Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie personali)
La mia pace
Ti cerco tra le stelle
e trovo
la tua luce
ti sento dentro me
e trovo la mia pace.
dal libro "PensieriParole 2010" di PensieriParole Staff
Ti cerco tra le stelle
e trovo
la tua luce
ti sento dentro me
e trovo la mia pace.
Ho perso molte cose
dietro me
nel mio cammino
Ma... non ho perso
grazie a te
l'ingenuo sguardo mio
di ragazzino.
È gioia intorno a me
è primavera
anche se non è
la luce... parla con me
mi avvolge con nuovi colori
e il cuore vola in alto
lontano dai dolori
È gioia intorno a me
è il profumo delle viole
anche se non c'è
il vento mi fa sentir così leggero
e tu
sei parte piena d'ogni mio pensiero
È gioia intorno a me
e se cerco nel mio cuore
Il tuo c'è.
Distillo i tuoi silenzi
e goccia dopo goccia
disseto il cuore mio del tuo sapore.
C'era una volta un principe che cercava moglie...
Il re e la regina invitarono tutti solo che erano tutte brutte...
Poi vide che scendeva da un cavallo col manto d'oro...
e tutti si stupirono...
- Ma che bella che è! Diceva uno tutto assonnacchiato...
Il principe si avvicinò e chiamò l'orchestra disse - Musica!
Il re disse - Che siano aperte le danze...
Questa signorina iniziò a ballare...
Il ragazzo la fissava proprio in quel punto...
Suona la campana e la ragazza dovette andar via...
Il principe era molto sconvolto...
Allora il principe chiamò le guardie...
e fece setacciare tutta la città...
Ma proprio niente...
Allora il principe chiese aiuto a suo padre il re...
Ma il padre non sapeva cosa fare...
Poi trovò un ferma capelli della principessa...
Allora chiese a tutte le case di chi era
Questo ferma capelli...
Poi trovò il proprietario e vide la principessa...
Il re invitò la principessa a palazzo al re e alla regina
Li stava simpatica lei era dolce e carina e al ballo portava
Un lungo vestito tutto...
Bianco... a lei li piacevano le collane
Allora il principe prima che lo sapesse...
Li regalò una collana tutta
Bianca poi loro avevano deciso di sposarsi...
Allora il re celebrò le nozze...
Si comprarono un altro castello ancora più bello
e più grosso.
C'era una volta in un piccolo villaggio...
Un cavallo di nome furia...
Questo cavallo era speciale perché era un cavallo...
Sicuro, veloce e amichevole, questo cavallo
Voleva volare come tutte le renne...
Però c'era una renna che non andava d'accordo con il cavallo (che si chiamava Furia)
Allora babbo natale se ne accorse e dovette annullare a consegnare i doni...
Tutti aspettavano con ansia babbo natale poi le altre renne chiesero di fare pace loro la fecero...
Diventarono amici... babbo natale si accorse che erano di nuovo amici...
Allora decise di consegnare i doni...
Ma una renna si era ferita gravemente e questo il punto che a noi ci piace...
Babbo natale decise di far provar a furia il cavallo...
Di volare era un po' difficile poi andò tutto bene...
I bambini avevano già i loro regali e iniziarono...
A scartarli e poi trovarono dei regali più belli di quelli che avevano...
Chiesto a babbo natale.
Le Havre non era mai stata una città di provincia
era viva nel suo cuore pulsante...
splendida e malinconica... lambita dallo sferzante
vento marino... l'oceano che abbarbicandosi sugli scogli
emetteva il suo urlo rabbioso e profondo... le sue case
erano riposanti come amache dai colori chiarissimi
a respingere il calore del sole... rendendo più fresche
quelle giornate che avvolgono quel paradiso...
in un calore dantesco... la salsedine che forma erosioni
tra i piccoli mattoni ormai stanchi... questi sono i miei ricordi...
di un tempo ormai lontano...
quando nel tardo pomeriggio me ne stavo a guardare
i pescatori... indaffarati... i più vecchi quelli dalla pelle scura...
aggrinzita dal tanto sole... intrepidi lupi di mare a cercare
di comunicare il vento alle loro vele...
alle loro speranze... ai loro sogni...
era un brulicare di figure quel porto che guardava
al di la dell'oceano cheto e dolce...
le sue acque limpide e profonde... una grande insenatura
verso la Manica... a guardare la vastità di blu...
solo blu e nulla d'altro... qui gli altri colori sono solo sfumature...
da quel punto avevo visto partire piccole e sgangherate
barchette lucide di rattoppi...
traghetti colmi di brulicante vita... yacht e catamarani
a spingersi verso l'orizzonte...
e qui a perdita d'occhio i colori infuocati del cielo
alla fine del giorno...
