Poesie personali


Scritta da: il barbaro sognante
in Poesie (Poesie personali)

Le palpebre hanno sonno

Dormi la notte
ma non farla passare senza una parola, un gesto
accogline l'attimo.
Nel buio si nasconde l'essenza deformata delle ombre
Toccano la nostra pietà
Accendono la memoria
che le vuole fantasmi di tombe
ombre di un passato agguerrito.
Luce
alleggerisce il cuore dal fardello notturno
Spiraglio
che trafigge le oscure presenze
ed esprime il canto del giorno
Aprendoci gli occhi alla vita.
Composta venerdì 23 marzo 2007
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    Scritta da: il barbaro sognante
    in Poesie (Poesie personali)

    Senza Prospettiva

    Campo di morte
    Foglie stecchite
    Rami aspri
    secchi come striduli scheletri
    Ed io nel mezzo di questo nulla
    come sabbia
    entro
    nelle fessure dell'anima
    Impallidisco alla vista
    di questo sterminio
    Senza cuore sento il mio corpo
    Mi aggrappo al ricordo
    un rimorso
    morde le mie carni
    strappa brandelli di pelle
    allontanando da me la speranza
    di guarire dalla paura
    di essere solo un uomo.
    Composta sabato 19 gennaio 2008
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      Scritta da: il barbaro sognante
      in Poesie (Poesie personali)

      Lacrime

      Lacrime.
      Onde che sommergono.
      Tolgono respiro al cuore.
      Radici che sprofondano nell'anima strappandone i ricordi.
      Lacrime prosciugate
      Represse all'ombra di un deserto chiamato orgoglio
      Lacrime come memorie mai sopite.
      Eterne ferite
      che squarciano il disegno di un futuro solo immaginato
      E lacrime, infinite lacrime di lacrime e sì ancora lacrime
      per la vita che si alza sempre nonostante la morte.
      Composta mercoledì 18 novembre 2009
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        Scritta da: il barbaro sognante
        in Poesie (Poesie personali)

        Il polline mi ispira irritandomi

        Neve primaverile
        nata dal vento
        Si muove furente
        sulla strada
        tra la fretta della gente
        tra le fronde di alberi
        carichi di nuova vita.
        Neve di primavera
        che si sospende nel cielo
        circondando il tempo
        di una melodia vellutata
        sorda all'orecchio
        ma visibile all'occhio
        danza con essa
        nell'attesa di giungere a terra
        con un ultimo sbuffo di vento.
        Composta lunedì 4 aprile 2011
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          Scritta da: il barbaro sognante
          in Poesie (Poesie personali)

          La società non ci fa indifferenti, ci rende fin troppo sensibili al giudizio

          È sofferenza.
          Inadeguato
          Al sole
          Alla luce
          Investigato
          Soffocato
          Dal giudizio
          In gabbia
          Arranca
          Annaspa
          Ingoia l'aria
          Madida di calore
          Brucia sul volto
          Quel sudore
          Tremenda vergogna
          Viscida
          Umiliazione
          Non esiste scampo
          Succube di quella prigionia
          Tenta un grido invano
          Più si nasconde
          Più sente sul corpo lo sguardo
          Una mano lo schiaccia
          Le ali sono strappate
          Pesante è il fardello
          che lo annega a terra.
          Composta mercoledì 15 settembre 2010
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            Scritta da: il barbaro sognante
            in Poesie (Poesie personali)
            San Marco non si ricorda
            Talmente piena di sé e grondate di gente
            Copre d'intero la mente.
            Costretti quindi a gettare nel vuoto
            quella piazza d'enorme bellezza
            Ci si affretta a dimenticare
            con sguardo triste e sconsolato
            i pavimenti dipinti di guano
            Le voci schizzate di barbari visitatori
            Colombi impazziti che sfiorano teste di innocui passanti
            spersi in sadici ponti o stipati in calli infinite
            Mentre una nuvola leggera di rifiuti
            ricorda l'ingiuria dell'uomo a quella Città che dice d'amare.
            Nulla manca nel gran mercato del caos
            questa è piazza San Marco in Venezia.
            Composta venerdì 4 febbraio 2011
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              Scritta da: il barbaro sognante
              in Poesie (Poesie personali)
              Una voce irriconoscibile

              eppure è lei

              i miei occhi guardano i suoi
              vuoti
              rapiti da quel momento estatico di passione

              non vedo altro
              solo quegli sguardi che accompagnano la musica e con essa i miei pensieri
              i miei sogni con lei

              lei dunque

              che mi scava dentro
              lentamente
              invisibile
              silente

              si nasconde in me

              ma quegli occhi...
              si quegli occhi
              e quella voce di magia
              la fanno riaffiorare continuamente

              sospesa in me...

              che fare... scappare, non dire, non sentire né vedere...
              ma quegli occhi
              quella voce
              tornano, ritornano
              mi seguono fin dentro l'anima
              aprano squarci di desiderio, dubbi, ritrosie e ripensamenti

              rimango in disparte, di pietra
              ma è tardi, troppo tardi
              come lava scorre dentro di me
              bruciandomi
              senza sapere, senza capire forse senza volere
              lei si scansa
              schernisce la sua opera
              io non posso reagire
              annullo le mie difese
              l'orgoglio si fotte
              reagisco, mi compatisco
              distruggo la sua immagine
              ma ricado, affondo, sprofondo...
              in quella voce
              in quegli occhi
              che mi vedono
              mi sentono
              muti, incoscienti, irreali
              come sempre è l'amore
              che provo per donne solamente immaginate.
              Composta mercoledì 19 febbraio 1997
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                Scritta da: il barbaro sognante
                in Poesie (Poesie personali)

                A letto

                Prima la notte.

