchi de "La signora di Shanghai" (Welles, 1947) sono l'unica cosa ch'esige una reale vendetta.
7 anni e 8 mesi fa