Poesie personali


Scritta da: Salvatore Masullo
in Poesie (Poesie personali)

Frammenti del passato

Sola, rincorsa dagli affanni di vita consortile
hai chiuso in un cassetto quel sogno giovanile.
Secchi petali di rose, tra pagine ingiallite,
riportano alla mente la nostra prima lite.

Problemi familiari vissuti con coraggio,
nel silenzio, per superare il peggio.
Il sonno dei bambini a farti compagnia
mentre lo sposo tuo lavora e resta via.

Scolastiche emozioni riaffiorano alla mente
ti recano sollievo nell'attimo fuggente.
Frammenti del passato, canzoni di Battisti,
trasmettono calore ai tuoi momenti tristi.

Ripensi a spiagge bianche, ad un immoto mare,
ove la mente tua si lascia naufragare.
Ed io che sto lontano ti immagino vicino,
dopo una pioggia estiva, seduti sotto un pino.

I lidi più segreti, le sabbie più dorate,
vorrei che insieme a te venissero violate.
Respireremo uniti, non resteremo muti,
per tutti quei momenti ancora non vissuti.

La notte allora scenda, amica come il giorno,
insieme parleremo di ciò che ci sta intorno.
E se anche in quel tempo io ardo, se tu bruci,
come potranno le tenebre non divenire luce?
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    Scritta da: Salvatore Masullo
    in Poesie (Poesie personali)

    Tel Aviv Promenade

    Passeggiamo senza stancarci
    lungo questa vivace Promenade
    (o "Tayelet", come la chiamano in ebraico),
    dove la vita cittadina pulsa di continuo.
    Lungo questo pavimento chiaro di pietrisco,
    punteggiato di palme,
    resocontiamo la nostra proficua
    giornata di lavoro.
    A piedi nudi assaporiamo
    quella sabbia finissima
    e quel mare cristallino
    mosso dalla rinfrescante
    brezza del Mediterraneo...
    La notte scorre veloce,
    animata da una gioventù
    che balla e sorride
    nei "beach-side cafes",
    dove l'aria è ancora calda
    degli ultimi raggi del tramonto.

    Tel-Aviv's Promenade
    dove ci sediamo volentieri su un lido,
    attorno a tavoli bassi,
    per gustare una birra fresca
    e rimirar le spumeggianti onde
    che bagnano la spiaggia
    fino all'antico porto di Jaffa
    e quelle vecchie case sparse
    tra lussuosi alberghi,
    sfavillanti di luci rosse e gialle...

    Il cuore di Tel Aviv
    non si ferma mai
    lungo questa Promenade
    dove la notte seduce tutti:
    turisti, coppie innamorate
    e appassionati di jogging...

    E tra le fragranze marine portate dal vento,
    noi consumiamo il nostro piatto di Humus,
    insieme ad odorose erbe di giardino
    e vegetali freschi sminuzzati...

    La notte passa presto a Tel Aviv,
    (in ebraico la "Collina di primavera" ),
    la città che non si ferma mai,
    un caleidoscopio di culture e tradizioni
    che difficilmente potrò dimenticare...
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      Scritta da: Salvatore Masullo
      in Poesie (Poesie personali)

      Non dire che

      Non dire che il tempo ha cancellato
      i sentieri ameni del passato,
      quando tra i sassi di un selciato erboso
      riluceva quel viso tuo gioioso...

      Non dire che non hai più il calore
      dei giovanili ardori,
      e il cuore è preda dei tormenti
      al primo soffio languido dei venti...

      Non dire che soffri per la figliolanza
      la dura prova della senescenza:
      tu sei il fiume che scorre nelle vene,
      che smuove le radici e scava le golene...

      Non dire che il dolore ti ha piegato
      e il corpo è stanco e rassegnato:
      tu menti e dal guardo tuo profondo
      riluce, forte, l'amore per il mondo...