                Attendo.

                Non respiro e guardo.

                Fremo.

                Vedo.

                Tremo.

                La vedo.

                In me succede...
                succede che il cuore sovrasta il ritmo della musica.

                Amo le sue parole dette all'ombra della notte
                sussurrate, non del tutto svelate.

                Labbra mi si avvicinano
                esprimono desideri
                che sono anche i miei.

                Lanciano preghiere
                spesso inascoltate.

                Ironizzano tutto con stupore calcolato.

                Io le fisso dolci, ubriache, "anestetizzate".
                Si è vero non ho ceduto.
                Perché rimasto sospeso in quel tempo
                imprigionato nella sua magia
                impresso nei suoi occhi.
                Non volevo finisse.
                Non lo credevo possibile.
                Invece
                Io la voglio guardare
                Voglio quegli occhi spietati
                Neri
                Voglio lei.
                Voglio te.

                Io le tocco la mano
                la penso mia
                la stringo.
                Mi fermo.
                Io non esisto.
                Esiste quell'unione.
                Surreale estasi.
                Stringo il suo corpo, lei
                L'anima dice mia, mia, mia
                Lei è mia
                Ma è un attimo
                Imprendibile e sfuggente
                Lei, credo sia il mondo
                Non il mio né di altri... solo il mondo
                La sua dimensione è il sogno
                e ieri mi è successo di viverlo per pochi istanti
                È una fantasia ricorrente
                che non si esaurisce né si realizza mai
                La sua bellezza è questa.
                Però se permetti io ti voglio.
                Fatti trovare per una sera, un giorno, per un anno o un secolo...
                Fatti vedere e questa volta rimanimi accanto.
                Io penso di averne davvero bisogno.
                Come posso darti una melodia se spargi note e fuggi via.
                Rimango impietrito
                congeli in me ogni speranza d'amore.
                Dammi la primavera ed io ti darò l'estate.
                Ed ora mi sveglio... è giorno
                non sei niente e nessuna
                Sei tutta la mia notte.

                E poi viene il buio.
                Composta venerdì 12 giugno 1998
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                  Scritta da: il barbaro sognante
                  in Poesie (Poesie personali)

                  12 Novembre

                  Amazzone indomabile
                  che tutto domina
                  sia nel rosso
                  sia nel nero
                  sia nel cuore
                  sia nella mente
                  Il tuo corpo invecchia ed io con lui
                  La tua indole è un ricordo senza tempo
                  Il tuo destino un viaggio segnato dal dolore
                  Ma la tua vita vive
                  Si aggrappa all'amore
                  Cade
                  Si rialza
                  Torna alla polvere
                  Passa dal fuoco della rinascita
                  e si accoppia con l'eterno.
                  Io
                  Rimango in disparte
                  fuori dal canglore della battaglia
                  Spettro che ti accompagna nella tua odissea
                  in attesa di un accenno
                  di un ritorno dall'esilio
                  Pronto ad accogliere quell'anima candida di donna
                  che sorride imbarazzata ad un sentimento mai svelato.
                  Composta mercoledì 19 luglio 2006
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                    Scritta da: il barbaro sognante
                    in Poesie (Poesie personali)

                    La Donna Jazz

                    E venne la malinconia
                    emarginata fino a quel momento
                    E venne la nostalgia
                    a donarmi un profondo tormento
                    sia solo un frammento di tempo
                    perché non desidero provare altro dolore
                    sia fugace lo scoramento
                    perché non è corrisposto il mio amore
                    in me c'è la convinzione
                    di non essere (come sembro) un gran coglione
                    ma tanta è la voglia di un ripensamento
                    come la paura di svelare il mio mistero
                    greve la necessità di un cambiamento
                    come il fardello che mi porto dentro
                    di essermi sincero
                    non sento ragione
                    di essere vero
                    non ne colgo mai l'occasione
                    non mi resta più nulla
                    se non qualche sua canzone
                    che nel male mi culla
                    e che infila il cuore nella depressione
                    trovare una o la via
                    è una fatica che per ora evito
                    è una semplice agonia
                    e penso che scansarla sia lecito
                    non potrò scappare all'infinito
                    comunque sono allenato
                    di correre non sarò mai sfinito
                    ma voglio per poco esser beato
                    la strada è in salita
                    troppo enorme sembra la fatica
                    manco di un'educazione sentimentale
                    per questo tendo di frequente a crollare
                    sotto i colpi di vacue passioni
                    che mi lasciano solo con le mie mille illusioni
                    se la vedo mi blocco
                    se la sento ne soffro
                    lei da me non vuole un cazzo
                    ma io continuo a scriverla perbacco
                    non lo faccio di proposito
                    e neppure lo voglio
                    cerco una nota di piacere come al solito
                    o forse è solo mesto orgoglio
                    ambivo a pochi minuti della tua vita
                    per spiegare ciò che prov (av)o
                    ma tu hai battezzato quella sensazione finita
                    prima di lasciarmi dire che ti am (av)o
                    mi ritiro dietro la scena un po' umiliato
                    mi nascondo nel riflesso dello specchio per il coraggio mancato
                    presto ritornerò sul palco perché l'esistenza senza di me è una sedia vuota
                    lasciatemi al destino che (come tutto) attorno a me ruota.
                    Composta domenica 19 aprile 2009
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