in Diario (Sentimenti)
Ho voglia di essere rapito perché le tentazioni più forti non ti avvisano e non hai via di scampo.
Composto venerdì 24 marzo 2017
Ho voglia di essere rapito perché le tentazioni più forti non ti avvisano e non hai via di scampo.
Sono in quelle poche parole che sanno parlare.
Avrò vissuto milioni di attimi, ma una manciata d'istanti con te. Tutto ho dimenticato.
Che strana che è la vita. Metti al mondo un figlio e pensi che la vita ti abbia dato tutto, tutto il meglio che si può desiderare, poi nasce un nipote e t'accorgi che quel tutto era rinnovabile e non lo sapevi.
Oggi ti avrei portata in uno di quei nostri mondi raggiungibili solo da noi. In uno di quei sogni il cui senso costituisce la parte trasversale di un legame indissolubile. In una di quelle opere occulte dove il raggiungimento di uno scopo viene perseguito con ogni mezzo. E quando parlavamo di andare via, avrei oltrepassato il limite degli abbracci per strapparti dalla realtà, il limite dei baci per arrivare a capire che il calore di tutto ciò ci spiega che nel domani non saremmo come adesso. Che invece aspettiamo mestamente l'alba, guardando i granelli di polvere che ogni giorno si posano sui nostri ricordi.
L'amore e l'amicizia spesso sono solo parole usate a sproposito per nascondere falsità, invece loro sono emozioni, si nutrono di gesti e non di parole vuote che il tempo alla fine mostra.
Fingere di stare bene, quando "muoio" dentro? No, grazie! Preferisco la sincerità.
Tutta la notte, la tua mano nella mia, morbida sul tuo petto, ascoltavo il tuo respiro. Al battito del cuore, le nuvole del dolore, le illusioni e i fantasmi inariditi scorrevano veloci sulla mia mente limpida che trovava pace ai battiti del tuo cuore. La conca disegnata dai nostri corpi morbidi si trasformava in utero in cui rinascevamo con i nostri figli, nel buio in cui si ascoltano i battiti e i respiri.
Poi arrivò quel momento in cui decisi di essere viva, di sentirmi viva, di incidere la mia essenza su carta permanente, di non sprecare quei forti sentimenti di appartenenza a questo mondo che si scatenavano nel mio petto, nel mio cuore e nella mia mente. Per essere felici bisogna ricordare, ricordare di essere vivi; che non si sa se la vita è una o sono tante, e anche se son tante in ognuna non possiamo mai sapere se ce ne sarà un'altra... il bello è che cambiamo e ricambiamo, ma infondo rimaniamo gli stessi, con la stessa anima e con gli stessi respiri.
Oggigiorno dirsi "ti amo" o "ti voglio bene" sembra sia diventata una routine. Non tutti ne conoscono il vero significato. Perché dirlo anche se certe volte non lo si pensa realmente? Per fare "bella figura"? Per "farsi notare?" Io prima di dirlo entro nel mio cuore, lo ascolto, leggo i miei sentimenti, e capisco se dirlo o non dirlo... e se lo pronuncio, non è tanto per farmi "vedere", ma perché lo "sento veramente", non per compiacere qualcuno, ma per onestà, perché non recito con nessuno.