Scritta da: Maurizio989
in Poesie (Poesie personali)
Noia
Pensiero
che t'uccide
Monopolio del tormento
come onde sulle rocce
Inverni
primavere
e infine polvere
che il vento disperde.
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Pensiero
che t'uccide
Monopolio del tormento
come onde sulle rocce
Inverni
primavere
e infine polvere
che il vento disperde.
In corsa,
il fiato che si spezza
col pensier di te
che sempre mi dà forza
Delirio estatico
aldilà dell'essere
Perdizione del pensiero
Energia nuova
che mi pervade
e m'accompagna
verso l'Assoluto
Tripudio di sensi
Mi confondo
e sempre più
in te mi perdo...
Cadono intorno a me ammassi di cellule,
piccoli e grandi
mi guardo intorno nessuno si muove
ed io continuo a camminare
negli occhi uomini che si incontrano
trascinano volti senza espressione
su di essi il sole tra le ombre della città
prova a scaldare i loro cuori vissuti nella penombra...
La frase contiene espressioni adatte ad un solo pubblico adulto.
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Come un mendicante
allunga il cappello per...
un ultimo spicciolo,
così la mia mano cerca... la tua...
per sopravvivere...
Vicini
eppure distanti nel cuore, nei gesti,
desiderati e mai giunti.
Nulla ho chiesto
neppure in origine.
Apro gli occhi in una sera d'estate.
I battiti rompono il silenzio della stanza...
solo i miei.
Mio padre attende fuori.
Il mio pianto è il primo richiamo
ci guardiamo, mi sorride,
è felice, lui.
Siamo due gocce d'acqua
i cuori battono all'unisono
non ci lasceremo mai.
La vita ha fretta di rivelarsi
giorno dopo giorno
notte dopo notte.
Due momenti contrapposti
e speciali solo per me;
Il mio sole sorgeva
quando sull'universo calavano le tenebre
e la porta si apriva
per un istante di puro amore.
Piccoli gesti, una carezza
un bacio che mi consegnasse al sogno,
spazzavano l'aridità
del giorno appena vissuto.
Grazie, Papà.
Gli occhi tuoi belli
ingranditi dalla malattia,
nel viso ripulito,
non tacciono
una mesta vaghezza crepuscolare.
È vacante la pupilla,
come avvolta da un pesante scialle nero.
Così mirando
gli occhi tuoi belli
sul fondo del mio cuore
atterra un gemito in volo,
ma dalla mia gola
un canto
s'alza,
per arrivare fin li, dove giaci, lontana,
profumata da chissà quale fiore.
Immaginazione,
mi regalò mia madre
quando nacqui, come un monile
di perle rumorose,
mi ricordano l'acqua del
fiume che gorgheggia tra le pietre,
prima di cadere in cascata,
quando le sento strusciarsi,
come pendoli miagolanti. Un eccitante sensazione.
Felina, animale.
Una femmina,
mia madre partorì.
Una dote che
ho dovuto
imparare.
L'uomo che vide la gioia del figlio
strozzò lo sguardo del vento gelido
e lo getto nel cuore delle donne amate
non perché fosse geloso
ma perché voleva essere l'unico.
Zucchero filato, noccioline, popcorn, giostre, luci, canzoni,
colori, sapori, odori, rumori: tutto sempre uguale, tutto sempre diverso.
Diverso perché la bimba di ieri è la mamma di oggi,
e mentre stringe la mano della sua piccola,
rivede negli occhi di sua figlia la sua stessa felicità di bambina
e ripercorre in un attimo la sua vita felice e serena.
Deserto, malattie, siccità, baracche, guerra, lamenti,
colori, sapori, odori, rumori: tutto sempre uguale, tutto sempre diverso.
Diverso perché le bambine di ieri non ce la fanno a diventare mamme di oggi,
l'aids e la povertà le stroncano nell'infanzia,
e le poche mamme mentre stringono al petto le loro bimbe
vedono negli occhi delle figlie la loro stessa infelicità di bambine.
Si sale, parte la danza, le risate dei bimbi risuonano nell'aria,
le mamme tornano indietro nel tempo e ridono come una volta,
le giostrine sono una macchina del tempo, uniscono l'oggi, l'ieri e il domani,
e per un attimo la felicità forzata del lunapark diventa realtà.
Si muore aspettando medicine e cibo, le risate dei bimbi non riempiono l'aria,
le mamme combattono per loro e per i loro figli,
qui il tempo si è fermato, non è arrivato il progresso, la ricchezza,
e la lotta per la sopravvivenza scandisce l'oggi, l'ieri e il domani.
Il papà si avvicina alle sue donne e dona loro lo zucchero filato,
per compensarle delle fatiche delle giostre,
poi la famiglia serena torna alla sua dimora,
e la bambina già sogna lo stesso per i propri figli.
Il papà è lontano a combattere qualche guerra,
sta lottando per un futuro migliore in cui non crede neanche lui,
il resto della famiglia dorme nella fredda capanna,
e tutta la famiglia sogna un'utopica felicità.
Il mondo porta in sé i due estremi, bianco e nero, e mentre tutto scorre,
l'uomo non è ancora capace di portare ovunque almeno il grigio.