ci andavo con mio padre... ricordo il circolo dei nautici
un grande spiazzo in cui nella pavimentazione era impressa
una rosa dei venti... e nella parte più esterna avevano installato
un grande cannocchiale...
da lì l'orizzonte appariva senza segreto alcuno...
io però ero troppo piccina per farlo... mi bastavano
i racconti che spesso mi narravano...
ed io con la mia immaginazione lo dipingevo come
più mi piaceva... lontani i ricordi di un tempo...
che però non sfugge... tra le mie mani come scintille...
sempre vive... ricordo i pantaloncini in lana bianchi
nella fresca primavera i dolci più buoni comprati
nelle vecchie boulangerie...
dove antichi odori di lievito e pane ristagnavano come
se non volessero più lasciare quel posto di terra e di mare...
e poi il gelato consumato a piccoli tratti per trattenerne il gusto...
per assaporare quella bontà che mi era stata offerta...
non lontano scorci di città immersa nel suo silenzioso vivere
venditori di piccoli pesci offerti da quel generoso mare...
e la mia curiosità che veniva colmata con la visione
in prima fila di giganteschi polipi e frutti di mare...
bellissime conchiglie che ogni tanto mi venivano regalate...
era sempre la forte mano di mio padre a stringere la mia...
si lui uomo di comando...
ma che io avevo sempre visto chiuso nei suoi pantaloni classici
e golfini in cachemire... difficile pensarlo in uniforme
e basco da parà...
era sempre vacanza camminare lungo quelle grandi spiagge
la domenica... tornavo spesso inzaccherata dalla sabbia
e dalla salsedine marina che si impregnava nei tessuti
degli abiti...
da casa dei miei nonni si vedeva la notte arrivare...
le luci delle prime barche a guadagnare il mare...
le piccole vetture che si fermavano sul molo...
e le luci delle case che sembravano occhi nelle tenebre...
li guardavo silenziosa quel mio mondo che mi apparteneva
in parte... e poi mia nonna con grandi occhi azzurri
amorevoli mi versava il latte caldo in una ciotola...
poi mi portava a dormire nella mia coltre ben curata...
queste sono le immagini che più mi appaiono...
un limbo della vita in cui la consapevolezza di essere adulta
non ha annullato la fanciulla che è rimasta dentro me...
L'ultima pagina di questo libro
si è chiusa in modo lieve
forse aiutata
dal dolce scender della neve
che come copertina
è scesa a ricoprir
l'anno ormai... vecchio... stanco
facendoci trovare pronto
stamattina
un nuovo immenso foglio bianco
che tutti noi
saremo pronti a ricoprir d'amore
scrivendo le parole che ci detta il cuore
felici di poterle indirizzare
in ogni dove
contenti di sapere
che qualcuno nelle nostre righe
ritrovi il suo colore
e perché no!
Alleviare qualche piccolo dolore
il primo foglio bianco
di questo nuovo libro
mi trova con la gioia dentro al cuore
siamo nel nuovo anno
e siamo ancora qui
a scrivere... d'amore.
Scende la neve in questa notte speciale
che trova la storia di un intero anno finire
con un count down che termina pian piano
ai rintocchi ritmici di mezzanotte...
Scende la neve in questa notte festosa
che trova tante persone abbracciate nel mondo
pronte a brindare alzando i calici o pronte
ad emozionarsi per non poterselo permettere...
Scende la neve in questa notte illuminata
dai razzi e dai petardi lanciati verso il cielo
quasi a chiedere un aiuto dal Creatore
per il nuovo anno simile ad un neonato...
Scende la neve in questa notte italiana
ed i barboni si stringono nei loro cartoni
oppure s'allineano verso i centri d'accoglienza
tanto noti ai nostri fratelli immigrati...
Scende la neve sui loro capi scoperti
e la sua gelida carezza li fa rabbrividire,
loro abituati ad altri climi e ad altre storie,
loro abituati a radunare le loro grandi famiglie...
Scende la neve in questa notte fatata
e la festa si dissolve pian piano com'è nata,
mentre si posano i vestiti luccicanti
e gli occhi si chiudono, tanto stanchi...
Scende la neve e l'anno nuovo è pronto
a far sognare intere generazioni, misterioso
come misterioso è il cammino di Voi, Amici
pronti a narrare qualche frammento di storia
a chi si fa largo nei meandri del cuore...
cosa Augurarvi, dunque, se non la gioia,
la serenità, la fraternità, la bontà, la carità?
È il primo giorno dell'anno!
E si sentono botti
ma soprattutto il profumo dei
panettoni e spumanti.
La gente si saluta
e manda gli auguri
dicendo:
"Buon anno a tutti!"