      E allora muovi ancora le tue mani,
      lasciandole frugare tra i capelli,
      e prova ancora l'emozione
      di un brivido notturno sulla pelle...
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        Scritta da: Salvatore Masullo
        in Poesie (Poesie personali)

        Io scrivo

        Scrivo per chi un giorno
        vorrà leggermi
        e sentirsi rinfrancato.
        Scrivo per i miei figli,
        perché la sera
        non si sentano mai soli,
        perché non ritengano
        che tutto gli sia dovuto,
        perché credano
        in una società dell'essere,
        piuttosto che dell'apparire.
        Scrivo per chi ritiene
        che la vita sia troppo bella
        per essere vissuta in due.
        Scrivo per la mia donna
        perché con Lei
        mi sono sentito importante.
        Scrivo per chi si sforza,
        nel quotidiano,
        per sopravvivere.
        Scrivo per chi pensa
        che l'autostrada
        sia sempre la via
        migliore da seguire
        ed evita sistematicamente
        i sentieri di montagna
        e le strade di periferia.
        Scrivo per chi crede
        che l'aria di campagna
        sia fatta solo di buoni odori.
        Scrivo per chi è convinto
        che nella vita
        ci siano sempre
        risposte definitive.
        Scrivo per chi si sente solo,
        per chi si perde
        nella selva della vita
        ed in mezzo a tanto strazio
        non trova vie d'uscita...
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          Scritta da: Salvatore Masullo
          in Poesie (Poesie personali)

          Lentamente scorre il Nilo...

          Domani torno in Italia
          al termine del mio lavoro.
          Lascerò un poco del mio cuore
          tra le vie di Città del Cairo,
          il più grande centro abitato
          di un'Africa che merita sorte migliore...

          "Al-Qahira", che significa "la vittoriosa",
          è l'immensa capitale dell'Egitto,
          una città che non ha mai smesso di crescere,
          coi suoi vicoli e le viuzze dei quartieri popolari...

          Cupole e minareti spuntano
          nella bianca foschia di un mattino d'autunno,
          mentre in lontananza le piramidi di Giza,
          raccontano solenni una Storia millenaria!

          Dal balcone del mio albergo,
          guardo per l'ultima volta il Nilo
          che scorre lentamente
          trafitto dal luccichio del sole,
          mentre l'aria del mattino
          comincia a riempirsi
          col suono dei minareti,
          le voci dei venditori,
          il frastuono dei clacson
          e gli odori delle cucine...

          E mentre chiudo
          la finestra del mio balcone,
          il cuore mi si stringe
          rimirando per l'ultima volta
          l'imponenza delle Piramidi,
          e questo immenso fiume
          che lentamente scorre...
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            Scritta da: Salvatore Masullo
            in Poesie (Poesie personali)

            Montagne dell'Irpinia

            Fascinose cime
            che s'ergono selvagge
            su rustiche valli,
            tra il verde frascame,
            l'umide zolle
            e gli aspri dirupi...

            Gelide polle, tra bianchi scogli,
            s'allungano pei ripidi sentieri,
            tra lo stormir di fronde
            al sibilo dei venti...

            Antiche sonorità serali
            riecheggiano dai borghi:
            lo scampanìo d'un gregge,
            i fischi dei pastori,
            i cigolanti carri
            e i secolari canti
            di contadini stanchi...

            Barbe incolte sulle vermiglie gote,
            rami secchi agli angoli degli occhi,
            mani incallite da consumate vanghe.
            Al fianco le dignitose donne,
            compagne nel lavoro,
            compagne nella sorte...

            S'allargan le narici
            al fiuto di tabacco,
            s'innalzano nell'aria
            girandole di foglie,
            annega tra le rocce
            il sole all'orizzonte...

            Rintocchi di campane
            raggiungono i crinali,
            mentre la sera soffia
            sul fumo dei camini...

            Percorso dai sussulti
            è il cor della zitella
            che occhieggia
            sovra l'uscio
            in speranzosa attesa...
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              Scritta da: Salvatore Masullo
              in Poesie (Poesie personali)

              Un angelo in terra

              Brevi furono le sue stagioni,
              grande il suo amore per la vita,
              quando il sole bruciava le spighe
              e le rondini volavano alte
              sui campi spettinati dal vento.

