Poesie personali


Scritta da: Nello Maruca
in Poesie (Poesie personali)

XCVIII

Capisco e mi convinco del bel dire
Ma mentre forte il cor nel petto batte
e lo cervello in teschio si dibatte
Sarebbe veramente grand'ardire

Pensare di potere rotta invertire.
Qual'onda ch'avanza e a riva sbatte,
s'infrange, si riforma e poi risbatte
così dentro lo corpo tutt'è un sentire.

Lo pensiero segna rotta dedotta
e mai da quella si discosta e inverte
e là, dove diretto, solo là finisce.

Fabbro incute a ferro botta su botta
e nello stesso posto sempre colpisce
finché a suo modello lo converte.
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    Scritta da: Nello Maruca
    in Poesie (Poesie personali)

    XCVII

    Tristi pensieri t'affollano la mente
    e in sofferenza sei da diciott'anni
    quanto contavi allora, in quegl'anni
    quando fortuna segnotti tristemente.

    La Morte non colpisce casualmente
    Nemmanco prepone i grandi danni
    ch'apporta, colpendo nei verd'anni.
    Fors'è nel giusto ma per noi vilmente.

    Non possiamo, seppur nel malcontento,
    che fare reverente inchino a mala sorte
    e conformarci allo trist'evento

    perché la vita di chi in vita resta
    per quanto dolente dell'acerba Morte
    necessita governi cuore e testa.
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      Scritta da: Nello Maruca
      in Poesie (Poesie personali)

      XCVI

      Sull'uscio dell'antico, grande caseggiato
      la genitrice in devota attesa resta;
      la faccia dolce genuina e mesta,
      stringe al petto il figlio amato.

      Stanotte un brutto sogno m'ha svegliato:
      s'era nel mezzo d'una gran tempesta
      e tu smarrito in immensa foresta.
      Anelavi aiuto e io non l'ho portato.

      L'alma t'avrei donato ma non ho potuto
      che d'improvviso mi son'impigliata
      in alto cespuglio di spine cornuto.

      Tu strillavi, piangevi, mi chiamavi
      mentr'io mi dibattevo, sono cascata
      in una gola nera e tu, bruciavi.
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        in Poesie (Poesie personali)

        A venir di primavera

        Dimmi lampeggio di rapita pupilla
        da dove giunge questa brezza sottile
        che amorevole il cuore accarezza
        e come scosso ramo lo fa tremare?
        Congedatosi l'uggioso inverno,
        con verdi tratteggi e sfumature
        si va ridisegnando la vita,
        con alacre passo riprende vigore;
        altra cromìa di filigranate sensazioni
        crea amorevoli contrasti all'accostarsi
        di madreperlacei colori.
        Oggi spumeggia il mare, brilla
        il verdello tra prosperi pomari;
        dilaga e ondeggia, tra selvaggi campi,
        il rosso dei papaveri; brontolano
        i turgidi rivi dei botri; vero e raro
        dopo lungo volo, spietato falco
        tregua dona ad ansimante preda!
        Ah precoci annunci di primavera,
        ripiegare della povertà della terra
        che ubertosa si arricchisce di fiori,
        emozioni che accestite e rinverdite,
        rose e gerani alle finestre del cuore
        spalancato, da dove lungimirante
        una speranza ben salda guarda
        un divenire riaffermarsi
        con occhi d'amore e di illusioni!
        Riprendimi solare tepore, dilata
        le sgonfie sacche dell'anima di dolcezza,
        innalzami fino alla bellezza pura
        tra fermenti di luce e di chiarori;
        circondato da riverberi e fili dorati
        trepido e irraggiato, dello sbocciare
        di un nontiscordardimè fammi testimone:
        addolcito dall'evento poi io lo raccolga
        e sopra come suggello vi imprima
        l'impronta di un casto bacio augurale
        prima che in dono lo offra al mio amore!
        Ah questo apprendimento
        del viver non vano che per noialtri
        scolari svogliati, non ha mai fine!
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          in Poesie (Poesie personali)

