Esperienze


Scritto da: Martina Boselli
in Diario (Esperienze)
Sono andata al supermercato questa mattina.
Indossavo degli occhiali scuri, le cuffiette nelle mie orecchie erano sintonizzate sulla playlist di Coez.
Ogni canzone mi parlava di te.
Ogni canzone eravamo io e te.
Mi sono resa conto, dopo la terza, perché avevo smesso di ascoltarlo mesi fa.
In un certo senso volevo smettere di avere a che fare con te. Ed è stato così. Sono andata avanti.
Non ci pensavo più a quella storia e, se succedeva, sorridevo per poi cambiare subito la corrente dei miei pensieri.
Tutto procedeva come doveva.
Io procedevo per la mia strada, come meritavo.
Poi non so cosa sia successo.
Al supermercato ho iniziato a riempire il carrello di cose che neanche avrei mai mangiato, ma erano quelle che piacevano a te.
Tra gli scaffali c'era sempre qualcosa che avrei voluto cucinarti. Qualcosa che avrei voluto assaggiare insieme a te. Qualcosa che mi ricordava te e ho iniziato a mettere tutto dentro.
È successo in automatico, quasi non me ne sono resa conto. Però, le lacrime continuavano a scendere e le canzoni continuavano a suonare e io continuavo a riempire.
Arrivata alla cassa mi sono fermata guardandomi intorno spaesata, ho iniziato a far passare tutte le persone davanti a me, anche se avevano il triplo della roba che avevo preso io, solo perché non avevo intenzione di andarmene.
Volevo restare lì ancora un po'.
Non mi andava di tornare a casa sola e rendermi conto che sola, in realtà, lo sono già da tempo.
Ho fatto passare davanti a me ben sei persone.
"Vuol restare proprio qui. Vero?" Mi ha chiesto la cassiera.
Come avrei potuto spiegarle che, se restavo lì, con quel carrello pieno delle cose che ami tu, era come stare ancora con te?
Ho annuito e ho detto: "Ho dimenticato delle cose, ma non riesco a ricordare cosa."
Sono tornata indietro, ho svuotato tutto e a mano a mano che lo facevo, mi sentivo più leggera.
Ho smesso di piangere.
Ho cambiato playlist.
Ho rimesso tutte le cose al loro posto, ho pagato solo quello che apparteneva realmente a me e sono andata via, lasciando tutto il resto dentro.
Compreso te.
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    Scritto da: Martina Boselli
    in Diario (Esperienze)
    In trappola. Ecco come mi sento molto spesso.
    La mia è una realtà in cui superficialità e pochezza d'animo stanno pian piano prendendo il sopravvento e stanno mettendo radici in ogni dove.
    Sopraffatta. Ecco come mi sento davanti a questo pensiero che, spesso, mi rimbomba nella testa come un martello pneumatico.
    E i lavori in corso sembrano davvero essere tanti.
    Non mi ci ritrovo più negli sguardi degli altri. Loro guardano un telefono e io continuo a guardare il cielo. Loro accarezzano il terzo drink ghiacciato e io me ne resto sulla sabbia a perdermi nel rumore delle onde.
    Osservo. Ascolto. Tutto. Tutti. Sempre.
    Ma quelli non sono i miei discorsi. Non mi ci ritrovo per nulla nelle parole che blaterano tanto e dicono così poco. Preferisco i silenzi pieni di cose non dette e che ti saziano l'anima.
    Mi dicono che pretendo troppo che, alla mia età, è bene smettere di credere nelle favole. Di abbassare le aspettative, di accontentarmi di un amore, anche se mediocre, piccolo, in grado di regalarmi qualche sorriso.
    Ma io non li voglio i sorrisi. Io voglio le fragorose risate che mi fanno venire le rughe attorno agli occhi. Voglio le mani che mi cercano anche sotto il tavolo di un pub mentre siamo a cena fuori con gli amici. Voglio chi si preoccupa di me. Chi vuole condividere i suoi progetti, ma non perché l'amore sia bisogno di stare insieme a qualcuno - e per forza -, ma perché sia un 1+1. Un intero + un altro intero e non la completezza che mancava prima di incontrarsi. Voglio chi ci metta il cuore, perché un altro modo per fare le cose non lo conosce.
