Scritta da: Anna Maria Crugliano
in Poesie (Poesie personali)
Mi viene voglia di amarti
Affogo in un maglione rosa,
sono una faccetta disfatta.
Ho voglia di essere voluta,
di essere il possesso di un qualcuno.
Composta lunedì 22 maggio 2006
Affogo in un maglione rosa,
sono una faccetta disfatta.
Ho voglia di essere voluta,
di essere il possesso di un qualcuno.
Come quando fuori piove
e io resto ferma qui,
il tempo è come una lacrima fragile
una porta ancora da aprire.
Come quando fuori piove
e tu mi guardi... e ridi,
conto le gocce che scivolano sul vetro
e il mondo zitto ci guarda da lontano.
Come quando fuori piove
e cielo trema come me,
racconta i miei stessi brividi,
le stesse storie dei miei respiri.
Piango... rido...
parlo... e non dico niente...
penso... e non capisco...
sono acqua che cade su una terra sconosciuta
... come quando fuori piove.
L'amore si sente nella pancia
grida anche senza parlare
sorride dentro di te
ti lacera... se non c'è
l'amore è unico, spensierato, irrefrenabile
l'amore è caldo al mattino
sa di caffellatte
e la sera ti copre
con le stelle e la luna
te li prende e li porta da te
l'amore... quando c'è.
Il silenzio parla.
Si, è vero.
Il silenzio parla.
Questa è una grande verità.
Un vero mistero.
Il silenzio può essere imbarazzato, insicuro.
O ancora timoroso.
Il silenzio può essere delicatezza
o riserbo.
Può essere indignato o irato.
Oppure arrogante.
Il silenzio può essere empatico.
Consolante e amante.
Il silenzio può significare rifiuto.
O può essere dono.
Il silenzio può voler dire
fare spazio all'altro.
Il silenzio, privo di parole
ma colmo di suoni
che un cuore aperto e amante
sa udire.
Perché lo vuole.
Non ditemi mai più che non capite il mio silenzio.
Io parlo nel silenzio.
Lume di candela
Luna in diamante
il Lupo canta il suo inno
cristalli nel cielo
accendono la notte.
Invoca il sonno
un Lupo bianco
la Luna lo accontentò
lasciando le sue impronte
nel tempo
seguì le stelle
per entrare
nella casa della notte.
Offrire baci
e perle di brina
celate
nei soli
stinti dal tempo
rovinandoti,
Amore,
di fogli di carta...
leccarti l'inchiostro
dall'ultimo scoglio
sopra mari
che mai navigammo
se non su parole
con diritto di recesso
dentro porti
per smentite garanzie;
trovarti in difetto
non era vittoria,
niente coppe o medaglie
su podi di coerenza,
solo il castigo
di averti bevuta,
gelida neve
coi pezzi di vetro...
e poi ti sei sciolta,
nell'aria svanita,
è solo vetro nel cuore...
trasparente mi fai male.
Adulti lo siamo,
abbastanza
da non dirci indovini
di felicità perenni,
promesse
tra calici e ostie
su vite
sconsacrate
in corse a ostacoli
rotolate
dentro fanghi
intrisi di sangue
che voglio lavarti
quando cedi
le forze alla terra
e stringi
nei pugni chiusi
rabbia inesplosa,
falena
contro luci
arginate
da scudi di rinuncia...
non so se t'arrivano,
scrivendoti,
i battiti del cuore,
ma spero...
spero...
io spero...
Luci spente
e mani nude
osanti carezze
su corpi
affannati...
irrompono
respiri
nel silenzio
di ricerche
labiali
su facce distese...
l'immorale
passaggio
scrosciante
su lingue di fuoco
di laccati sguardi
riganti il buio
con brusco piacere
sguainato
da astucci
riposti
su lievi lenzuoli,
macchiati
del dolce peccarti
orgasmi squisiti.
Cieli sospesi
di traverso
sopra fili
di tramontane fredde,
scaldate
da soli d'inverno...
tiepide,
visibili
su foglie appassite
tremanti
di madidi respiri,
come baci
che predici
senza offrire
a labbra screpolate,
artiche
e smaniose
di morsi
color ciliegia.