          Borbotta e tace la mente

          L'artificiere che è nella mente fa brillare
          le sue mine, una marea di scintille fluisce:
          sono pensieri in agnizione,
          occupano circonvulozioni, fanno calca.
          Non si sfollano, mi provocano,
          fanno groviglio, perforano;
          come una ciurmaglia allo sbaraglio
          saccheggiano la stiva della mia coscienza
          all'alba di un suo stanco riveglio.
          C'è chi va, chi resta: un traffico mai visto
          con un frastuono mi intontiscono.
          Più li appallotto e li butto nel cestino
          più si riproducono copiosi.
          Vorrei svigliarmela, depistarli
          dissuaderli dai loro intenti imperscrutabili
          ma mi circondano, si accampano
          e assediano ogni mia volontà ostile.
          Che vorranno mai poi
          perché si impicciano della mia vita
          e interrogano il cuore all'esame
          del suo contenente e contenuto?
          Son leggeri più dell'aria, è vero
          ma perché allora pesano tanto
          e pressano emisferi cerebrali!
          Alcuni scherzano e mi frullano
          come fa un bizzarro vento con i fuscelli
          altri vogliono inculcarmi assurdità
          affascinarmi di nulla
          ingannarmi di poter raggiungere il tutto
          convincermi che esista l'eterno
          o spaventarmi mostrando spietati
          l'effimero tempo che pestifero
          tutto svanisce e cancella.
          Ecco che si staccano ancora
          dalle visceri della mia mente
          or balordi or sagaci
          pungenti e senza lasciarmi intendere
          la trama o il fine o il senso
          così come talvolta accade
          dopo aver letto un libro intero.
          Che filo li lega, luce o buio li proietta,
          perché mi trivellano l'anima,
          che riportano in superficie, saggiano
          il mio coraggio o il mio terrore affiorante?
          Mi curano, mi guariscono
          o mi ammalano e mi aggravano di un male oscuro
          sono allodole o spaventapasseri
          tarlano o insufflano amore di essere?
          Quanto suggeriscono per predare il meglio
          o il peggio del vivere;
          mi abbagliano o mi spengono
          ascoltando la cantafavola della vita?
          Ecco, la folla smembra, qualcuno ancora
          già assonnato si trattiene, tardivo svanisce
          poi discende e si propaga un silenzio.
          All'esplosione succede la stagnazione:
          è sempre un capovolgimento,
          un repentino alternarsi passando
          tra l'alfa e l'omega dell'essere
          quasi sempre nulla più poi resta in piedi;
          nel sub-errante vive o muore il pensiero
          ma mai, se vivi, ci dispensa dalla sua presenza.
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            in Poesie (Poesie personali)

            Il Tempo stinge molte cose!

            Fuggendo dedali di viuzze cupe
            sbucato nella strada delle rose
            tra fragranze e effluvi trovai luce
            l'amore per sentieri seguii a fiuto.
            Raggiunto dai dardi di Cupido
            tra petali e variopinti corimbi
            nell'affrontare nuovi respiri
            io vidi il lampeggio della lucciola
            sentii il grillo sotto la luna
            l'occhio vuoto fattosi pieno
            brillare all'aurora del cuore.
            Come nelle notti d'estate
            quando boccioli di fuochi colorati
            s'aprono rischiarendo il mare
            e rimbombano echi di spari
            con colpi da intime bocche di fuoco
            ogni appuntamento io festeggiai;
            sul pentagramma dei sogni
            le note trascrissi delle ispirate
            melodie dall'anima eseguite.
            Ma gli anni passano e tu, Musa
            lo sai: il Tempo stinge molte cose!
            Autunnale il sole perde calore
            ad una a una cadono le foglie,
            l'anima e la carne invecchiano
            e a nulla vale ricorrere alla scatola
            del trucco per nascondere
            il pubblico spessore delle rughe
            datato sul pallido volto senile.
            Ora che il domani, come l'età,
            più povero e triste è divenuto
            andiamo a ritrovare la scatola nera
            della memoria e lasciar parlare
            il nastro confuso dei ricordi cari,
            ripetiamo, tra fruscii, con un fremito di voce
            la storia smagata della nostra vita.
            Nell'amaca di un'ultima illusione
            sempre ci sarà dato di cullarci
            e a occhi chiusi riappropriarci
            ancora per un attimo indefinito
            di quanto il tempo ci portò via.
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              in Poesie (Poesie personali)

              Quando lontana sei e solo vivo

              Quando lontana sei e solo vivo
              lasciami credere che qui sei:
              animati sospira e dammi respiro.
              Si... ecco nell'incanto che ti incarna
              oltre la finestra dei miei pensieri
              ritornello d'amore ti effondi
              alata erompi e tra i minuti vuoti rimbalzi.
              Su, affina e rendi i miei sensi strumenti
              acuti e sia per te un inno che l'animo ascolta
              al venire delle stelle sempre stupite
              di ritrovar nei tuoi occhi tanta luce.
              Non mutar per stanchezza o noia
              in inezia o illusione
              un trastullo che il cuor rallegra:
              stonato sarebbe poi il minuetto suonato
              e serrate sul nulla resterebbero le mani
              che a te si appigliano come edera al muro.
              Lasciati toccare e io, non ansio, smetta
              di credere e sperare che tu verrai;
              abitami, sbarrate siano porte e finestre
              ermetiche fessure siano chiuse e sigillate
              perché non ti porti via una folata
              e ricostruire un volto poi sia scongiurato.
              L'incorporeo non è impossibile
              se già lo tempesto di baci
              e un canto imita una voce!
              Non si anticipa ne segue un ritrovarci
              se il battito del tuo cuore ascolto
              e indivisa accanto a me ti fondi
              come fa il cielo all'orizzonte con il mare.
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                Scritta da: Maria Rosaria Teni
                in Poesie (Poesie personali)

                Impressioni

                Affamata d'aria...

                chiudo gli occhi
                e non penso

                il vento mi racconta le sue storie
                tra i rami di ulivi secolari
                e sfarfallio di foglie luccicanti

                sbuffi di nuvole accennano una danza
                sospinte dalla brezza pellegrina
                erranti vagabonde senza meta

                ripiego il mio taccuino...

                chiudo gli occhi
                e non penso

                domani ritroverò il mio tempo
                tra pagine vergate di parole
                impressioni scolpite nel ricordo.
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