Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)
La tramontana spinge pagine scritte
in precipizi pieni di silenzio
dove le voci della storia
diventano echi umani
senza volti.

Le ombre di uomini illustri
insieme a quelle di donne famose
sono chiuse in mausolei di pietra
sotto riflettori di luci:
Ad memoriam.

Passano secoli e anche millenni
sotto questo bel cielo azzurro:
le persone sono le stesse
sotto il calore del sole
e il silenzio della luna.

La vera storia fatta d'amore
è chiusa in miti lontani
rivive in leggende vive
ricche di misteri
umani.
Composta mercoledì 21 marzo 2018
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    Le nuvole si aprono al vento
    i raggi di sole
    illuminano il giorno e l'anima
    mentre ci schiaffeggia
    il freddo invernale
    sferzando il giorno
    in attesa della notte
    con la sua luna
    in pace.

    Passeggiamo incappucciati
    con l'ombrello come bastone
    il cane ci segue
    annusando odori
    scolorati su muri
    senza voci.

    I passerotti
    cinguettano saltellando
    in cerca delle molliche
    del giorno.

    Un anziano
    rannicchiato in un angolo
    coperto da cartoni
    stende la mano
    per un boccone.
    Composta sabato 3 marzo 2018
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)
      È caduta la neve bianca
      nella notte oscura
      mentre gli gnomi giocavano
      con i fantasmi cittadini
      nei labirinti del bosco
      senza foglie.

      La notte bianca captava silenziosa
      il biancore delle lacrime celesti
      svolazzando come piume
      leggere
      sui sogni della gente.

      Quando cade la neve dopo molti anni
      i bimbi e i nonni
      accendono gli occhi
      d'innocenza e allegria.

      Si riabbraccia l'incanto della purezza
      racchiudendola nel cuore
      come perla rara
      della vita.
      Composta mercoledì 28 febbraio 2018
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        Il mondo che mi circonda stamattina
        lo vedo dietro vetri appannati
        da alito della notte
        prigioniero di echi spenti
        senza risposta.

        Il mattino si va aprendo alla luce
        di un sole di febbraio
        con cappa di nuvole
        grigiastre
        tagliate da una scia bianca
        di aereo militare.

        Cielo e terra si abbracciano
        avvolti in un velo di tenue nebbia.
        Anche oggi vincerà
        la luce
        per uno sposalizio
        eterno.
        Composta mercoledì 31 gennaio 2018
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          in Poesie (Poesie personali)

          1981

          In un giorno d'Estate
          è nato.

          Sicuramente caldo,
          Lui è,
          Come la sua stagione.

          1981 è la sua data.
          Che sia benedetto
          quell'anno.

          Oggi è un Uomo.
          Che gran Uomo!

          Ha uno sguardo solare,
          Labbra disegnate,
          E mani tiepide.

          La sua voce è
          quasi sinfonia.
          Una di quelle
          suonate da
          Beethoven.

          Oggi ha 36 anni,
          Quasi non ne
          dimostra.

          Ma quant'è bello!
          Bello come il sole.

          È nato nel 1981
          in un mese caldo,
          caldo quasi quanto
          Lui.
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            Scritta da: criscri
            in Poesie (Poesie personali)

            Cento passi a Peppino Impastato

            Mai 'l silenzio complice l'alma ammorbi
            che d'omertà l'olezzo giustizia non soverchi,
            ch'il mafioso urlo, che fetido è e anco vigliacco,
            su pelle di fiera Trinacria non s'erga,
            e il suol ove agrumi e zagare la natura cantan sommerga.
            Or sempre di Peppino sentirai la spada di voce
            ch'al legal sentimento anela come a una fresca foce
            l'udrai indomita involarsi lungo frequenze di coraggio
            perché il siculo orgoglio rinasca e più non sia miraggio.
            No quel dì lo stilo mio e l'impegno non tramortirono
            ma incontrastato in volo s'alza da Trapani al Palermitano
            dal mar ch'arabico fu all'ellenico Akragas e al Siracusano
            ovè l rimembrar s'ode di color che anco per noi perirono.
            Non chiedermi, uomo, che mai sia il coraggio
            sei tu sol se credi a beltà e civiltà della tua terra
            e alla velenosa arsura di lettere cinque di follia
            costante t'opporrai, sbarrandole la via.
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              Scritta da: criscri
              in Poesie (Poesie personali)

              Delazione

              Or qui or là è letal frusciare
              di velenose labbra l'imbrattar reale
              ch'in traditrici menti il grembo serba
              e l'insolente perfidia innerva.
              Che davver pensi curati di nol rivelare
              ti può ei giugner indietro a detrimento
              che il privato in pubblico si può in un attimo mutare
              e daga divenir che fendè l tuo sentimento.
              Mai vi sarà niuna generazione
              in cui maladetti rettili non faccian delazione
              sol il tuo intelletto e la tua salda coscienza
              scongiurar posson che minin la tua esistenza.
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                Scritta da: criscri
                in Poesie (Poesie personali)

                Intermezzo di jazz

                Urla d'indiavolato ardor la tromba
                e ad afro primitivo suon abbeverasi
                soffian di spartiti demiurgiche intuizioni
                che la complice, alleata aere
                di fruscii sonori inesplorati frustan.
                Parlate, tasti, o qualor vi sia disio
                a ostentarvi irridenti imprendete
                sulle mammelle di note ricolme
                d'un piano mille volte violato
                ch'eppur sempre s'erge a basaltico altar.
                D'intarsi onirici l'orchestra sfavilla
                all'eccitarsi orgogliosa offresi
                del gelido melodiar qual del caliente arpeggio
                e schiava si estenua di ancestral
                ma sempre multiforme solfeggio.
                E la chitarra di leonin ruggito ondeggia
                alle festanti corde e al plettro ruvida sposa
                è l musicar nell'arcan suo rappreso
                d'ebbrezza accrescesi e mai più riposa.
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                  in Poesie (Poesie personali)

                  E così che vola via!

                  Sul fondo del mondo,
                  finisce il tuo sonno,
                  ti risvegli sopito, un ricordo?
                  il mondo?
                  Carne, sangue e sudore,
                  ma sei tu,
                  sul fondo del mondo e tutto cambia colore.

                  Ti lasci andare,
                  essere ancestrale,
                  anima lunare.
                  Nel mistico mondo, scompari,
                  rimani li, invisibile sul fondo,
                  osservi attento, aspetti il momento.

                  Ora sei sveglio.
                  Composta venerdì 11 maggio 2018
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