Poesie generazionali


in Poesie (Poesie generazionali)

Tu nettare della vita

I pensieri per te sono come api
che aleggiano sul mio cuore,
gelosi del miele
dell'anima tua
infinita dolcezza.
Sulle labbra
ancora il sapore
del tuo bacio
è nettare
alla mia vita
fonte di ogni grazia,
il tuo corpo
un favo imbevuto
di pappa reale
stille portentose di passione
il tuo silenzio
il tuo distacco
punciglione
del dolore!
Composta domenica 18 maggio 2014
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    Scritta da: Silvio Squillante
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Se potessi disegnerei i pensieri

    Se potessi disegnerei i pensieri
    per poterteli mostrare,
    sospesi gli attimi persi a pensare cosa dire,
    gli spigoli appuntiti del mio "cosa fare?",
    del mio "cosa dire per non mostrare?"
    "Cosa dire per poter poi nascondere?".
    Potrei iniziare a vomitar questi pensieri,
    per far finta di non credere,
    per fingere che in fondo sono come loro.
    Ciò che credevo di me, tutto ciò ero o che vorrei
    eccolo qui:
    l'essere umano è vuoto se non pensa, se non si interroga
    e la felicità non è vera se non hai paura di perderla.
    Composta giovedì 15 maggio 2014
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      Scritta da: Chiara Garbuglia
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Lo sanno tutti

      Come si fa?
      È facile.
      Allora ci prendiamo, io te e tu me,
      e ci buttiamo sul letto. E ci baciamo. Eh sì, ci dobbiamo baciare!
      Sennò non funziona, lo sanno tutti!

      Poi, dato che baciamo,
      ci abbracciamo anche
      e poi,
      tu mi togli la maglia e io pure.
      Io la tua, ovvio, che la mia l'hai tolta già tu.

      Ecco.

      Adesso è un po' difficile da scrivere, perché
      quando si arriva a quel punto io me ne vado.
      Fisicamente sto la, te lo assicuro,
      ma con la testa me ne vado un po' qua e un po' la,
      e guarda un po',
      qua e la ci trovo pure te.

      Allora che fai quella faccia,
      se dove vado io, ci vai anche tu?
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        Scritta da: Oliviero Amandola
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Verso la sera

        E tu,
        non parlavi mai delle tue stagioni
        o del tuo sonnambulo risveglio,
        volevi solo spiegarmi attraverso uno sguardo
        il tempo che getta le ombre nel grigiore
        e il fetore di tutte le strade,
        e le galere, ricordo, ci attendevano al porto
        per salpare mari senza limiti imposti da spiagge.

        Tu,
        vivevi il tuo tempo spiegando le vele
        e ad ogni inganno cambiavi la rotta,
        eppure una volta cadesti dentro la voce
        che ti stava cantando un sonetto;

        nei tuoi occhi, ricordo,

        c'era ancora un sogno di aquilone,

        ti mancava un respiro,

        e cresceva il fuoco vicino ai forconi.
        Composta mercoledì 14 maggio 2014
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