Ti ho cercato per non morire, mia finta compagnia di storie facili, pagate ad ore per non morire, non dirmi mai che te ne vai. Dammi il tuo amore per non soffrire Senza pensare fammi sognare, sei qui solo per me, dimmi sei unica, scaldami il cuore, per non morire. Non ti conosco, non so il tuo nome, chiamami amore, lo griderò ma non mi dire mai, che te ne andrai, fai finta che, sia solo tua. Sono io l'unica, stringimi forte non ti racconterò, la mia tristezza, fammi sai compagnia, amami come puoi, non ho pensato mai, sei come me. Baciami ancora, stringimi come sai, per una notte ormai, dimmi sei mia...
Voglio essere principessa, ed aspetto il mio principe azzurro ho buttato messaggio e bottiglia poi qualcuno lo leggerà. Ora aspetto qui sulla spiaggia, la mia casa è vicino al mare ogni tanto sento bussare spero sempre e lo faccio entrare. È passato un pescatore era bello e abbiam fatto l'amore sotto il cielo, sotto le stelle: vuoi sposarmi? Ho detto di no. Io aspetto il mio principe azzurro so che un giorno da qui passerà sul suo cavallo bianco, principessa mi farà. Ha bussato un marinaio sceso appena dalla nave a lui anche ho dato la chiave ogni volta che vuole son quà. L'ho amato con tutto l'ardore, sotto il sole abbiam fatto l'amore, mi ha chiesto: vuoi essere mia, anche a lui ho detto di no. Aspetto il mio principe azzurro, so che un giorno da qui passerà sul suo cavallo bianco principessa mi farà. Son passati ormai tanti anni, principessa io vengo chiamata, senza corona e dignità non mi chiede nessuno più in sposa ed il principe non passa di quà, poco importa, sapete una cosa? Principessa lo sono già.
Soli, abbracciati, su questo scoglio, mentre il sole al tramonto sparse brillanti sopra il mare e di merletti di spuma s'addobbarono l'onde. Sparse le barche dei pescatori, a ritirar le reti e noi a sognare. Un giorno sei andato via, per tutto questo tempo ti ho desiderato, tutti negli occhi ho guardato ma non ti ho più trovato, poi mi sono persa e non ti ho più cercato. Un giorno son tornata e ti ho visto arrivare, i tuoi occhi nei miei, un dolce turbamento, è stato un momento, mentre lei ti baciava. Volevo urlare, per quello che sentivo, non era giusto, ma dalla rabbia morivo. È sera, seduta sullo scoglio, sola volevo dimenticare, ma una tua carezza mi ha fatto ricordare, noi due abbracciati di fronte al mare.
Caro er mio Signore m'hai dato troppo core, me sciorgo a na carezza, davanti ar tramonto, a un fiore nun sopporto er pianto de na creatura tutto me fà tenerezza.
Me dovevi da fà er core più duro privo de sensibilità così che davanti a tutti me potevo parà e sicura nelli occhi a li guardà. Certo che un poco e un poco puro m'accontentavo ma cor core così bono tutti se n'approfittano. Bè, nun fà niente vojo esse così come sono.
Cantavo al mio bambino, per non fargli sentire l'eco dei fucili in piazza grande. Lo tenevo stretto al cuore per non morire. Tremando si addormentò. Angelo mio quanto soffrire, in questa terra meravigliosa e affranta dove la gente è ormai stanca di tanto subire. Soli io e te, mi bastava guardarti, tutto il mondo fuori, e ad ogni bacio, ad ogni carezza avere la certezza che quell'incubo presto sarebbe finito, e che Il sogno ormai di averti si era realizzato, il desiderio di sentirmi donna e mamma, il mio cuore aveva pacato. Ricordo ancora la voglia di tornare, di arrivare finalmente a casa, e non ti finito mai di raccontare, di quell'uccello dalle ali possenti che ci riportava, sopra cielo e mare dove cominciava il sole.
Angeli a volte diavoli, lingue di fuoco e tanta dolcezza, caparbie e volitive tante lacrime, tanta tenerezza. Malinconia da vendere, sorrisi da distribuire, forza da contenere. Dolci compagne, acerrime rivali, segreti da scoprire, donne da amare.
La voglia di sentirti pienamente donna e la paura, ancora in te è continua guerra, non affrontare, è dura, non calcolare, sarà un'altra avventura? Che vuoi che sia, lasciati andare, non serve sia per sempre, comincia ad amare, si pensa sempre troppo e si lascia stare, per quanto vuoi negarti all'amore, non hai paura d'invecchiare? Ancora bella, dolce, seducente, ma la paura di essere coinvolta, di dare alla tua vita quella svolta ti fa tremare, ti sconvolge la mente sola nella tua stanza, rimani a pensare... Vale la pena forse di tentare, buttarsi e perdere la testa oppure raccogliere i cocci della tua vita e di quello che resta.
Sei riuscito a spingermi su per la salita, raggiungendo il culmine, quella voglia infinita, di te che tanto ho desiderato, amarti non è stato mai peccato. Abbiamo scalato insieme quella vetta, senza troppa fretta, e finalmente liberi ci siam guardati intorno, su verdi monti, e cieli tersi, irrimediabilmente ci siamo persi.
S'alzò la gonna per salir sul carro, tra i cesti per raccoglier l'uva. Avea le cosce ben tornite e le labbra di vino saporite, coperta era di mosto, mentre l'uva pestava, tutta di sangue grondava, fin nel suo seno turgido, c'era uva vermiglia, una meraviglia. Da un gran calore l'aria fu pervasa, l'uomo che svuotava i tini, la guardava, e mosto e amore, complici nel cuore, un bacio ardente al calor del sole, tanta voglia di lei, poi non capì più niente, ma a sera si trovarono stretti in quell'abbraccio tra l'euforia del mosto profumato, non fu peccato.
Sonotuttaundifetto, chi l'avrebbe detto ma mi amo da morire, dovrei dimagrire, potrei meglio, le persone moleste, digerire ma non mi resta che continuare a vivere, subire e passare al resto. Sempre tardi per poter capire che c'è di peggio come morire, ma per me è presto. Sono sull'onda fortunata, sono sulla rima baciata, mi ritrovo a far follie perché di questa vita mi sono un po' scocciata. Cosa resta a me tuttaundifetto, prendermela comoda, non più di petto, le situazioni strane le lascio agli altri perché non voglio più intervenire, chi me lo fa fare, finalmente appagata, me la posso godere!