Unirò il bianco dei miei fogli alla neve silenziosa, ché l'inverno è lungo un tratto di china giù tra le mie parole. Al caldo d'un fremito di dita tra bozze emotive, tremeranno anche le vocali a ridosso dei vetri appannati e il silenzio sarà fuoco a proteggere. Traccerò l'amore con la grafia stentata di polpastrelli paonazzi sulle livide emozioni che parleranno di te. Tra il gelido dei punti e il camino acceso di espressioni nuove che zampilleranno in scintilla sul taciuto per eccesso di pudore. Parole in fiamme. Anche il cielo sarà timido verso sera. Cadrà in pezzi di freddo sul crepuscolo nell'insenatura tra le colline avvistate in linea d'aria. Quando aprirò la finestra saranno refoli d'essenza che ti profumano il collo. Sarai riconoscibile al solo annusarti. Il muschio sarà fresco a ricordare vita. Io sarò viva per non dimenticarti mai. Tu. Come un'estate dentro all'inverno.
Ho corso in un'immobilità indecifrabile sul guizzo della vena che m'ha scavato l'ultimo battito - Sembrava vita in residuo - Mi è stato detto che sei l'inverosimile attaccato alle pupille il giogo sul collo Uomo addormentato tra i miei spazi interstiziali intralcio al respiro l'inganno e l'illusionista il detentore del mio segreto la mano che fa male a partire dalla pressione leggera E ti ho vissuto come l'incastro tra le tessere di carne.
Ci saremmo detti i riflessi mancati come i baci ammazzati dai morsi sradicando carne per giurarsi l'appartenenza legata agli anulari a fare patto di sangue a fiotti
e nutrirsi
scambiarsi veleno rendendosi liquidi nelle ricerche spasmodiche di aliti di vita diluiti in calici di laudano e proiettili d'argento a indorare brandelli di pellami
le vene gonfie come dita sottocute muoversi come se l'uno fosse nell'altro e l'altro dentro all'uno condannarsi a un'eternità cosi buia da essere accecante e viaggiarsi... viaggiarsi cosi dentro da percorrersi come si fosse arterie a crocevia di svincoli e umori
Mi stai come una pietà antica tra le braccia a croce sul cuore. Di Trasfigurazione sensuale. Nasci dalla mia costa e l'alito sulla tempia a dare vita - apparente morte - Di tutti i sussulti e fra gli inganni a ridosso d'un tumulto l'iniziazione notturna di te che mi stai come una pietà antica tra le braccia a croce sul cuore.
Ombra malcelata il riverbero è sfuggente sagoma indefinita in controluce si cattura. Superfici di taglio colgono riflessi incerti e mi volto verso te di tre quarti. Inorridisci? Guardami. Eco speculare anime a confronto abili spadaccini. Dodici passi di spalle poi colpirsi in duello.
In assenza mi sono colta all'ombra del tarassaco che si disperde _attaccare funi ai nervi e portare il respiro dalle vele intatte ché solo l'ultimo fiato m'è rimasto e l'hai pervaso come l'acqua che inonda e l'hai invaso come fa la tempesta
Con l'asfissia sugli anni e la cianosi sulle rughe ché il tempo in cui non si riceve amore è crepa dell'intera vita
Il vento ha preso parte ai polmoni smarriti e v'è entrato per concedere gli aliti -passare dalla tua bocca alla mia
Lieve, Piove. Muove. S'erge tra i fianchi A distendere nuove pieghe Di antiche piaghe E l'oltre del nostalgico Profuma tra i petali Dei fogli d'un libro di pelle Segnare curva Nel ricordo di mani E si snoda storia E capitolo Capoverso sul ventre
Nei, come punti fermi Geografia d'un corpo Che mi racconta i tempi Premesse tra i seni Firme d'appartenenza Tra le gambe
Rinasco da costola mia Attraverso il respiro d'un Dio nuovo.
Abbiamo detto notte a fine giorno come se il tempo fosse spazio quando la Parola deflagra e l'emozione dietro a far tempesta Ugole zittite e iridi cieche camminarci sulle gole metterci impressione di pelle tra le dita ungerci e tingerci d'inchiostro virtuale impastandoci d'onirico Il verbo - sacro - a sud del mio cuore imprimere sillabazione errata di respiri contratti con i lemmi a flettersi sui meridiani di noi paralleli Farsi l'amore sui versi piani accentando il desiderio sdrucciola è l'assenza - la tua - d'una metrica inversa Sull'esitazione d'uno iato a scambiarci i fiati eppure, cesura di carne dieresi nell'illusione della voce come tocco.
Oltre il muro. Guardando con occhi nuovi e rafforzando gli abbracci, con la fiducia per mani e dita. Nascente. Dai sentimenti azzimi e il cuore raffermo. Troppo o troppo poco, sufficiente solo a tratti, manchevole per un po'. Ho svuotato, aperto, diminuito e mai mi sono riempita di più. La pienezza degli occhi dolci e della voce gentile e il tutto che m'avvolge mentre dormi con la serenità dei sogni stampata sui tratti. Il respiro regolare che seguo. Conto i secondi per avere la misura dei battiti. Quando il tetto potrebbe volare via, ma il tuo calore è casa. La nostra. Costruisci una vicinanza che potrebbe portare solo il tuo nome che firmo io stessa con un buongiorno assonnato mentre i baci sono già sui sorrisi. Con l'alba sulle pareti e il sole dentro la stanza. Proiezioni decise di riverberi timidi. Una penombra che custodisce i bisbigli. Odore di te e delle rose che mi regali. Chè aprire gli occhi accanto a te è paradiso.