Poesie personali


Scritta da: Salvatore Masullo
in Poesie (Poesie personali)

Notte alla stazione

Notte alla stazione
dove l'ultimo mostro,
sbuffando,
ha ingoiato il suo carico umano.
Un altro giorno corre via
come il fischio di quel treno
in lontananza...

Nell'aria scura
solo l'eco degli affanni
e quegli appunti di vita
che tornano a parlare,
in soliloquio,
dagli intonaci freddi
di una sala d'attesa.

Il "libro degli ospiti"
sulle pareti stanche:
nomi, date, messaggi
di coppie innamorate
fedeli a una promessa,
di uomini delusi
cresciuti troppo in fretta,
di chi si sente solo
sopra un binario morto!

Notte alla stazione
crocevia di quei pensieri
dispersi come cicche sui binari
che muoiono la sera tra le pietre
dissolte in una nuvola di fumo.

Stazioni di notte, metafore di vita,
dove puoi perdere l'ultimo treno
e rimanere al punto di partenza,
oppure proseguire nel tuo viaggio
sperando in una nuova... coincidenza!
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    Scritta da: Salvatore Masullo
    in Poesie (Poesie personali)

    A mio figlio

    E ti ritrovo uomo all'improvviso
    Tu che rimani sempre il mio bambino
    Con quello sguardo ingenuo ed indeciso
    Che mi rapisce quando ti ho vicino...
    Sapessi figlio mio con quanta intensità
    Io vivo le tue giovani apprensioni,
    E il tuo passaggio alla maggiore età
    Mi fa provar sussulti ed emozioni...

    Con te mi sento adulto
    E finalmente padre,
    Rivedo le speranze
    E il senso della vita.
    E dopo i sacrifici
    Sofferti con tua madre,
    Vorrei che la tua strada
    Non fosse mai in salita...
    Se un giorno attorno a te
    Vedrai solo deserto,
    Ripiglia piano il fiato
    E non morire dentro:
    La nostra vita è barca
    In mare aperto
    E può colare a picco
    Se tu non stai nel centro...

    E se ti troverai a sopportar gli affanni
    Di un mondo che pretende soltanto i risultati,
    Non perdere la calma e vivi quei tuoi anni
    Col solito entusiasmo e i gesti misurati.
    Ricordati di sentirci a te vicini
    Anche quando un dì non ci saremo:
    Per sempre veglieremo il tuo cammino,
    Al cuore e alla tua mente parleremo...
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      Scritta da: Salvatore Masullo
      in Poesie (Poesie personali)

      A mia figlia

      D'estate ti tenevo tra le braccia
      sugli arenili caldi delle spiagge,
      e insieme cercavamo tra le rocce
      conchiglie consumate dalle piogge.

      D'inverno ti portavo sulle spalle,
      fra sagre e ricorrenze di borgate,
      per evitarti il bagno di una folla
      che divorava rustiche crostate!

      Ed ora mi sorprendo ad inseguire
      i segni del tuo nuovo portamento,
      soffrendo per quel lesto divenire
      che suscita nell'uomo il sentimento.

      Nell'aria sonnacchiosa del mattino,
      fragranze che risvegliano la mente:
      profumi di quel trucco sbarazzino
      esaltano il tuo corpo adolescente.

      Il tempo, intanto, vola via
      e ti ritrovo donna all'improvviso,
      tu che dissolvi la malinconia
      dei giorni, spesso, avari di un sorriso.

      Ma il cuore resta preda dei pensieri
      e annaspa se la sera torni tardi,
      in questa selva dove quei guerrieri
      al buio ridiventano codardi!
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        Scritta da: Salvatore Masullo
        in Poesie (Poesie personali)

        Morte di una madre africana

        Lo sguardo smunto e senza pace
        sul frutto tuo che al seno allatti,
        nutrice non più gravida di linfa
        sull'arsa terra che conduce a morte.

