in Diario (Esperienze)
Sono un puntino sulla carta, ma diventerò una pagina bellissima. Scriverò un'altra storia partendo da me. Bisogna afferrarla la vita, dopotutto.
Composto mercoledì 22 febbraio 2017
Sono un puntino sulla carta, ma diventerò una pagina bellissima. Scriverò un'altra storia partendo da me. Bisogna afferrarla la vita, dopotutto.
La vita ci costringe a cambiare. Siano le delusioni, il troppo amore, forse perché sono più i sogni che vanno in fumo, di quelli che si realizzano. E affrontiamo giorno per giorno la vita, pur tenendo intatti i valori e principi. Chiudendo l'emozioni, il cuore ed i pensieri in una botte, aprendo il rubinetto a piccole gocce poco alla volta, ma certamente, quello che doniamo è vero autentico.
Risorgerò dalle mie ceneri e aprendo le ali spiccherò il volo più maestoso e libero che abbia mai fatto nel mio cammino.
Non fingere di essere un'altra persona, potresti diventare insensibile, senza sensi di colpa, monotona, potresti persino sbarrare la porta del cuore mettendo in discussione i veri affetti, i veri legami, le vere cose belle della vita. Indossando una maschera non si perde solo la dignità, ma si rischia di non riconoscersi più, è non c'è cosa peggiore che perdere se stessi. Forse alcuni non ti accetteranno per quella che sei realmente, ma va bene lo stesso. Essere se stessi è proprio questo, essere giudicati qualunque cosa si faccia, ma non importa, meglio essere originali che non la brutta copia di qualcun altro. Trova te stesso, sii te stesso.
La vita non è bella perché superi qualcuno per il tuo traguardo raggiunto, ma è bella perché sei amico di tutti con sincerità e vera amicizia.
A volte sto bene nel mio "mondo", l'unico dove mi sento compresa e al sicuro. Fuori da ogni limite e canone prestampato perché io vivo a modo mio. Sono quella che soffre a modo suo, facendo finta di niente anche quando niente va come dovrebbe. Sono quella che sorride e lascia le lacrime in un angolo a ore, giorni, mesi e anche anni... perché una lacrima da troppa soddisfazione agli altri. Non mi vergogno mai di ciò che sono anche se a volte vorrei essere diversa. Vorrei essere come quelle persone che non soffrono e non "sentono". Anche se quella parte di mondo è inconsapevole del fatto che a malapena "sopravvive" e io amo "vivere"... e a pieno.
Diffidate, diffidate sempre di chi vi parla "per esperienza" come se voi foste solo la misera ripetizione della sua vita, diffidate di chi entra nella vostra casa senza aspettare che gli sia aperta la porta.
Diffidate di chi vi parla senza ascoltare, diffidate di chi ha sempre la ricetta per ogni vostra debolezza.
Diffidate di chi sa sempre la risposta prima ancora di farvi la domanda, diffidate di chi parla troppo, lo fa per nascondere il niente, diffidate di chi usa le vostre fragilità per farvi sentire in colpa. Diffidate di chi si mostra sempre troppo buono, troppo remissivo, alla prima occasione la sua rabbia che cova sotto la cenere esploderà e vi travolgerà. Diffidate di chi è amico del lupo e dell'agnello alla fine mangerà l'agnello e sparerà al lupo.
Riflessione, non di vita ma quella che io vedo ascoltando. Ci sono quelle persone che gridano aiuto sono caduto nel vortice della sfortuna. Aiuto la Vita mi fa maleeeeee. Aiuto sono stanco non ti sopporto più, voglio mollarti, mollare tutto, ma non so come fare ho dimenticato come posso fare, mi sono dimenticato anche di volermi bene. Perché questa riflessione? Semplice è per dire non lamentatevi di ciò che avete voluto, non lamentatevi se vi siete dimenticati che Dio vi diete il libero arbitrio e disse chi è causa dei suoi mali pianga se stesso. Perché dico questo? Perché osservo, ascolto, mentre mi duole il cuore non potervi aiutare, perché gridate, gridate, ma non tendete la mano.
Non ho mai creduto alle cose "lucenti", ho sempre amato quelle che sotto una valanga di polvere lasciano intravedere una leggera luce. Non sono affascinata da ciò che il "bello" mi mostra, ma da ciò che seppur nascosto sotto cataste di macerie mi fa sentire e percepire tutta la sua intensità. Quando si ha a che fare con una personalità come la mia, non mostratevi... ma fatevi sentire e lasciate che io possa ascoltare quella parte che mai avete mostrato a nessuno. Credetemi... è quella la parte migliore di ognuno di noi.
Caro diario. Quelle pagine bianche che ho lasciato, tali rimarranno se nessuna penna sarà in grado di descrivere quelle emozioni, quelle che solo il mio animo saprà decifrare; sono parole che non hanno voce e si chiudono dentro un ricordo.
Esse sono da raccogliere e conservare nello zainetto che ho sulle spalle, rinchiuse in infinite tasche che un episodio, un sorriso, una frase, un luogo, può risvegliare e tirarle fuori. Il bello è proprio questo, che non sono scritte da nessuna parte ma solo dentro di me e solo da me possono essere rivissute e riassaporate.
Riempire lo zainetto equivale a vivere nella pienezza della consapevolezza. Posso vivere anche senza accumulare nulla, nella piena superficialità e vacuità del presente ma rischio di trovarmi in pieno inverno senza provviste e come una cicala sarei destinata a morire sola tra infiniti rimpianti.
Ma il mio zainetto deve ancora restare nello spazio altrimenti quando dovrò metterci, la felicità, l'amore e la speranza non ci staranno più. Voglio dare forma a ogni mio pensiero. Voglio sorridere al mondo e... il mondo deve sorridere me.