Poesie personali


Scritta da: Elisa Cassinelli
in Poesie (Poesie personali)

Andare avanti

Alzarsi e camminare,
nel buio di questa notte
con le mani attorno al cuore
che lo stringono in un sogno
troppo breve ma così profondo.
Lascio cadere il mio respiro
provo a toccare l'infinito
cerco un motivo per rischiare
e mi chiedo: perché non sperare?
Guardo il cielo e sorrido
infondo il mondo non è ancora finito.
Composta lunedì 14 dicembre 2009
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    Scritta da: Danut Gradinaru
    in Poesie (Poesie personali)

    Il ruggito

    Sono solo un branco di leoni affamati che vogliono diventare Re
    Strappare le corone delle meraviglie al mondo.
    Ruggire per essere ascoltati dalla folla agitata
    e far tremare come le foglie dal suono del vento tempestivo
    anche le più ficcate radici emerse nella terra solitaria.

    Non sanno che nella selvatica giungla
    si possono perdere anche le più alte teste
    atrate nell'inganno dagli occhi turbolenti
    dalle lingue affilate dei serpenti più scaltri
    che lasciano il loro veleno in ogni morso.

    Loro vivono il presente e dimenticano il passato
    nei grandiosi sogni del proprio interesse
    e nell'entusiasmo non pensano al futuro
    che sia allontanato delle sue vecchie tracce,
    abbandonate ombre e fragile speranze.
    Composta giovedì 3 dicembre 2009
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      Scritta da: sabbianera89
      in Poesie (Poesie personali)

      Il peso della leggerezza

      Se prendi la sabbia fra le tue mani lisce,
      le apri delicatamente
      e scorre
      una cascata d'oro dalle tue dita
      affusolate,
      rimarrà sospeso qualche granello fra le tue mani,
      ora
      ruvide,
      sulla tua pelle.
      Se soffi la polvere sullo scaffale della vita,
      o passi un dito ballerino per sfiorarlo,
      rimarranno piccoli residui fra le tue mani,
      ora
      grigie,
      sulla tua pelle.
      Se fai le bolle di sapone,
      e le segui mentre volano
      sul cielo
      e si rincorrono
      tra i muri dell'aria
      ma poi un sussulto,
      l'acqua ricade,
      e qualche goccia insaponata
      precipita,
      rimarranno flebili ombre d'acqua fra le tue mani,
      ora
      bagnate,
      sulla tua pelle.
      Questa è la leggerezza?
      Se svuoti d'aria il tuo corpo
      per permettere ad un palloncino
      di volare,
      di raggiungere le stelle,
      e d'un tratto quel rosso
      più non vedi,
      rimarrà solo il ricordo fra le tue mani,
      ora
      sole,
      sulla tua pelle.
      Questa è la leggerezza?
      Eppure che fatica nel soffiare,
      che debolezza nel corpo,
      che vertigini!
      La pelle consumata.
      Questo è il peso
      della leggerezza?
      Composta lunedì 2 giugno 2008
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        Scritta da: laura74
        in Poesie (Poesie personali)

        Dipinti dal destino

        Ti sognavo, ma non ti conoscevo

        ti desideravo, ma ancora non comprendevo
        ti cercavo in ogni dove come in un continuo ascolto

        chi sarai? Che volto avrai? Come... ti riconoscerò.

        Giunse l'inverno, quel Dicembre cupo e freddo non assopì
        il mio entusiasmo:

        ti cercavo non sapendo che eri già dentro di me.

        Le anime si rincorrono tra i venti gelidi come Angeli
        volano alti senza cadere, ti osservano non si fan vedere e poi...

        accade quasi per caso, sono li davanti a te... così sei apparso tu: all'improvviso.

        Il sole avvolgeva tutto il tuo splendore, il tuo sguardo mi colse,

        come il fulmine un albero nel temporale... arde la folgore divampata!

        Il tempo si ferma
        i nostri sguardi sono dentro l'arcobaleno delle nostre anime
        tutto è luce intorno a noi
        in quell'attimo di eternità ti ho riconosciuto... Primo Amore

        Il Destino ci ha congiunti, in una cornice ci ha dipinti
        col mistero di noi ci ha incantati e all'Amore ci ha iniziati.

        Era tutto chiuso nella nostra stanza, il Nostro Amore...
        con sogni alle pareti, porte aperte al nostro cuore
        e finestre come occhi volti verso il divenire.

        Era una danza conturbante, il Nostro Amore
        ci ha storditi, impauriti, separati, il Nostro Amore.

