Poesie personali


Scritta da: Andrea Manfrè
in Poesie (Poesie personali)

Aura

Il sole punta sui miei occhi
che vorrebbero chiudersi,
infastiditi da tutta questa luce,
ma non possono
distrarsi da te.

Non devono farlo
perché chiudendosi
non potrebbero mai
vedere l'angelo
che è in te.

Li seduta dinanzi a me,
è proprio il sole
a voler risplendere
creando una magica aura
su di te.

Succube di emozioni,
incapace di reagire,
non posso far altro
che restare tacitamente
a contemplare te.
Composta giovedì 17 dicembre 2009
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    Scritta da: spedarix
    in Poesie (Poesie personali)

    Amore impossibile

    Ti ho cercata ed hai risposto,
    mi hai cercato ed ho risposto,
    ti ho confidato le mie paure,
    le hai fatte tue,
    mi hai confidato le tue ansie,
    le ho fatte mie,
    mi hai aperto i tuoi sogni,
    li ho vissuti,
    ti ho aperto la mia anima,
    l'hai saziata,
    ora ti offro il mio cuore,
    per un amore impossibile.
    Composta giovedì 18 settembre 2008
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      Scritta da: ENRICO DANNA
      in Poesie (Poesie personali)

      Deserti sono gli occhi

      Ombre di solitudine
      sedute ai margini di tavole
      imbandite di parole.

      Il bisogno d'amore,
      è il pianto isterico di un neonato
      abbandonato al delirio delle coliche.

      Deserti sono gli occhi,
      al lacrimar dell'anima.

      Accendo fuochi fatui
      la sera,
      per riempire quegli spazi vuoti,
      alla mensa dei miei silenzi.

      Nell'attesa che quelle ombre
      diventino assurdi ritratti
      dipinti di carnale euforia.
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        Scritta da: Federica G.
        in Poesie (Poesie personali)

        Piacere, il mio nome è Alzheimer

        Piegata su me stessa lamentavo le mie sofferenze ritenendole le peggiori al mondo.

        Poi ti ho veduta.
        D'improvviso la mia prospettiva è cambiata.

        Io, privilegiata perché trovata dall'Amore; tu, sterile, ti è stata tolta la capacità di dire Ti Amo alle persone che ami: un inferno, dunque.

        Su quel letto di ospedale, al mio fianco, mi hai guardata: ho visto in faccia il dolore.
        Il dolore ha un volto.

        Urlavi nel silenzio della notte. Un gemito incessante, una cantilena di morte.
        Eppure in quel lamento scorgevo la parola familiare: Elohim, Elohim.
        La tua era una forma di preghiera?

        Tuo figlio stringeva quella mano che per anni lo aveva risollevato dalle cadute in bicicletta, dalle azzuffate con gli amici.
        Tuo figlio ti sorrideva e ti cantava come la mamma migliore del mondo.
        Anna, hai cresciuto un figlio stupendo.

        L'inizio della tua malattia fu subdolo: una stupida dimenticanza.
        Oggi quella dimenticanza è il tuo pane quotidiano.
        Riconosci chi bagna il tuo letto di lacrime?

        Se la corretta diagnosi si avrà solo con la tua morte,
        perché entrando hai sussurrato: piacere, il mio nome è Alzheimer?
        Composta martedì 18 agosto 2009
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          Scritta da: Federica G.
          in Poesie (Poesie personali)

          La solitudine del pagliaccio

          "Il cuore conosce la propria amarezza, e alla sua gioia non partecipa un estraneo" (Proverbi 14.10)

          Notte fonda. Cala il sipario.
          La messinscena è finita: basta con gli accorgimenti, le finzioni, gli artifici, la commedia. Della vita.

          Bianco o Augusto che tu sia, hai ricevuto approvazione.
          Il grande pubblico.
          Il grande applauso.

          Niente più risate, schiamazzi e nasi rossi.
          Vuoto, solo vuoto, solo e vuoto. Solo.

          I muscoli della tua faccia non seguono più i tuoi ordini e continuano a farti sorridere.

          Eppure il sipario è calato.
          Lutti o feste possono riempire la tua giornata ma non possono rimandare lo spettacolo.
          Tu devi salire su quel palco. Non importa quanto sia arduo.

          Ambasciatore del sorriso, la pausa della tua solitudine è terminata.
          Si riapre il sipario.
          Composta martedì 20 ottobre 2009
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            Scritta da: jolecapo
            in Poesie (Poesie personali)
            Conoscere me stessa...
            capire quando è ora di dire basta
            e ricominciare, risalire, ripercorrere con la mente il cammino
            ci sono ancora stanze vuote nel mio cuore...
            cosa rimarrà di me nel cuore degli altri?
            Mi cerco... e scopro
            che oltre quelli che credevo i miei limiti ce ne sono altri...
            e altri ancora: fin dove?
            Io sono mare, bonaccia, burrasca...
            sono il blu del profondo, il verde speranza...
            sono un'onda che avvolge sé stessa
            che nasce, vive, e muore sulla spiaggia...
            e rinasce.
            Composta venerdì 12 giugno 2009
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