              Era un tempo d'aquiloni,
              di tramonti spesi in allegria,
              di corse pazze giù per i pendii.
              Su quella bici, respirando il cielo,
              assaporò la sua fiaba di fanciullo.

              Ma il fato pose la parola fine
              all'innocente brama di carezze
              e con l'arrivo delle prime piogge
              quell'esile fuscello scolorito
              tornò alla terra senza dare fiori.

              Fremiti di foglie lungo il davanzale
              e giocattoli senza più un padrone
              restano a guardia della stanza vuota,
              mentre l'acqua lacrimando scorre
              sopra i vetri di una finestra fredda.
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                Scritta da: Salvatore Masullo
                in Poesie (Poesie personali)

                Speranze

                Speranze come treni
                inghiottiti dal tunnel della vita,
                ansimanti nel buio,
                in cerca di una luce...

                Speranze, ultime a morire,
                su certe strade deserte
                dove amore e pace
                sono spesso un miraggio...

                Speranze come quei ragazzi
                che non hanno una meta,
                eppure vanno sempre di corsa
                giocandosi la vita sull'asfalto...

                Speranze di chi ha fede
                e non crede più a nessuno,
                come gabbiani irrequieti
                in cerca d'uno scoglio...

                Speranze mai sopite
                dove la vita arranca
                quando il silenzio vince
                e la parola manca...
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                  Scritta da: Salvatore Masullo
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Strade

                  Strisce d’asfalto bruciate dal sole
                  dove consumi le quotidiane noie.
                  Strade bagnate, vissute al mattino,
                  in compagnia dei tuoi pensieri
                  e certe storie che non hanno fine.
                  Curve, salite, discese, frenate
                  sulle note di una vecchia canzone:
                  quante volte hai premuto il pedale
                  rincorrendo invano quel sogno
                  che ti cambi d’un colpo la vita…

                  Strade statali battute dal vento,
                  sul finire di un’altra giornata,
                  tra quei fasci di luce accecanti
                  che divorano stanche pupille
                  immerse nel nulla del buio serale.
                  Strade deserte di periferia,
                  tra terre incolte, prive di vita,
                  dove trovi lungo il selciato
                  fiori secchi, senza profumo,
                  col capo reclino sull’esile stelo.

                  Strade d’autunno,
                  ricolme di nebbia,
                  dove il respiro manca
                  e t’accorgi d’esser solo.
                  Strade di vita
                  che prima o poi  
                  percorreremo tutti…
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                    Scritta da: Salvatore Masullo
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Era una maestra

                    E mi sovviene ancor nella memoria
                    la voce di un'impavida maestra
                    che mossa dal suo senso del dovere
                    mi conduceva in classe a dire versi...
                    Ricordo la chiamavo "signorina",
                    malgrado i vezzi bianchi sulla chioma,
                    e dentro quattro mura un po' annerite
                    mi preparava ad affrontar la vita!

                    Il freddo dell'inverno era passato
                    con le gelate e i segni sulle gote
                    che ancor cercavano rifugio
                    nel morbido tepor delle sue dita.
                    Portava camicette di cotone
                    con dei ricami al passo di stagione
                    e mi colpiva l'odorosa trama
                    di candeggina e fiori di lampone.

                    La mano sempre sporca di gessetti,
                    che manovrava con un fare accorto
                    ad evitare di sentir le lagne
                    di chi soffriva, con la pelle d'oca,
                    la stridula scrittura su lavagna...

                    Ricordo quando entrava il direttore,
                    e gli mostrava i nostri quadernetti,
                    barchette senza remi alla deriva
                    d'un mare
                    che spiaggiava per l'affetto...

                    Poi ci portava fuori a primavera
                    per liberare sogni di fanciulli,
                    e l'aria tersa s'inondava
                    d'un canto
                    che graffiava le tonsille.

                    Pesanti come pietre quei ricordi:
                    un alfabeto che costeggia i cigli
                    dei giorni nostri divenuti tristi
                    per noi che ci sentiamo sempre figli!

                    Era una maestra...
                    Ma quando il cor s'infiamma,
                    per tutti noi rimane
                    una seconda mamma!
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