Poesie personali


Scritta da: azriel
in Poesie (Poesie personali)

Sul fiume Okavango

Correrò sola
lungo il delta del fiume
che non si getta in mare.
Se ci ritroveremo,
un giorno,
voglio non sia per caso.
Mi siederò in attesa
sulla sabbia del Kalahari,
e il tuo ricordo
sarà il mio castigo.
Se tornerai,
un giorno
chiamami da lontano,
ascolterò in silenzio
e non sarà per caso.
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    in Poesie (Poesie personali)

    Dentro i miei scrigni

    Anguilleschi, fuggevoli, ebbene presenti nell'aria,
    respiro i profumi di rosa e mughetto
    che ostinatamente libri nel'ameno vento di primavera,
    traboccanti dal tuo voluttuoso corpo,
    dal tuo essere donna, candida e abile ammaliatrice,
    per i sensi impetuosi di un uomo,
    spiazzato dall'incanto di cotante flautate movenze,
    che più gli occhi, catturati e prigionieri non discosto,
    eccitato dal canto della tua sublime voce
    che il vento conduce alle mie orecchie,
    alzandosi dalla fertile terra in cielo...
    ebbrezza al tatto delle tue mani affusolate,
    che sincere riscaldano il cuore...
    devastanti i miei pensieri, che ho paura di dire,
    e che per il forte ardire tengo in me, dentro scrigni segreti...
    la chiave è tua, se la vuoi,
    ma non arretrare quando li aprirai, t'avverto,
    non fuggire,
    quando la luce t'abbaglierà più dell'oro.
    Composta domenica 13 dicembre 2009
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      Scritta da: Mario Brecciaroli
      in Poesie (Poesie personali)
      Attraverso il mondo
      mi lascio attraversare
      eterea materia all'infinito
      lascio entrare la luce e il suono
      sono io stesso luce e suono
      aggregazione di atomi e pensiero
      trattengo ciò che entra
      per riversarlo fuori
      con il movimento
      Sentirmi...
      una nuova dimensione
      dove ero già stato
      senza accorgermi di me
      Teso tra emozioni e intorno
      non conducevo
      dimentico di me
      senza soffermarmi
      dove ora vivo
      universo in espansione
      Cavalco forze gravitazionali
      comprendo cada dentro
      ciò che è fuori
      Vado torno mi emoziono
      Ricostruisco scene
      e coscienza di esse.
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        Scritta da: Mario Brecciaroli
        in Poesie (Poesie personali)

        Me

        Ancora tu
        Esploratore del pensiero
        Minatore dell'inconscio
        tu che porti alla luce me
        Chi ti ha dato questa facoltà?
        Sei forse un genio?
        Baciato dalla fortuna...
        Benedetto da Dio?
        Paranormale...
        Chi ti ha dato questa voglia
        di essere
        Comunque me
        a quale sorgente sei arrivato
        lungo il cammino?
        . Si..., deve essere così...
        Hai camminato a lungo nel deserto
        sotto il sole bruciante...
        hai avuto molta sete...
        ti sei perduto nel niente
        dei tuoi miraggi...
        ... sei caduto più volte
        ed ogni volta ti sei rialzato
        caparbiamente
        Perché vita ti chiama...
        Sei arrivato stremato alla sorgente
        che eppure c'era
        e questo tu lo sapevi
        Ne eri certo
        Oppure la volevi
        la cercavi
        doveva esserci
        Questo è stato
        il tuo primo momento
        La tua prima fonte
        Hai scoperto che
        c'era ciò che tu cercavi
        c'era l'acqua nel deserto
        solo... non la vedevi
        ... era oltre il confine
        che hai superato...
        e così, testardamente
        hai continuato in ogni direzione
        Non più testardo
        semplicemente fiducioso
        Non hai avuto più paura di viaggiare
        nei tunnel della tua esistenza
        di scavare nelle tue caverne
        cercando le tue risorse
        proprio dove
        non sembra esserci nulla
        me porto alla luce me
        come te
        è Forte, Intensa, Grande
        l'emozione che sento
        Piango di commozione
        dopo tanto tempo
        Bevo acqua abbondante
        alla fonte della vita
        scoprendo che
        ce n'è per tutti...
        anche per l'altro...
        Anche per te...
        Te la offro
        come tu l'hai offerta a me
        anzi... scusa...
        non ti offro niente
        La fonte era qui
        per te e per me
        Non è mia
        ... non è tua...
        è qui
        Vita di noi.
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          Scritta da: Mario Brecciaroli
          in Poesie (Poesie personali)