        Palme chiare scavate dagli stenti,
        denti in fuori a mordere la rabbia,
        rami secchi agli angoli degli occhi
        e un velo d'innocenza che riluce
        dal breve gocciolar che bagna il viso.

        Nostalgie di fiumi e d'argini fecondi,
        di noviluni spesi intorno ai sacri fuochi
        quando l'eco delle danze e dei tamburi
        vibrava forte nei visceri terreni
        fin dentro la capanna ove cullavi,
        al canto di guerrieri generosi,
        i tuoi sogni primitivi di fanciulla.

        Ricordi antichi di un'età svanita
        nell'avida terra, tra l'aride pietre,
        di gesta superbe non più cantate,
        di nenie tribali divenute pianti,
        di madri fiere dentro le capanne.

        Ora solo i gemiti a riempir le foreste,
        a vagar su gli altipiani e le radure,
        in un mondo che non dà più voce
        né terre su cui tracciare solchi
        né piante di cui godere i frutti
        né sogni, né memorie familiari.

        Nubi polverose sui declivi
        spinte dal vento secco di stagione
        ove il respiro tuo s'impiglia
        e annaspa tra i bagliori del tramonto.

        La pelle cede e ha un ultimo sussulto
        al labbro ritmato del tuo frutto
        che succhia dai tuoi seni inariditi
        la speme d'un futuro cancellato.

        E allora volgi il guardo tuo morente
        sui campi un tempo sazi di manioca
        ove l'immago tua rivedi ancora
        tra le braccia vigorose dei tuoi avi...
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          Scritta da: Salvatore Masullo
          in Poesie (Poesie personali)

          La spiaggia dei ricordi

          Tra suoni antichi mi sovvien la voglia
          di un ritmo che s'insinua nella mente
          e mi riporta al tempo adolescente
          quando miravo il mare da uno scoglio...

          La spiaggia dei ricordi adesso tace,
          quel tratto di costiera sempre in guerra
          che corre da "Bagnoli" al "Rione Terra",
          un tempo approdo dei coloni Greci!

          Rivivo gli assolati pomeriggi
          trascorsi sotto l'ombra dei costoni
          per evitare a scuola le lezioni
          e l'indolenza di quei banchi grigi...

          Nell'aria quei tramonti di calcare
          d'un sole che affogava all'orizzonte
          tra il luccichio di reti appena pronte
          sugli argani impazienti di salpare!

          Ed io un intruso dentro la cornice
          sentivo, a tratti, le sommerse voci
          di oracoli e sibille senza pace
          salir da quei fondali in superficie...

          Godevo in quel respiro di maestrale,
          di venti aperti al canto di sirene,
          e un fremito mi entrava nelle vene
          quando scoppiava forte un temporale!

          Sul viso assaporavo quelle gocce
          asperse come un gesto spirituale
          e rimanevo assorto in quel rituale
          seduto sul gradino di una roccia.

          E m'incantavo a lungo ad ascoltare
          lo sciabordìo dei flutti sotto costa
          che raccontava a tutti senza sosta
          l'eterna lotta tra la terra e il mare...
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            Scritta da: Salvatore Masullo
            in Poesie (Poesie personali)

            Il gabbiano infelice

            E nel silenzio resto qui a soffrire
            senza dar più voce al mio dolore,
            poiché l'ansia moderna di apparire
            ha già serrato, forte, i vostri cuori!
            Come un clown racconto la mia storia
            a Voi che fate finta di capirmi,
            in un'arena dove non c'è gloria
            per me che tento invano di esibirmi...

            Io sono quel gabbiano con le ali fratturate
            costretto ad inciampare su scogli della vita.
            Un tempo volteggiavo per i ventosi lidi
            fra guizzi di marosi ed arroccati nidi...
            Ed or che vò ramingo sui litorali bassi,
            confido le mie pene alle ginestre e al mare,
            e cerco nutrimento nei cumuli di sassi,
            tra reti sforacchiate e gusci di calcare...