        Ghiaccio nel cuore che brucia l'anima
        onda del mare che s'infrange impavida
        conchiglie sulla sabbia
        un bucaneve che brilla al sole...

        primo amore.
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          Scritta da: Sandro Boni
          in Poesie (Poesie personali)
          Ad occhi chiusi, un respiro
          lungo e affaticato come la noia
          paura stupore livore delirio
          e t'allontano, io, scoria
          vagante tra fibre intessute
          che tramandosi fanno storia (baldoria).
          Indifferente che siano gelate
          le mani, il cuore o il naso:
          soltanto ombre proiettate
          su un teatro troppo vasto
          con spettatori non paganti
          seduti su poltrone di raso
          (intenti a consumare il loro pasto).
          Ti chiamo. Non mi senti
          o non vuoi farlo. Ti capisco.
          Rimangono sempre affranti
          i desideri. Non abbiamo un fischio
          per ritrovarci tra la folla
          indifferente verso il rischio
          di smarrirsi: e a te mi incolla
          inoppugnabile nostalgica vitale
          energia selvatica (cromatica) che in un'ampolla
          m'accingo a conservare come sale
          prezioso per farmi rimarginare, riemarginare.
          Composta nel novembre 2008
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            Scritta da: Sandro Boni
            in Poesie (Poesie personali)
            Inutili come spiegazioni
            mai chieste e mai dovute
            rimangono diluite le azioni
            nelle vite ancora incompiute
            prese nel vortice perplesso
            di emozioni forti, nude:
            non è facile né complesso
            assaltare il cielo, per la vetta
            inarrivabile basta un passo
            dopo un altro, cauto o di fretta
            quella fretta che è sempre
            motivo di ritardo nella stretta
            del devi fare, cinge le tempie
            e attorciglia lo stomaco;
            eppure che meraviglia ti riempie.
            Sfarina dalle labbra color indaco
            qualche parola inerme e avara
            -infingardaggine di capocomico-
            che ti schiude, indecifrabile perla rara,
            nella perfezione di un numero primo
            disperatamente autarchico nella sua tara.
            Tu, favoletta della buonanotte
            raccontata ad un bambino
            con un bacetto sulla fronte.
            Composta nel ottobre 2008
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              Scritta da: Sandro Boni
              in Poesie (Poesie personali)

              Risposta in forma di trittico

              Qualche parolina gettata
              non muta il reale, scrivesti.
              Ruvida malinconia inconsolata
              e inconsolabile: siamo onesti
              eppure bluffiamo impuniti
              e dorati facendoci testi
              di noi stessi, chiusi e triti
              d'indefessa paura ostinata
              nel bello nel brutto nelle liti.
              Come matita solo se temperata
              confessa l'integrità dell'interno
              intimo, tu sei. Ed è mutata
              già un poco quella realtà d'inferno
              che scruti combatti risparmi
              come la formica fa lesta d'inverno
              con le provviste. Parole come armi
              quelle usate a fare da maschera
              di cera di carta di foglie di rami
              parole che tu, intelligenza prospera
              di stupita e affacendata gioia,
              regali a me come dalla costola
              d'un uomo un tale creò la storia.
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                Scritta da: Alessandro Oteri
                in Poesie (Poesie personali)

                Vita Carnevale

                Vivo questo carnevale,
                Da mille maschere guardato,
                Un nebbioso vociare,
                Un altezzoso giudicare,
                Brucia la mia maschera,
                Cerco di strapparla,
                Ma ormai è il viso stesso,
                La mia rabbia con lacrime parla,
                Tra mille maschere,
                Solo io conosco il vero me stesso,
                Tra mille maschere,
                Sono solo.
                Composta lunedì 14 dicembre 2009
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                  Scritta da: Alessandro Oteri
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Schiavi del nostro genio perverso

                  La testa china e gli occhi fissi,
                  Tutto gira veloce,
                  Un senso di nausea e infinito tremore,
                  La più orrida morte ci attira,
                  Il genio perverso che in noi alberga ci obbliga,
                  Tenendoci in catene ci parla,
                  Da esse ci libererà solo se assecondato,
                  Sappiamo che mente,
                  Per questo lo ascoltiamo,
                  Dovremmo tornare indietro,
                  Per questo avanziamo,
                  Non dovremmo essere lì,
                  Per questo non ce ne andiamo,
                  Non dovremmo guardare giù,
                  Per questo fissiamo il baratro,
                  Non dovremmo desiderare di cadere,
                  Per questo ci lanciamo.
                  Composta lunedì 14 dicembre 2009
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