Soffro, senza poter gridare, soffro con gli occhi, soffro con la pelle, gocce fredde per il gran dolore nessuno mi sente, nessuno mi capisce. Ho paura, non potrei mai farlo da solo, vi prego, spegnetemi la luce.
Sono lì dietro ai vetri, come tanti fantasmi che scrutano fuori, con occhi ormai stanchi. Spauriti, smarriti, aspettano ansiosi, chi con grande affanno trascina i suoi passi fin quì. Dovere di qualche minuto, a chi vita intera ha donato. Presi da tempi veloci, amore non più nelle corde, assorbiti cuore e ricordi, lasciano che vita concessa già a noi, si esaurisca senza più forze, tra letto e sospiri. Ricorda! La giostra poi gira.
Portami con te non è solo il mare che voglio vedere ma nella profondità degli abissi inviolati... gli atavici relitti dei vascelli che giacciono in fondo al suo cuore.
Portami con te oltre ogni confine di pensiero nel vento delle civiltà sepolte nei sotterranei del Gran Canyon nelle foreste pluviali nel corpo che senti vibrare nell'anima che senti uscire
con te... sulle montagne irraggiungibili a respirare a fatica come quando vieni al mondo l'ossigeno della vita a guardare l'infinito spazio intorno negli occhi che non riescono a contenere
portami con te nelle profondità cristalline dei ghiacciai tra le sculture che non si sciolgono che modellano la vita... che fermano il tempo
portami con te nei tuoi ricordi nell'esplorazione della tua anima a rifornirmi della tua energia conducimi per mano nel sapere che vorrei nel desiderio di conoscere... nei tuoi infiniti mondi da amare ed io eterea, evanescente come un'alba verrò in un nuovo giorno a saziarmi di te ad inebriarmi della tua mente a saziarmi della tua conoscenza per farti vivere... ancora una volta l'emozione di tutto quello che hai nel cuore!
Un abbraccio, un bacio e tutto risponde d'istinto, è amore che genera vita. Poi onda che preme nel grembo, ti accorgi che è un grande momento, l'amore ha fatto un miracolo, ti cambia la vita. Il tuo corpo a scrigno si chiude, per difenderlo da tutto, e nascondi i tuoi sogni gelosa, vorresti gridare, ti sembra diversa ogni cosa non pensi che a lui. Quel frutto in te cresce lento e forma le forme perfette e quando con grande dolore, ti preme come onda sul grembo, ti grida e vuole sapere, vuol conoscere la sua nuova vita. È curioso, bagnato e affamato è un pulcino nelle tue mani, con dolcezza lo poni sul cuore, quanta gioia, non ha eguali quest'amore. Poi ti scordi il grande dolore, a difenderlo ci sei solo tu.
In terra lontana, c'è un bimbo, aspetta il tuo amore, è smarrito, affamato, cerca te. Sono figli del mondo, con un unico destino, nessuno li sente, nessuno li vede, sono soli a morire. Ma c'è un posto nell'anima nostra, che avverte questo grande dolore, le grida di chi ha bisogno d'amore, la disperazione di chi sta male, di chi ha fame, di chi ha sete... adottare un solo bambino è dovere di tutti, quanto spreco facciamo, se pensiamo che al mondo, con un solo soldino in terra lontana, salviamo un bambino. È speranza di vita, quella vita dipende da te.
Scavi con fatica solchi, curvo sull'arida terra, sperando in dolci frutti. Scavi e la tua pelle conta le stagioni. Curvo, spiando i germogli e sperando in un cielo benigno. Ma solo acquazzoni, che spazzano via i piccoli semi, non li fanno attecchire, e tu curvo e avvizzito dal sole e da gelidi inverni, continui a scavare... a sperare.
Non smettere mai di sognare, non smettere mai di pensare, tenteranno di fermarti, tenteranno di convincerti, faranno di tutto per fermarti, ma il tuo pensiero, il tuo sogno non potranno mai fermarlo, rinchiuderlo e/o incatenarlo.
Il "sogno" è solo tuo, qualcuno potrà condivederlo ma sarà sempre il tuo "sogno".
Aspettavo una telefonata, ricamando una M ed una A, così l'avrei chiamata, come la mia mamma, tanto ho aspettato, ed è arrivata. Una bambina dal viso paffutello, con riccioli scuri, da cullare, da coprire di baci, da strapazzar d'amore. Gli raccontavo tante favole, dondolandola sulle nuvole, sentivo forte dentro me, il bisogno di esser mamma, per dare pace al mio cuore. Ho dipinto di rosa le pareti, e quante bambole, quanti orsetti ho appesi, tutto per dare sfogo alla mia voglia di sentimi donna, appagata da un suo semplice sorriso, amata. Quanti pizzicotti su quel viso, come era dolce addormentarmi a lei vicino, quando poi mi chiamava: mamma voglio solo un bacino.
Ti ossevo, non voltarti ascolto la tua melodiosa voce coprire la musica e mi perdo a guardarti... tenera tu incredibile miracolo di vita mia fino a che sentiero ti accompagnerà questo cuore stanco... chissà quando se ne andrà via...
Nascosta, asciugo due lacrime che ho sentito nascere mentre allo specchio mi accorgo di un'altra ruga sul mio volto lasciata dal tempo che ti vede crescere...
Nel sorriso che cerco di fare ho sempre messo tanto amore ma questo tempo mi lascia indietro e sola e non so insegnarti a sognare se tu non senti la mia parola se non sai afferrare l'anima mia se non riesci a regalare una lacrima alla mia poesia...
Al petto ti ho stretto nel tempo mio romantico con tutto il mio affetto ed ora ti vedo, sfuggire già donna a metà... in questa frettolosa modernità!