Mauro Lanari

Nella pagina del Film Vox Lux di Brady Corbet
Nel periodo fra le stragi scolastiche statunitensi e l'11 settembre, "un ritratto del XXI secolo" simboleggiato dalla vita d'una popstar faustiana ("One for the money. Two for the show. Three to make ready. And four to go"), reincarnazione della Nina de "Il cigno nero". L'ambizione di Corbet è smisurata, il risultato detestabile: istrionismo e supponenza per costruire un apologo sulle colpe della spensieratezza, un'allegoria fin troppo ovvia e scoperta sulla colpevolezza intrinseca di ciò che distoglie lo sguardo («non voglio che la gente pensi» – declama Celeste – «voglio solo che si senta bene»), denuncia d'un mondo di cui replica in gran parte la superficialità.
3 anni e 5 mesi fa
Nella pagina del Film Le mans '66 - La grande sfida di James Mangold
Un "auto action" film che sa rientrare nell'orbita del cinema medio hollywoodiano con più d'un accenno al dramma esistenziale. A+  su CinemaScore è esagerato, ma controbilancia l'odierna rarità di questo genere d'opere.
5 anni fa
Nella pagina del Film Gemini Man di Ang Lee
Un film che ripropon'il tema del doppio tramite sci-fi, action, dislocazione cronologica non può non ricorrere alla tecnologia digitale. Che sia "Face/Off" (Woo 1997), "Terminator", "S1mOne" (Niccol 2002), "Gattaca" (Niccol 1997), "Southland Tales" (Kelly 2006), è un evergeen intramontabile che Lee ci presenta con alcune facilonerie di scrittura, ma non tante quant'in un sequel a caso della saga "Mission: Impossible".
5 anni e 1 mese fa
Nella pagina del Film Hole - L'abisso di Lee Cronin
"Psyco", "Dark Water" (Nakata, 2002; remake di Salles, 2005), "Changeling" (Eastwood, 2008), "Enemy" (Villeneuve, 2013), "Babadook" (Kent, 2014), "Madre!" (Aronofsky, 2017), "Stranger Things" con Winona Ryder alla caccia del figlio Will Byers? Più che altro, "Tully" (Reitman, 2018) in salsa horror: una depressione (l'"hole") abissale fin'al disturbo dissociativo d'identità, ergo poca logica, pochissimo budget, zero originalità. Per la gioia degl'esordienti coccolati dal Sundance.
4 anni e 10 mesi fa
Nella pagina del Film Doctor Sleep di Mike Flanagan
Troppi film in uno solo e troppo disomogenei. La parte che ho più apprezzato concerne la gestione della luccicanza, un potere paranormale ambivalente che rischiava d'essere trattato ancora come metafora delle paturnie adolescenziali (Stan Lee, Marvel, cinecomics). Invece la piccola debuttante Kyliegh Curran ed Ewan McGregor s'aggirano in territori adulti e meno irrisolti di "Red Lights" (Cortés 2012), favoriti dalla presenza scenica di Cliff Curtis, Bruce Greenwood, Zahn McClarnon (qui un Colin Farrell nativo nordamericano) e soprattutto d'un'indimenticabile Rebecca Ferguson. La parte su immortalità (i villain vampireschi del True Knot) e aldilà (i dialoghi del Doctor Sleep coi moribondi) è frivola, e quella sull'Overlook Hotel semplicemente posticcia. Preso atto che nessun'immagine di Flanagan possied'un singolo briciolo dell'iconicità di Kubrick, avrei scelto d'evitar'il confronto a ogni costo.
4 anni e 11 mesi fa
Nella pagina del Film Il giorno più bello del mondo di Alessandro Siani
Sarà che ho una certa età e m'è tornato in mente non "Stranger Things" ma la saga disneyana de "Il computer con le scarpe da tennis" (1° capitolo: 1969) o il nostrano "Uno sceriffo extraterrestre..." (1979) con Bud Spencer e il piccolo protagonista d'"Incontri ravvicinati del terzo tipo", mentre Siani si destreggia fra Troisi, Pieraccioni e Nuti calcando sul napoletano, facendosi compagnia con la bonazza di turno e assomigliando fisionomicamente al comico toscano però con l'orecchino. "Arturo Meraviglia": inconsistenza e tristezza.
4 anni e 9 mesi fa
Nella pagina del Film Last Christmas di Paul Feig
"Se non ti fai piacere questo tipo di film sei cinico". Sarà, ma prendere "Last Christmas" degli Wham! (1984) come base per una sceneggiatura lo considero delirante, e non ho trovato proprio nulla nella storia scritta dalla Thompson col marito che la renda plausibile. Semmai, ogni twist è un rilancio vers'ambizioni più presuntuose e ingiustificate. Un film sgraziato anche se di successo.
4 anni e 10 mesi fa
Nella pagina del Film Jojo Rabbit di Taika Waititi
Parodia, dramma, romanzo di formazione, ipercitazionismo: il film confezionato da Waititi è impantanato in troppi luoghi comuni già confutati da storia & studiosi: come Goethe dovette prender'atto dell'"effetto Werther", il "suicìdio mimico" suscitato dal suo libro del 1774 ritirato in patria e bandito in altri paesi (sorte simile al Foscolo dello "Jacopo Ortis", 1802), così chi pensa di poter seppellir'il nazismo con una risata, una lacrima o chissà cos'altro dovrebbe prima studiare un po' di più per imparare che invece lo mitridatizza: https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/01/30/shoah-degli-italiani-nega_WWLdujGJY9NwXk0ony91RN.html; cf. pure "I guardiani della memoria: e il ritorno delle destre xenofobe", Valentina Pisanty, Bompiani 2020, pp. 256 (https://www.bompiani.it/catalogo/i-guardiani-della-memoria-9788830102293) & "Il punto di Paolo Pagliaro - Shoah, rischi della retorica", 24/01/2020 (https://www.la7.it/otto-e-mezzo/video/il-punto-di-paolo-pagliaro-shoah-rischi-della-retorica-24-01-2020-304034).
4 anni e 10 mesi fa
Nella pagina del Film Non succede, ma se succede... di Jonathan Levine
La comicità di Rogen non è demenziale, dissacrant'e politicamente scorretta: è volgare, sguaiata e scurrile quanto quella dei fratelli Farrelly nei momenti più inefficaci della loro filmografia. Quella gag di "Tutti pazzi per Mary" (1998) era una stupìdaggine allora e lo rimane anche dop'oltre 20 anni. Perciò è disfunzionale a una romcom, la quale inoltre passa più tempo a strizzare l'occhio a Capra, "La bella e la bestia", "Pretty Woman" e a rivendere la battuta sulla desecretazione dell'omicidio Kennedy (già usata due volte da Bay) ch'a credere seriamente a se stessa. Perché allora dovremmo farlo noi?
5 anni e 1 mese fa