Poesie personali


Scritta da: A. Cora
in Poesie (Poesie personali)

Come i fiori

Quel
tempo discosto
al presente, in cui la
giovinezza mostrava, i suoi
colori migliori

Spesso giocammo da soli, col mare
col cielo, col vento, come adolescenti incoscienti
che scoprono il sapore, diverso
dei sensi

Tu mi parlavi con gl'occhi, io rispondevo col cuore
senza usare parole, come fanno
i fiori

Bastava, un bacio allungato, qualche carezza più
ardita a fare scoppiare l'amore, che
già d'attesa soffriva

Un respiro mangiato, un sorriso smorzato, a
bruciare istanti, a farci rapire dal tempo
per quel sapore, tuffare

Bastava il rumore del mare, a suggerire
al silenzio, cosa doveva cantare, per
sopire quel sogno proibito

Che ci ha visti, distanti
uniti, insieme, più
in alto, del sole
volare.
Composta domenica 8 luglio 2001
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    Scritta da: A. Cora
    in Poesie (Poesie personali)

    D'un sogno, il reale

    Come lampo
    che squarcia la notte
    Dai tuoi occhi ti rubo la voglia
    smorzando confuse parole
    Sulle labbra dischiuse al piacere, che
    nel'aria già il corpo assapora
    Che ti lascia sul viso stupore, che ti rende voglioso
    il sorriso, che ti ruba più volte la bocca
    Che t'innalza la punta del seno, come vento con
    l'onda più chiara, quando turgida
    infrange la rena
    Che ti rende distante dal cuore, dove solo il respiro è padrone
    ove vola più forte il pensiero, ove parte l'immaginazione
    Per lasciarci in piedi avvinghiati, tra le ciglia
    d'un vecchio portone
    Sono baci a rincorrer carezze, sono morsi da labbra
    strappati
    Sono mani sottili a sfidare, altre mani già rese
    al piacere, che già sotto la gonna
    s'accese
    A dipingere quel'inventare
    come fosse, d'un sogno
    il reale.
    Composta martedì 18 settembre 2001
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      Scritta da: ROBERTO POZZI
      in Poesie (Poesie personali)

      La colpa del figlio, il peccato del padre

      Non so dire
      a chi spettano le colpe,
      a chi appartengono i peccati:
      al figlio,
      al padre
      o ad entrambi.

      La paternità
      della ragione o del torto
      in una mancata relazione
      rimarrà sempre incerta,
      ma per porre fine
      ad una triste storia
      non serve confermare
      le responsabilità dell'uno
      piuttosto che dell'altro;
      in questo delicato fragente
      si riuscirebbe solo a consolidare
      quel sentimento familiare mancato
      tra un padre ed un figlio
      che non hanno mai legato.

      Alle sensibili anime
      che ricercano quell'amore,
      a volte l'ostile destino
      si dimostra disponibile,
      regalando del tempo
      o un'altra opportunità,
      per risolvere latenti conflitti
      permettendo a loro
      di riscrivere da capo
      quel primo capitolo
      della loro vita!

      Allora sì che un padre ed un figlio
      riusciranno a scrivere insieme
      una vera storia
      basata sul reciproco perdono,
      senza condizioni o esclusioni
      a quei bisogni altruisti del noi
      a scapito dalle rivendicazioni
      dei rispettivi ed egoisti io,
      e allora vivranno
      un nuovo futuro
      in cui un figlio adulto,
      rimasto ancora bambino,
      non dovrà più anelare
      un tenero sorriso
      dal suo amato papà!
      Composta domenica 7 luglio 2013
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        Scritta da: A. Cora
        in Poesie (Poesie personali)

        Di luna, più grande, il pallore

        Spegni
        di luce il bagliore
        che lo sguardo solo confonde
        Leva le briglia al vedere, apri agl'occhi
        quel mondo, che scorgi solo la notte
        nel suo incanto mostrare
        Tra quel'ampiezza di ciglia, lascia al cielo pupille
        che possan meglio osservare
        Là dove sosta tra onde, lieve il confine del mare
        e più non scorgi lampare
        In quel sapore profondo, che sa rubarti il pensare
        udrai la stelle vibrare
        Là troverai quel pallore, grande più grande
        ancora, di quel che sempre compare
        Nel suo vestito migliore
        Di una luna, più grande, che
        ti rallegra lo sguardo
        e di bianco, tinge
        il mare.
        Composta domenica 7 luglio 2013
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          Scritta da: A. Cora
          in Poesie (Poesie personali)

          Abbagli

          Credere
          in ciò che fai
          in fondo è facile

          Fare ciò in cui credi sai
          è più difficile
          Nella vita poi errare è un'attimo

          Quando poi t'accorgi che è solo fumo
          quello che hai creduto
          fosse vero

          Nulla ti resta dentro gl'occhi
          poco ti rimane dentro
          il cuore

          E offuscato appare, anche
          il più piccolo
          pensiero.
          Composta domenica 7 luglio 2013
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            Scritta da: logos probus
            in Poesie (Poesie personali)

            Catena di montaggio

            La lontananza cittadina
            Si perde con la volontà
            di andare là dove sono soldi e frutti
            del lavoro d'altri,
            di continuo sostituiti.

            Là c'è più e meno vita di qua,
            c'è lavoro...
            La distanza è minore
            Più il tempo scorre,
            e i polverosi fumaioli tentano
            di tirare a sé il luogo solitario
            immerso da coltivi immensi.

            Là pare arricchire,
            Altrove la povertà...

            Infine non c'è più distanza,
            affari e pagamenti sono pure qui
            perché tutti siamo entrati
            nel macchinoso congegno,
            ingegnoso vivere d'affari,
            che come in una catena di montaggio
            tutto è più semplice,
            ma più estenuante e insalutare.
            Composta martedì 1 dicembre 2009
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              Scritta da: Stefano Loddo
              in Poesie (Poesie personali)

              Al di là dell'apparenza

              Tutto ciò è apparenza,
              e schiavizza la sua lenza.
              Non la doma la ragione,
              non la doma la coerenza.
              Viso dolce da bambina
              aria innocente, divina.
              Eppur, dietro a ogni Venere
              vi è un santuario di cenere,
              Se dolcezza e viso ameno
              son dei bassifondi il seno!
              Composta lunedì 24 giugno 2013
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                Scritta da: Gianluca Ambrosino
                in Poesie (Poesie personali)

                Il canto della luna

                Farfalle
                corteggiavano il sole
                con un volo tubolare,

                (rientranza poetica di una scia di profumo)

                riflesso di inebrianti notti
                e scogli,
                acre volo di sale.

                Brucia la gola dei canti,
                i liquidi oscuri
                e i nostri corpi,
                incantesimo trasportato
                da un rigagnolo d'acqua.

                Erano lontane le valli
                erano enormi le montagne,
                sotto petali di indifferenza
                passava l'organo del maestro.
                Ricordi
                la sua musica, era
                la nostra culla.

                Alcune note stonate
                ma, le sue fanfare.
                Come erano
                rombanti, le sue fanfare,
                erano i raggi del sole!

                Oggi,
                le farfalle
                corteggiano il sole
                con un volo tubolare

                e, la Luna canta davanti al loro volare!
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