Non serve sentirsi più forti Non serve guardare dall'alto, in basso un tuo simile Non serve giudicare Tu non puoi giudicare Nessuno può permettersi di essere giudice di un altro uomo Guardati dentro l'anima prima di esprimere un giudizio Tu, non hai mai sbagliato? Allora manda giù ogni tuo ipotetico dire Io non posso giudicare nessuno Sai! Io di errori ne ho fatti in quantità Sono cosciente ora che ho aperto gli occhi Che a far questo sia stato tu Dio, il tuo volere è sceso nel mio cuore nella mia mente nella mia casa Che tu unica sorella mia mi hai stretta a te
Questo è il più bel regalo che Dio mi ha regalato per questo Santo Natale Ora devo, per l'amore che Dio mi ha regalato nel cuore Amore incondizionato
Sono un piccolo granello di sabbia Sono una piccola goccia in questo immenso universo Ma tanti granelli di sabbia tante gocce formano un esercito di pace.
Che la tua luce riscaldi i nostri cuori, che questa luce dia vita ai nostri sogni che la storia di ognuno di noi continui a portare unione... di pace e di famiglia che grazie a te continua a vivere nel passato e nel presente. E in ogni istante del tempo, in ogni posto del mondo che il tuo ricordo affiori e percorra la nostra persona dentro i nostri occhi e nella nostra mente rispecchi la tua anima e convinca il destino che esisterai per sempre.
Spiriti dell'aria, musichi e danzatori, portatemi con voi nell'oltre cielo che risorge. Malato e svampato son di vita! Voi sapete di me, del mio cuore conoscete la storia dei miei anni l'autodafè del mio destino. Reo d'amore e di bene. Sono nella cella senza grate miasmi respiro e vivo tra le inclemenze del tempo. Orsù non lasciatemi ancorato nella rada del dolore tinte di pena son le vedute intorno, scurito è l'affresco di albe e di tramonti, dai giorni niuna luce brilla da un buio folto e ispessito. A che il respiro senza luce i colloqui con la mia ombra il polverio e il vocio dei ricordi or dolci o funerei e amari che si affoltano nella bufera? Non udite l'eco dei miei singulti tra valli e dirupi, le urla che s'alzano dalle latebre dell'anima mia nell'ora alta? Oh labbri eterei sussurrate il vostro invito mi giunga da un varco io spicchi un volo uno svolìo mi esponga alla luce un fremere di vita rifiorisca una esistenza che languisce; su un domani lieto ricada il mio sguardo: ancor sfrecci prima che rintombi su una croce.
Mai chiesto qualcosa a Babbo Natale, perché chiedere non era permesso. Oggi voglio chiederti per il Natale tutti i doni che non mi hai concesso.
Portali presto a casa mia, è legittimo che tu me li dia.
E per farti perdonare anche la slitta dovrai lasciare.
Pure le renne a provenire, ai miei comandi dovranno ubbidire.
Fammi volare, fammi viaggiare, con la slitta verso una soffitta, verso un camino sopra un bambino, i miei regali voglio donare.
Il regalo per me ti chiederai cos'è! Ti rispondo presto al tuo quesito Mi basta sentire, quando sto per donare, il cuore sincero di ogni bimbo allegro.
Nonostante il mio "lavoro" sia decisamente pesante, lo amo molto, non potrei rinunciarci mai, il mio lavoro è semplicemente una parte di ciò che sono. Ci sono giorni in cui mi chiedo quanto ancora io sia in grado di portarlo veramente avanti e giorni in cui mi domando se effettivamente tutto ciò che faccio sia abbastanza o se potevo fare ancora di più... amo si il mio lavoro, le persone mi dicono grazie eppure sono io che dico grazie a loro... ogni volta mi insegnano e mi donano un passo in più. Ho imparato una cosa grande, ho imparato che l'umiltà sta nel riconoscere e sentire veramente che tutti abbiamo bisogno di tutti. Che non esistono gradi superiori ma che anche un bimbo di due anni può insegnare a un uomo di novanta... l'umiltà è capire che non si arriva mai, perché il giorno che credi di essere arrivato cadrai da un momento all'altro... umiltà è capire di volere migliorare ogni giorno di più per il bene di se stessi e degli altri. Al mio lavoro dico grazie per dire un profondo grazie a tutte le persone che ho incontrato e conosciuto e che mi hanno insegnato di sperare di rimanere un eterna allieva! Un abbraccio stretto e... una piuma per tutti voi.
Non ti ho, il sogno è mio fin dove si affaccia la realtà cruda e penosa e tremo, e cado in ginocchio se solo si sofferma dinnanzi ai miei occhi. Non ti ho se mi lasci adesso, l'acqua mi ricopre i capelli, si arrende il mio essere donna, non tu e non altri in un soffio.
È l'acqua che mangia le scale nude, danza dell'andare e venire. Se ne sono andate le foglie col vento come la mano sul vetro; impronta che torna col respiro ad accarezzare l'erba.