    Mi dicono di abbassare gli standard, perché se continuo così, resto sola.
    Mi dicono che ciò che voglio posso trovarlo solo nei libri e nei film che amo guardare il sabato sera, invece di andare in discoteca.
    Cercano di convincermi che, al giorno d'oggi, è tutto diverso e che, ad un certo punto, bisogna adeguarsi. Bisogna accontentarsi. Bisogna smettere di cercare. Bisogna omologarsi.
    Possono continuare fin quando vogliono: a me son sempre piaciute le eccezioni. I dettagli che nessuno nota mai. Le canzoni che non passano mai in radio. Le piccole cose.
    Mi piace chi ti alleggerisce il cuore e non ti lascia macigni sullo stomaco. Chi parla poco, ma fa molto attraverso i gesti. Chi dà peso a ciò che dice e quando ha voglia di fare qualcosa non sta lì a pensarci troppo. Chi ti lascia carezze e non segni sulla pelle.
    Mi piace chi sa essere ancora di un'altra epoca, pur vivendo in questa.
    E, quindi, no. Non mi accontento. Perché so che le eccezioni sono rare e sono inaspettatamente belle proprio per questo.
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      in Diario (Esperienze)
      Trasgredire è concesso quando la complicità diventa normalità, essere se stessi è la filosofia di vita per chi non deve nascondersi da una società che stabilisce regole mai scritte.
      Le regole esistenti sono frutto di chi non è normale, chi vuol renderci schiavi. Stabilire tempi e modi per lasciarci andare ad ogni nostra passione e viverla senza giudizi.
      Costringendo ognuno di noi ad una vita con le loro stupide ragioni. Si è liberi solo quando ognuno di noi è libero da giudizi e pregiudizi...
      una mente erotica si nutre di passioni non aspetta le occasioni blande, le vive, le pensa, inventa, progetta ed attua.
      Una mente erotica e porca quanto una donna con molteplici orgasmi è brace mai spenta, un vulcano attivo, alveare di desideri, piacer di essere tua senza un attimo di pace, ogni gradino del piacere va conquistato, nutrito e curato in ogni piccolo dettaglio.
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        Scritto da: Antonio Cuomo
        in Diario (Esperienze)
        Ogni volta che cerco di parlare con te non trovo nessuna speranza di avere delle risposte, ma solo il silenzio che mi avvolge. Un giorno ci incontreremo di nuovo e riprenderemo insieme tutti i discorsi perduti. Caro mio bambino, il viaggio attraverso il dolore della tua assenza è molto faticoso, difficile per un papà che lo deve percorrere da solo.
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          Scritto da: Gaia Moschetti
          in Diario (Esperienze)
          Sei consapevole che cadrai e ti farai male, cadrai ancora una volta e cadrai ancora, ma ti rialzerai perché ti basta essere sincera con te stessa per capire che non stai sbagliando.
          Non avrai mai paura di queste cadute che ti lasceranno così tanti segni addosso che dentro non sentirai più nulla ad un certo punto, poi verrà quella persona, quella che si incontra una sola volta nella vita e capirai che tutto quel dolore è servito per qualcosa di grande, per una felicità superiore.
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            in Diario (Esperienze)
            Tanti elementi naturali sono una miscela esplosiva. Uno sguardo che ti spoglia, un sorriso disarmante, ridere senza più fiato per l'emozione di un abbraccio. Condividere le stesse patologie mentali. Le stesse perversioni mentali. Bisogna avere il coraggio di mostrarsi nudi. Eh sì, nudi di ogni cosa che c'è dentro e non nudi esteticamente. Nudi, da poter dire senza remore cosa c'è davvero dentro di noi... la bellezza passa una bella mente resta in eterno. Ahimè purtroppo non è possibile farlo, abbandonarsi con il rischio di essere giudicati? Solo i più coraggiosi hanno questo dono di denudarsi senza paura.
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