            Rimiro i miei compagni volar sulle banchine,
            danzar con eleganza nel tempo degli amori,
            sfiorando con la coda quel limitar di pini
            nel vespero che smorza l'asprezza dei colori...
            Ed io rimasto solo, su questa baia deserta,
            non provo più l'ebbrezza giocosa del volare.
            Ma so di avere, alfine, una risorsa certa:
            un cuore così grande per amare!
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              Scritta da: Salvatore Masullo
              in Poesie (Poesie personali)

              Cercami

              Quando l'inverno
              avrà steso all'orizzonte
              l'ultimo velo grigio
              e l'alito vaporoso di cucina
              s'incollerà
              sulle finestre fredde,
              allora cercami:
              io ti sarò vicino
              ad aspettare l'alba.

              Prima che l'imbrunire
              abbia fugato impietoso
              la fioca luce del meriggio
              Noi, con le dita sui vetri,
              tracceremo
              innocenti arabeschi
              del nostro
              imperituro amore.
              E non saranno i pensieri
              ad inghiottirci come prede,
              né noia o solitudine
              ad affogarci l'anima.

              Quando la pioggia
              batterà impetuosa
              sui tetti delle case
              e un tuono repentino
              vibrerà nel cuore tuo,
              allora cercami:
              prima che in mare
              s'acqueti la risacca
              e un volo di gabbiani
              rinnovi il suo vissuto
              insieme resteremo
              fino all'ultimo minuto...
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                Scritta da: Salvatore Masullo
                in Poesie (Poesie personali)

                Lettera dal cielo

                Non piangete figli miei
                sopra questa terra
                che mi consuma!
                Alzate gli occhi al cielo,
                da oggi io sono qui:
                nel regno dell'eterno,
                dove spazio e tempo
                non hanno più misure.

                Voglio dirvi ancora
                parole di padre
                e chiedervi scusa
                se qualche volta
                non ho saputo mutare
                i miei silenzi in parole,
                la mia rabbia in ascolto,
                la mia foga in abbraccio.

                Se solo avessi
                scavato più a lungo
                nei vostri occhi,
                a volte bassi...

                Oggi, più di prima,
                io resto al vostro fianco
                esortandovi a non cedere
                ai silenzi del cuore,
                al rumore delle passioni,
                alle lusinghe della vita!

                Non rinunciate mai a cercare
                il significato delle mie parole
                tra le pieghe del vissuto.
                E non basteranno le tempeste,
                anche nelle notti più buie,
                a spazzare via
                i ricordi a voi più cari.

                Cercate nei giorni che verranno
                i segni della mia presenza
                e risentiamoci nei sogni:
                io saprò parlarvi ancora...
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                  Scritta da: Salvatore Masullo
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Frammenti del passato

                  Mio padre rincasava all'imbrunire
                  col freddo che mordeva le tonsille
                  e mesto confidava il suo soffrire
                  a un ceppo scoppiettante di faville.

                  Lo sguardo spento, innanzi al focolare,
                  a ricordare il giorno più fatale
                  di mamma che finiva di campare
                  in un lettino bianco d'ospedale...

                  E nel trastullo passava le giornate
                  cercando un nesso all'inattesa sorte
                  di lei disposta ad essere operata
                  per non finire preda della morte!

                  Le notti insonni a domandarsi il come,
                  a rimirar le foto del passato,
                  per risentir nell'aria il proprio nome
                  da voce di colei che aveva amato...
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                    Scritta da: Pensieri Ricorrenti
                    in Poesie (Poesie personali)
                    Notte di note,
                    di parole sussurrate,
                    di carezze vellutate,
                    di sorrisi sui nostri visi,
                    di desideri condivisi.
                    Notte allungata
                    fino a diventare
                    una nuova giornata,
                    notte scivolata
                    come una mano
                    sulla tua pelle levigata.
                    Mani che non si lasciano
                    i tuoi occhi
                    che mi affascinano,
                    sonni perduti
                    sogni vissuti...
                    Composta giovedì 10 maggio 2012
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