Scritta da: Mariella Buscemi
in Poesie (Poesie d'Autore)
Annuso il tuo Volo.
Lì!
Tra le coste mi genera nuovo fiato.
Mi sverni da dentro.
Ritornandomi.
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Annuso il tuo Volo.
Lì!
Tra le coste mi genera nuovo fiato.
Mi sverni da dentro.
Ritornandomi.
Quando la notte mi rompe gli occhi
e più sete mi scorre in vena
e la pelle tramuta in lunare
e la luna mi strappa la carne
prende a dormirmi qualcosa accanto
ed io gli sto sveglia
Ha il furore del tuo abbandono
e le sembianze delle mie cavità vuote.
Sotto il peso di orchidee bianche
che trasmutano la mia pelle
in mistura di aulenze
- e s'allargano petali
e si spalancano le mie bocche -
scende l'acqua perché mi dischiuda.
Lavatemi il cuore
e fatemi Eden.
D'una Sposa Nera
è rimasto fil di ferro
stretto all'anulare
e la finitudine
Se rievocassi
primenotti
il tuo corpo
mi sarebbe
sudario_Sindone
-custodia e guaina
È sapore di Sangue vivo
per la gola
diluito col tuo Seme
nel mio ingoio
Mi sono rimaste fistole vive
segno per simbolo
di qualcosa di nuovo
qualcosa di vecchio
qualcosa di prestato
E Tu, ché t'evoco
Ed Io, evocata
| ampia, densa |
nella luccicanza_evanescenza.
Intime devastazioni
in_sorgono in un pianto sguaiato
vagito di morte che esala
dalle viscere crocifisse
supine
sull'asse perpendicolare
d'un boato di cielo
che scende in pioggia
Come son pesanti e liquidi
i miei occhi
quando grondano.
Quando mi trema il cuore
tra le radici e le ali
e migro dalle mie ossa alle tue
reggendomi sulle tue gambe
e nel mostrarmi nuda
i tuoi occhi mi vestono
ché le tue mani sono coltri
e tutto tu
sei compagine
e l'ovvietà del mondo
si offusca d'irrisorio
e sfuma
spostando le pietre
che ci nascondono le ombre fuse
ché così
ci rimaniamo fedeli
come il riverbero
delle nostre esistenze
sui muri delle nostre stanze
Mentre il tuo petto mi diventa calco
e fa clausura delle mie scapole
che pare si allunghino in piume
ed i capelli in funi
ché lì dove paventi la caduta
io ti sarò molle
e conca
e cava
Ci siamo tolti le ipotesi ai dubbi
ed è lì che abbiamo preso a dosarci le anime.
Torno alle onde d'un Cielo denso
come pescatrice di mari inesistenti.
Ho i segni di ami uncinati
bucarmi la bocca baciata.
Ho il tetto spiovente di pioggia
carica d'asciutto ed arido
ché l'umido m'ammuffisce dentro
da dove la tempesta mi parte
donandola all'alto,
ma l'Alto non risponde
e mi si reclina la testa indietro
ad invocare strenuo appello
fintanto che, curva, abdico.
Sono livida, in questo Nero.
Adesso.
Come piuma caduta da ali di Signore Scuro
carpirmi
e volo e schianto
e nello schianto possederlo
e nel volo possedermi.
Ho paludi
quando devo perdermi
dentro
quando
fuori
ci sei tu
mi faccio largo
mentre
sulla soglia
ti guardo
e m'esci
e ti trattengo
incrociandomi
le braccia al petto
che ti sigillo
durante
la fuga
e mi trattengo
se ti perdo.
Sono d'erotica bellezza crudele
quando mi confondo con le lune cadenti
di certe code di notti che depredo del loro buio
offuscandomi della loro essenza
manto scuro
sulla mia diafana epidermide
che annerisce i miei punti cavi
di tenebra
che solo ad essere penetrati
sprofondano
inghiottendoti
nei miei sinistri barlumi.
Mi vedi, così livida?
Torno alle onde d'un Cielo denso
come pescatrice di mari inesistenti.
Ho i segni di ami uncinati
bucarmi la bocca baciata.
Ho il tetto spiovente di pioggia
carica d'asciutto ed arido
ché l'umido m'ammuffisce dentro
da dove la tempesta mi parte
donandola all'alto,
ma l'Alto non risponde
e mi si reclina la testa indietro
ad invocare strenuo appello
fintanto che, curva, abdico.
Sono livida, in questo Nero.
_Adesso.
Come piuma caduta da ali di Signore Scuro
carpirmi
e volo e schianto
e nello schianto possederlo
e nel volo possedermi.