          Frammenti di pensiero

          Metterò i miei messaggi in una bottiglia
          e li lascerò andare nel mare in tempesta
          dalla mia isola in tutte le stagioni
          appunti d'amore, sogni e sentimenti
          galleggerà per sempre nell'infinito moto delle onde
          o raggiungerà rive sconfinate
          ove le parole brucianti sbiadiranno sotto il sole cocente
          e se qualcuno li raccoglierà non potrà leggerli
          o verranno altre onde a risucchiarli e trascinarlo via verso nuovi orizzonti senza mai approdare finalmente in un'altra vita...
          Chi mai raccoglierà queste parole? E perché poi dovrebbe farlo?
          Viene forse da Auschwitz? O dal Magreb?
          Quale essere triste lo ha inviato? E di quale tristezza o prigionia è fatto? Chi mai lo raccoglierà...
          Non parla di me e di te... ma della solitudine di sempre...
          Ho rinunciato a vivermi da tanto tempo...
          sempre così occupato a lanciare messaggi
          Di nulla... verso il nulla...
          Quando succederà che saprò bastarmi
          e cominciare a vivere senza di te che condividevi
          i pensieri di allora...
          che ti dedicavo...
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            Scritta da: Bruno
            in Poesie (Poesie personali)

            Come fratelli

            Abitavamo uno accanto all'altro, separati da una via, un muretto, una siepe.
            Ci scambiavamo le opinioni e gli auguri, ci prestavamo il sale e lo zucchero
            Quando nevicava spalavamo la neve insieme sul vialetto.
            Era tutto così naturale, vivere, lavorare, divertirsi. Come fratelli.

            Poi la via diventò una strada, la siepe una barriera, il muretto una barricata
            Qualcuno rubò all'altro lo zucchero, qualcuno la terra, qualcuno la casa.
            Qualcuno rubo all'altro la vita e il furto diventò rapina e poi strage.
            Era tutto così naturale, odiare, sparare, uccidere. Non come fratelli.

            Quando più nessuno aveva niente arrivarono soldati nuovi, soldati diversi
            Portavano divise diverse, avevano macchine diverse, parlavano lingue diverse
            Separarono le vie, tagliarono le siepi, demolirono i muretti, per noi e gli altri.
            Era tutto così naturale, accettare, sperare, dimenticare. Come fratelli.

            E vedere cortei di uomini e donne seguire uno strano percorso.
            Salire dove prima erano scesi, scendere dove prima erano saliti.
            Riprendersi quello che avevano ceduto, lasciare quello che avevano preso
            Era tutto così naturale, vincere, perdere, vendicare. Non come fratelli

            Adesso abitiamo uno accanto all'altro, separati da una via, un muretto, una siepe.
            Se finiamo lo zucchero restiamo senza dolce, se scende la neve il vialetto resta vuoto.
            È tutto così naturale, come un gruppo di eredi che si deve spartire il lascito
            Arriva il notaio, ognuno prende la sua parte e senza salutare se ne va. Come fratelli.
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              in Poesie (Poesie personali)

              Angelo del deserto (sogno di un viaggio)

              Calde, sensuali note
              di profumi d'oriente,
              toni speziati e tenui insieme,
              liberi nell'aria,
              tra colori di tende di seta e arazzi...
              traspare quel viso,
              velato dal lungo, scuro sari
              che il vento del deserto,
              arido e secco,
              stira sulla bruna pelle,
              decantando del tuo corpo, le forme,
              sinuose, celestiali,
              ed i tuoi occhi d'ebano,
              contrasto e armonia con l'universo intorno,
              s'io avessi avuto ali
              ne avrei fatto dono a te,
              angelo di un paradiso perduto,
              e ora spiccheremmo il volo;
              s'io avessi avuto petali
              di orchidee e passiflora,
              avrei ornato il tuo capo...
              ora già manca il velluto delle tue mani,
              che sinuose volteggiano quando discorri...
              già manca il tuo corpo,
              che flessuoso
              balla tra le musiche dei sitar e degli esraj,
              angelo del deserto,
              preziosa perla di giada,
              ascolta il mio grido lontano,
              che come una palla di fuoco
              squarcia il cielo ad occidente,
              e s'infrange su quella magica sabbia ai tuoi piedi,
              fra rose del deserto a me distanti,
              tra orme, che il vento celerà a nuovi, ignari viandanti.
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                in Poesie (Poesie personali)

                Di-amante

                Dolce nettare, d'ambrosia e d'idromele,
                profumato, bollente,
                questo è la tua bocca mentre sfiora la mia,
                vorace la invochi, leccandone la polpa,
                e suggelli in un istante il desiderio,
                la fame che ho di quell'essenza...
                l'essenza di te...
                nel buio arranco, cercando le tue mani,
                attento a non tradire l'ardire che mi turbina dentro,
                e che la violenta bramosia della tua carne
                t'inviterebbe a respingermi,
                eppure è una vampa dentro,
                e nasconderlo m'è arduo;
                potrei navigare i sette mari
                e varcare le soglie del tempo
                e camminare nel vuoto infinito,
                ma non privarmi del fulcro del mio essere,
                non orbarmi della perla dei miei occhi,
                diamante, non spogliarmi di te.
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