Poesie personali


Scritta da: Nello Maruca
in Poesie (Poesie personali)

Clxxx

Se di tremore tutto quanto movo
veloce subentra palpitio in core
e fronte è bagna di freddo sudore
e grande fobia in alma mi ritrovo.

Ancor più forte gran bruciore provo
che serpeggiando avvolge dentro e fore
mentre le tempie scoppian di dolore,
gambe e ginocchia, pure, a stento movo.

Tutto quanto lo corpo ora è fremente
che d'improvviso vien febbricitante
tanto che vista perdo e conoscenza.

Nessun conforto vien dalle prestanze
di mani di delicate movenze
che oprano a ridarmi persa coscienza.
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    Scritta da: Nello Maruca
    in Poesie (Poesie personali)

    CLXXXI

    Inebetito, steso mi fui cheto
    per nove dì che tutto ardea di foco
    e membra consumommi poco a poco
    e lo pensare al cranio fummi veto.

    Lo cinquettar d'uccello del vigneto
    fecemi intraveder dond'ero il loco
    e a fiato fioco la mia mamma invoco
    ché dal cald'affetto ancora non desueto

    Giovane suora che a mio canto siede,
    flebile e dolce voce sì mi dice:
    Mamma ch'invochi tosto qui riede

    Ch'affiancata dalla madre Badessa
    siede al cospetto di Signora Contessa
    ch'è di colei che ami generatrice.
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      Scritta da: Nello Maruca
      in Poesie (Poesie personali)

      CLXX

      Pensa, perciò, quanto noi s'è detto
      e se convinta stilerem rogito,
      così tutto sarà ben definito,
      sperando gesto ti sia ben'accetto.

      Quanto mi date non è un oggetto
      ma gesto, signora, che mai avrei capito
      se non fosse da voi, puro spirito
      e per spirito, signora tutt'accetto.

      Domani, se vuoi, sarai in Azienda,
      avrai di che vedere e imparare,
      cominci a districarti nel da fare.

      Verrò, ch'ò voglia di prest'imparare
      certa ch'è poco agevol seguitare
      conduzione di sì grand'Azienda

      Questo, figliolo, quanto con Bonconto
      e consorte donna Maria del Ronto.
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        Scritta da: Nello Maruca
        in Poesie (Poesie personali)

        CLXIX

        Tale motivo, indi, a te ci porta
        Che nel vedere te vediam figliolo
        e n'abbiamo da sempre gran consolo
        e sol l'amore è che ci trasporta.

        Accetta, indi, questa nostr'offerta
        e accedi lesto a tuo alto ruolo
        Né ti crucciar di ciò, né darti duolo,
        guida l'Azienda con man forte e certa.

        Terrai a tuo fianco noi e maestranza
        Fintantoché farai l'esperienza
        e d'ogni cosa avrai piena coscienza.

        L'Azienda, come sai, gode prestigio
        Ch'amministrata è in mod'egregio
        Perciò convien seguir la vecch'usanza.
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          Scritta da: Nello Maruca
          in Poesie (Poesie personali)

          CLXVI

          La mente è travagliata e il cuore
          spezzato ma tutta quanta la vita,
          pur degl'avvenimenti indebolita
          innanzi tieni e vuol da te vigore.

          Non declinare no, giammai, il fervore
          le membra, il cuor, la mente incita
          al trotto e di fè sia la pena nutrita;
          solo così riavrai lo perduto amore.

          In nostra casa tu sei figliolo
          e resti con noi ad amministrare
          i beni che dal Ciel ci son piovuti.

          Poi, quando gli zii saranno qui venuti
          deciderai restare oppure andare
          a esplicare d'arte giusto ruolo.
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            Scritta da: Nello Maruca
            in Poesie (Poesie personali)

            CXXXIX

            Tra tutto il dolor mio speme m'appare
            Al pensar ch'oggi tutto si conclude
            e fine lung'odissea che occhi schiude
            Pur quando palpebra sonno fa calare.

            Inginocchiato ai piè del casto Altare,
            fisso lo guardo a Chi non mai delude
            prego che la Sua carità me non esclude
            e che lo cup'affanno faccia chetare.

            Par che mia mente ritrova sollievo,
            Ma poi lo core torna a lacrimare
            Chè lo passar del tempo è altalena

            e sopportare non può cotanta pena
            che appena ch'ardisco traversare
            Ricado in fondo e torbid'acqua bevo.
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              Scritta da: Nello Maruca
              in Poesie (Poesie personali)

              CXXXVIII

              Pria che Diana s'involi all'umano
              Occhio e ancora pria che la campana
              Doni primo tocco serenità spartana,
              Mentre lo sole innesca suo volano,

              Trepidante acché porte spalancano,
              Nella speme che l'amata non rintana
              s'attenda ai piè d'antica fontana
              Giovane d'amor sperso in pantano.

              Lunga l'attesa, quanto mai snervante,
              Pare che tempo perso abbia suo corso
              e d'orologio guasto sia quadrante.

              Ah! Comparisse caro sembiante
              e a mie pene essere di soccorso
              e, in un sussurro, dire: Spasimante.
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                Scritta da: Salvatore Coppola
                in Poesie (Poesie personali)

                Amica mia

                Un silenzioso panico mi assale
                come una cappa vuota senza cielo,
                pesante come l'odio di un nemico
                che affonda freddamente la sua lama.

                Socchiudo gli occhi umidi ed assenti,
                con voce tremolante è disperata
                imploro al dio del tempo raggelato,
                di porre eterna fine ai miei tormenti.

                Mi sono accomiatato da una storia
                di grande rilevanza ed importanza,
                vorrei che tutto fosse come prima
                l'amarci ancora e sempre amica mia.
                Composta venerdì 17 giugno 2011
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                  Scritta da: Brunason
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Punti di vista

                  Lo sguardo sferzante
                  distorce alacre
                  di te ogni cosa.

                  Sei snella e slanciata?
                  Di certo malata,
                  se non quasi obesa.

                  Oppure sei alta?
                  Una scopa vestita,
                  o hai un tacco rialzato.

                  Sei forse bella?
                  Ma guardati meglio!
                  Ti credi una stella!

                  Natura artefatta,
                  di certo aiutata
                  da mano fatata.

                  Ti credi buona?
                  Macché: una strega
                  Con scopa e cappello.

                  Non c'è proprio scampo.
                  Ti fanno uno shampoo
                  Con astio e livore.

                  Tagliando e cucendo
                  un nuovo vestito
                  di stracci e carbone.

                  Soltanto una volta
                  su una torre salire
                  e infine gridare:

                  Sarò pure quella,
                  né buona né bella.
                  E allora? Son tua sorella!
                  Composta venerdì 17 giugno 2011
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