Scritta da: Nino Caridi
in Poesie (Poesie personali)
L'effimero
A volte l'uomo ignaro vaga sperduto
alla ricerca della luce effimera
senza accorgersi dell'immenso
che accanto a lui cammina
illuminandogli la via.
Composta martedì 16 febbraio 2010
A volte l'uomo ignaro vaga sperduto
alla ricerca della luce effimera
senza accorgersi dell'immenso
che accanto a lui cammina
illuminandogli la via.
La mia vita
devo amarla davvero tanto
nonostante mi ha deriso
seppur poche volte mi ha sorriso
il vuoto è ciò che sento.
Devo amarla davvero tanto
anche quando tocco il fondo
senza rendermene conto
guardo su e son contento.
Devo amarla davvero tanto
questa mia vita
con tutto ciò che si dica
di vita una soltanto.
Senza emozioni
non riesco ad avere emozioni
tranne l'infinita paura di perderti
l'immenso vuoto inibisce le mie azioni
non so più cosa chiederti
ogni giorno si sbriciola la mia esistenza
come un cumulo di cenere
perdo la mia consistenza
spazzato via dal vento in un secondo
cerco ancora te nell'imminenza
senza emozioni sprofonda il mio mondo.
Ascolto la notte
l'andare al di là
per trovare
un
ritorno
riflessi che sventrano
o
che girano intorno
e
resto stupito
di quanto la notte
mi parli del giorno.
Svegliarsi e ritrovarsi
addosso
e
sul cuscino
le briciole dei sogni.
Lo so
non dovrei dirlo
ma dorme insieme a me
la fantasia
si ciba di sogni
ogni notte
fa
razzia
le briciole
le lascia tutte qua
e non le porta
via.
Mi dice...
prendile tu
ne potresti far poesia.
Vorrei poterti dire che sei stata la mia luna.
Una luna dolce e chiara che mi ha fatto innamorare.
Vorrei poter farti sentire che sei stata come l'aria che respiro.
Che sei stata in ogni mio pensiero.
Che sei stata il giorno, la notte, il tempo,
il sole, un soffio di vento.
Magia di un sogno che al risveglio lascia il suo sapore.
Anche se ormai le ore non sono più quelle d'amore.
Quante cose vorrei poterti dire,
anche se ormai sarebbe un po' come mentire.
Sono qui e non resta che guardare
fuori, il cielo,
da una finestra che affaccia su un cortile
dove bimbi giocano a correre, correre e gridare.
Cadono le parole, cadono i pensieri
al ricordo di quello che c'era ieri.
Una domanda corre,
lentamente.
Chissà se in fondo nel tuo cuore
c'è mai stato un po' d'amore.
La mente capisce,
la mente ragiona,
la mente ascolta le ragioni del cuore,
il cuore non sente ragioni
t'ama ancora!
Donami il tuo volto pieno di paure.
La tua mente piena di pensieri nostalgici
Il tuo cuore pieno di sentimenti tremanti.
Donami le tue parole disperse
La tua coscienza impaurita e gelida
Il tuo essere nemico di te stesso.
Donami la tua grinta che riposa
La tua voglia di vincere da perdente
i tuoi ideali solitari e orfani
Donami il silenzio che regna nel tuo cuore
e la paura di lasciare il mondo da solo.
Boato
la terra trema
Paura
la montagna frana
Non danni a persone o cose
ma terrore che non fa dormire
costretti tutti a fuggire
lasciando la proprie case
Natura che oggi risparmia
avrebbe potuto uccidere
soffre la mia Calabria
ma tornerà a sorridere.
Immagina,
acqua intorno a te
la pesantezza che ti domina,
il fiato che trattieni
palpebre esauste
braccia vuote
gambe senza ruolo
luce che non filtra
rumore sordo che rimbomba
sapore che non conta
il fondo ti accoglie
la pace ad un passo
ti divide un profondo respiro
Scossa da dentro
ti carica a tempo
annusi la luce
rimpasti l'umore...
sono in ritardo,
entro in ufficio.